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Politica

Lettera aperta di Tommaso Laurora (Pd) sulla vendita delle quote di Stp

Il consigliere comunale: «Il Sindaco deve prendere posizione sulla vicenda»

«Come consigliere comunale e come cittadino del comune di Trani e della Provincia Bat, ritengo utile tornare nuovamente sulla decisione assunta dal Consiglio Provinciale di Bari lo scorso 23 Giugno con cui si dà mandato al subentrato Commissario ed ex Presidente della provincia di Bari Prof. Schittulli, di procedere alla vendita della partecipazione azionaria in Stp, pari al 38,91% del capitale sociale». Con una "lettera aperta", il consigliere del Pd, Tommaso Laurora, ritorna sul problema della vendita delle quote azionarie della Società.

«Il sottoscritto ha già evidenziato che la vicenda amministrativa in questione suscita diverse e numerose perplessità in ordine alla opportunità ed alla tempistica che la contraddistinguono. Ne consegue che appare del tutto legittimo porre una serie di quesiti ai vari attori di questa vicenda, anche alla luce di analoga iniziativa posta in essere da parte della Provincia Bat. La Stp di Bari dal momento della sua attivazione, nell'anno 2000, dopo una precedente gestione ventennale dell'Amet Gag di Trani, ha usufruito delle stesse risorse che sarebbero state attribuite ad un qualsiasi gestore privato e ha dimostrato, in controtendenza alla maggior parte delle analoghe aziende pubbliche della Puglia e del contesto nazionale, di non incidere sui bilanci dei Soci, con ricapitalizzazioni dovute a perdite di esercizio. Di contro l'azienda - continua Laurora - ha posto in essere iniziative promozionali che hanno permesso di rendere meno gravoso l'utilizzo del trasporto pubblico (rilascio agli studenti di un abbonamento mensile gratuito, ogni tre acquistati; acquisto di due bus snodati; acquisto del titolo di viaggio con sms oppure online)».

«Vorrei allora rivolgermi inizialmente al Presidente Schittulli, chiedendogli se ritiene che una società privata potesse mettere in campo le stesse iniziative di sostegno delle fasce deboli dell'utenza, essendo insito nella natura dell'imprenditore privato il tentativo di massimizzare i profitti del capitale investito. Non ritiene Presidente che, proprio alla luce di quanto evidenziato ai dipendenti della Stp per il tramite delle OO.SS. di rappresentanza, andava quantomeno preannunciata la sua volontà di vendere le quote di quella società da lei così elogiata? Inoltre, Presidente, visto che lei esercita una funzione pubblica e rappresenta i cittadini della Provincia di Bari, le chiedo in che modo si è accertato di quale sia il reale valore di mercato della Società Stp, in quanto non mi risulta che, al momento, vi sia stata una valutazione da parte di un advisor o che si sia proceduto considerando il bilancio patrimoniale. L'art. 2437-ter, comma 2 del Codice Civile, stabilisce che nelle s.p.a. non quotate "il valore delle azioni è determinato dagli amministratori, sentito il parere del collegio sindacale e del soggetto incaricato della revisione contabile, tenuto conto della consistenza patrimoniale della società e delle sue prospettive reddituali, nonché dell'eventuale valore di mercato delle azioni". Pertanto gli amministratori devono quindi valutare le azioni sulla base di due elementi: la consistenza patrimoniale (in cui rientrano beni come i terreni, fabbricati, impianti e macchinari, di cui Stp è molto ma molto ben fornita) e le prospettive reddituali, ossia la capacità dell'azienda di generare reddito dalla vendita dei servizi ( qui il dato dato e' impressionante: nel bilancio Stp oltre € 16.000.000,00 nel 2013 ed un incremento rispetto al 2012 del 4% circa). Infine, andrebbe considerata la capacità aziendale di generare reddito, in altre parole, il suo avviamento, che credo essere quello che viene da sempre e da tutti definito "un fiore all'occhiello". Non c'è dubbio che quest'ultima debba essere considerato in maniera molto alta, anche in considerazione della capacità di chiudere i bilanci d'esercizio con degli utili, circostanza, anche questa, molto rara soprattutto in società partecipate da enti pubblici».

«Tutte le perplessità sinora evidenziate - continua Laurora - le sottopongo al Presidente della Bat, dott. Francesco Ventola. Al Sindaco del comune di Trani, dott. Luigi Nicola Riserbato, chiedo di prendere posizione nella vicenda, di vigilare con attenzione e quale attività intenda concretamente mettere in campo per tutelare il cospicuo investimento economico, che direttamente e tramite l'Amet detiene in Stp. Infatti una "errata valutazione" del reale valore della Società porterebbe inevitabilmente ad un danno economico per la città di Trani. Inoltre, chiedo al dott. Riserbato se non ritiene che non sia utile dare continuità alla Stp con la previsione di gestire il Tpl sia all'interno delle aggregazione dei Comuni, sia con riferimento agli ambiti territoriali determinati dalla Regione Puglia e corrispondenti ai territori delle attuali province. Al Sindaco del Comune di Bari, Ing. Antonio Decaro, chiedo se non ritiene opportuno esprimere netta contrarietà all'azione intrapresa dalla Provincia di Bari, sia per le considerazioni di tipo generale che attengono all'organizzazione del trasporto pubblico locale nell'area metropolitana, sia per le considerazioni di tipo economico evidenziate. Da parte mia – conclude Tommaso Laurora - alla luce di quanto evidenziato, non posso che ribadire che saranno esaminati con attenzione tutti gli sviluppi della vicenda e, nel caso, stigmatizzerò con ogni mezzo eventuali comportamenti che possano ledere gli interessi delle nostre comunità».
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