A Luna di Sabbia ospite lo scrittore e giornalista Luca De Ceglia

Dopo aver catturato un notevole numero di lettori con i racconti di "Due millimetri di verità" (già alla seconda edizione) ed essere approdato coi suoi testi in teatro e, prossimamente, nel cinema, lo scrittore e giornalista Luca De Ceglia presenta "Non ho più tempo" (Secop edizioni), un romanzo di denuncia civile, storia e passione. La narrazione, ambientata tra Bisceglie, Andria e soprattutto a Giovinazzo e Polignano a Mare, ha come filo conduttore la libertà.

Nel romanzo "Non ho più tempo" sono innestate vicende vere e sconvolgenti e documenti interessanti risalenti alla seconda guerra mondiale. Si viaggia su una barchetta di carta di colore arancione intorno all'isola dell'Eremita a Polignano.

"Non ho più tempo", sintesi delle molteplici inquietudini quotidiane, offre al lettore molteplici spunti di riflessione (sull'indigenza galoppante, sul lavoro che non c'è, sull'inquinamento ambientale ecc.). Protagonista è Ottavio Bernardi, ufficiale giudiziario, che durante una serata di svago a Giovinazzo si imbatte, casualmente, in una storia di vita più drammatica di quelle che ogni giorno capitano nel suo lavoro, con misteriosi contorni. L'incontro con Giorgio, anziano pescatore che costruisce barchette in miniatura per regalarle ai passanti, imponendo l'obbligo di dare loro un nome e di vararle, diventa confidenziale. Costui rivela il suo passato da prigioniero di guerra in Australia ed il grande sogno di libertà contenuto in un fascio di lettere volutamente dimenticate in una borsa da mare. La disquisizione sul tema della libertà fa sbocciare l'amore tra Ottavio e Marta, donna colta e laureata che lavora malvolentieri come cameriera in un ristorante. Traspare uno strano legame affettivo tra Marta e Giorgio. Alla sua morte il vecchio lupo di mare lascia un rebus da sciogliere sull'isola dell'Eremita, a Polignano a Mare. In questo luogo silenzioso Ottavio e Marta scoprono un altro capitolo straordinario di storia della libertà, che funge da chiave per aprirsi a reciproche confessioni di vita vissuta, con risvolti imprevedibili ed amari.