Mirko Malcangi
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Politica

Inizia la campagna informativa dei Giovani Democratici sul referendum di ottobre

Mirko Malcangi: «Inviteremo a votare si»

I Giovani Democratici della Bat saranno in primissima linea per la campagna referendaria, che porterà gli italiani, con il Referendum di Ottobre, a scegliere che strada intraprendere per il futuro. «La nostra sarà una campagna informativa« - scrive il segretario Giovani Democratici Bat, Mirko Malcangi - . «Inviteremo a votare sì e spiegheremo come cambia la Costituzione del '48. Sentiamo sulle nostre spalle il dovere di farlo, per supplire alle mancanze dei partiti H che hanno smesso di fare formazione politica – e della scuola. L'ultima mia lezione di educazione civica risale al 2000, quando frequentavo la scuola elementare. E sarebbe buona cosa se anche i docenti si attivassero per recuperare questa buona prassi. Noi siamo a disposizione di tutti.

Dopo i tentativi falliti della Commissione Bozzi, nel 1984, della Commissione De Mita-Iotti del 1994, della bicamerale D'Alema del 1998, questa è la volta buona per rimettere in sesto il sistema italiano. Votare Sì è un'opportunità, non un rischio. La domanda da porsi è se questa riforma migliora o peggiora la situazione attuale. E la situazione attuale è frutto delle elezioni del 2013, quando nessuna coalizione ha vinto le elezioni e ottenuto la maggioranza in entrambe le Camere. Con le conseguenze che tutti conosciamo. Basta guardare quelle che noi chiamiamo le "Grandi Democrazie Europee" per rendersi conto di come nessuna abbia una camera doppione: basta al bicameralismo.

È falso quanto dicono i sostenitori del NO quando parlano di derive autoritarie: il nostro resta un sistema parlamentare, con i dovuti contrappesi. Ma manca la stabilità dei Governi - prosegue Mirko Malcangi -. Il Senato, che passa da 315 a 100 membri, non voterà più la fiducia al Governo e si esprimerà soltanto sulle leggi di natura costituzionale ed europea. Viene introdotto il principio del "Votò a data certa", che permetterà al Governo di assicurarsi tempi certi per l'approvazione del programma, scongiurando tempi biblici che hanno paralizzato il sistema negli ultimi decenni. Vengono costituzionalmente cancellate le Province, facendo un ulteriore passo avanti verso il progetto di riforma degli enti locali. Vengono eliminate le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni. Altro passaggio fondamentale affinché le grandi questioni (l'energia, ad esempio) vengano affrontate con una visione unitaria».
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