Associazioni
Riapertura della discarica? Parla il Comitato Bene Comune
«Sarebbe come metterci una pietra sopra, come se nulla fosse accaduto»
Trani - venerdì 4 settembre 2015
10.03
«Abbiamo sperato in questi mesi che l'alternanza al governo della città di uno schieramento di centro-sinistra, succeduto ad anni di leadership del centro-destra, determinasse una conseguente e logica alternativa anche delle politiche che sarebbero state messe in campo. Ma con grande rammarico ci accorgiamo che così non è. Non sotto l'aspetto ambientale perlomeno, visto che la notizia di una possibile riapertura della discarica non può che destare allarme, stante il disastro ambientale che quel sito ha provocato, e che tutt'oggi pare non sia stato ancora debellato».
Con queste parole il Comitato Bene Comune torna a parlare di quel mostro chiamato discarica e chiede: «Come è possibile auspicare la riapertura di quella che fino a poco tempo fa fu da tutti bollata come un mostro, una bomba ecologica ad orologeria, senza che siano state fornite ai cittadini le opportune garanzie rispetto all'inquinamento che ancora quella discarica produce? Ci saremmo aspettati piuttosto un deciso cambio di rotta, che portasse finalmente verso la tanto auspicata Strategia Rifiuti Zero. Strategia che invece, a dispetto delle promesse elettorali, non è stata neanche menzionata nelle linee programmatiche annunciate dal neo sindaco nell'ultimo consiglio comunale, perché - si è detto - sarebbe un obiettivo da perseguire in un momento successivo. E così, invece di fissare almeno come meta a cui tendere, sia pure in maniera graduale, un percorso in grado di superare efficacemente l'emergenza rifiuti e tutti gli effetti sanitari ed economici che ne conseguono, si preferisce ritornare alle pratiche obsolete e pericolose di smaltimento dei rifiuti, con la riapertura della discarica».
«Sembra - prosegue il Comitato - che come al solito siano le ragioni economiche, quantificate solo a breve termine, a guidare le scelte, senza il dovuto riguardo alla tutela della salute dei cittadini. È notizia di oggi che le ultime analisi attestano il persistere dei livelli di inquinamento; ci sembra quindi assurdo che gli intrecci politici tra Comune e Regione siano incentrati sulla prioritaria necessità di riapertura della discarica. Ne abbiamo parlato con il geologo Francesco Bartucci, che con la sua riconosciuta competenza professionale, ha confermato il timore che l'annunciata riapertura della discarica possa portare a sotterrare oltre i cumuli di rifiuti, anche le problematiche ambientali che in questi anni sono state create.
Riaprirla sarebbe come metterci una pietra sopra e ritornare al passato, quasi che nulla fosse accaduto. Tanto più che la riapertura dovrebbe essere quantomeno accompagnata da una serie di ineludibili garanzie come rendere costantemente pubbliche le analisi delle acque sui pozzi spia a valle, accertandone la reale compatibilità con i valori limite; monitorare costantemente il livello di percolato in tutti i lotti della discarica; rendere pubblico il 'Modello Concettuale del Sito' emerso dall'Analisi di Rischio, con particolare riferimento alla barriera impermeabile; impedire il conferimento del cosiddetto tal-quale contenente anche la frazione organica, come avvenuto in passato; esplicitare le tecniche di biostabilizzazione che deve essere attuata per legge (art.7 c. 1 D. Lgs. 36/2003); garantire la captazione del biogas di tutti e tre i lotti della discarica; provvedere ad un monitoraggio sulle matrici ambientali più attento ed efficace rispetto a quanto fatto in fase di esercizio; garantire il trattamento del percolato in sito; realizzare, previo adeguato piano industriale da parte dell'Amiu, un impianto di compostaggio che consenta la chiusura del ciclo dei rifiuti; aggiornare la cittadinanza, con scadenza almeno mensile, sulla situazione della discarica.
Molti di questi provvedimenti (alcuni dei quali dovrebbero essere ottemperati anche in caso di non riapertura della discarica) richiedono mesi per essere realizzati. Pensare dunque di rimettere in funzione la discarica in un futuro prossimo ci preoccupa e ci fa temere che i nuovi vertici comunali e regionali sottovalutino la situazione come i loro predecessori. Se questi timori non saranno concretamente smentiti, riteniamo che tale modo di gestire la politica riveli un'assoluta continuità con quello del centro-destra; e che siano così tradite le aspettative di tutti coloro che hanno avuto fiducia in quei partiti oggi in maggioranza che fanno dell'ambientalismo la propria bandiera, di tutti coloro che hanno auspicato l'elezione e la nomina di consiglieri e assessori del territorio, e di tutti coloro che hanno creduto agli appelli alla partecipazione popolare».
Con queste parole il Comitato Bene Comune torna a parlare di quel mostro chiamato discarica e chiede: «Come è possibile auspicare la riapertura di quella che fino a poco tempo fa fu da tutti bollata come un mostro, una bomba ecologica ad orologeria, senza che siano state fornite ai cittadini le opportune garanzie rispetto all'inquinamento che ancora quella discarica produce? Ci saremmo aspettati piuttosto un deciso cambio di rotta, che portasse finalmente verso la tanto auspicata Strategia Rifiuti Zero. Strategia che invece, a dispetto delle promesse elettorali, non è stata neanche menzionata nelle linee programmatiche annunciate dal neo sindaco nell'ultimo consiglio comunale, perché - si è detto - sarebbe un obiettivo da perseguire in un momento successivo. E così, invece di fissare almeno come meta a cui tendere, sia pure in maniera graduale, un percorso in grado di superare efficacemente l'emergenza rifiuti e tutti gli effetti sanitari ed economici che ne conseguono, si preferisce ritornare alle pratiche obsolete e pericolose di smaltimento dei rifiuti, con la riapertura della discarica».
«Sembra - prosegue il Comitato - che come al solito siano le ragioni economiche, quantificate solo a breve termine, a guidare le scelte, senza il dovuto riguardo alla tutela della salute dei cittadini. È notizia di oggi che le ultime analisi attestano il persistere dei livelli di inquinamento; ci sembra quindi assurdo che gli intrecci politici tra Comune e Regione siano incentrati sulla prioritaria necessità di riapertura della discarica. Ne abbiamo parlato con il geologo Francesco Bartucci, che con la sua riconosciuta competenza professionale, ha confermato il timore che l'annunciata riapertura della discarica possa portare a sotterrare oltre i cumuli di rifiuti, anche le problematiche ambientali che in questi anni sono state create.
Riaprirla sarebbe come metterci una pietra sopra e ritornare al passato, quasi che nulla fosse accaduto. Tanto più che la riapertura dovrebbe essere quantomeno accompagnata da una serie di ineludibili garanzie come rendere costantemente pubbliche le analisi delle acque sui pozzi spia a valle, accertandone la reale compatibilità con i valori limite; monitorare costantemente il livello di percolato in tutti i lotti della discarica; rendere pubblico il 'Modello Concettuale del Sito' emerso dall'Analisi di Rischio, con particolare riferimento alla barriera impermeabile; impedire il conferimento del cosiddetto tal-quale contenente anche la frazione organica, come avvenuto in passato; esplicitare le tecniche di biostabilizzazione che deve essere attuata per legge (art.7 c. 1 D. Lgs. 36/2003); garantire la captazione del biogas di tutti e tre i lotti della discarica; provvedere ad un monitoraggio sulle matrici ambientali più attento ed efficace rispetto a quanto fatto in fase di esercizio; garantire il trattamento del percolato in sito; realizzare, previo adeguato piano industriale da parte dell'Amiu, un impianto di compostaggio che consenta la chiusura del ciclo dei rifiuti; aggiornare la cittadinanza, con scadenza almeno mensile, sulla situazione della discarica.
Molti di questi provvedimenti (alcuni dei quali dovrebbero essere ottemperati anche in caso di non riapertura della discarica) richiedono mesi per essere realizzati. Pensare dunque di rimettere in funzione la discarica in un futuro prossimo ci preoccupa e ci fa temere che i nuovi vertici comunali e regionali sottovalutino la situazione come i loro predecessori. Se questi timori non saranno concretamente smentiti, riteniamo che tale modo di gestire la politica riveli un'assoluta continuità con quello del centro-destra; e che siano così tradite le aspettative di tutti coloro che hanno avuto fiducia in quei partiti oggi in maggioranza che fanno dell'ambientalismo la propria bandiera, di tutti coloro che hanno auspicato l'elezione e la nomina di consiglieri e assessori del territorio, e di tutti coloro che hanno creduto agli appelli alla partecipazione popolare».