I 103 anni del tranese Nicola Oreste, scalpellino

Era il lontano 1912, quando, a pochi mesi di distanza dalla tragica fine del transatlantico Titanic e dalla scomparsa del "padre" di Dracula, lo scrittore irlandese Bram Stoker, il 9 novembre venne alla luce Nicola Oreste. Ben 103 anni dopo, circondato da trenta fra figli e nipoti, alcuni lontani fisicamente, tra Milano e la Toscana, altri accoccolati fra le sue braccia, come il pronipote Domenico, due mesi proprio ieri, il coriaceo tranese ha spento le tre candeline che compongono la sua età sulla torta.

Ha avuto una vita intensa Nicola: due mogli e un mestiere, quello di scalpellino, che gli ha permesso di entrare nella storia della città come una grande e onesto lavoratore, dopo esser stato cavamonte ed aver aperto una propria segheria. Non ha mai abbandonato i baffi, suo piccolo vezzo che lo svela tra le foto in bella mostra nel salone, e ha passato il testimone a uno dei figli, erede della sua passione per la pietra di Trani. E si commuove, quando di volta in volta, parenti vicini e lontani giungono a casa sua, per gli auguri di rito, quasi non si fosse ancora abituato alle emozioni di un compleanno.

Per questa giornata speciale, appena sveglio, Nicola Oreste aveva espresso un solo desiderio: qualche fuoco d'artificio, delle fiaccole, un po' di "tric e trac" per festeggiare e superare per qualche istante gli acciacchi dell'anzianità con un sorriso. Accontentato di buon grado: per la cena, affacciato al proprio balcone, ha potuto ammirare gli scoppi e le scintille che hanno illuminato quel numero magico, simbolo della sua ricorrenza. Non resta che unirsi al coro del gruppetto di bambini giunto, sentiti gli spari, sotto la finestra del festeggiato: buon compleanno!