Vita di città
“Non chiudete gli occhi, aprite il cuore”, manifestazione per ricordare Pino Bagli
Circa un centinaio di persone per evitare che resti irrisolto il caso della sua morte
Trani - martedì 30 settembre 2014
9.31
Le fiaccole sono state sostituite da palloncini bianchi a forma di cuore, ma il senso della manifestazione non è cambiato: evitare che cali il silenzio intorno alla vicenda "Bagli" che ad oggi continua a restare irrisolta. "Non chiudete gli occhi, aprite il cuore", questo lo slogan lanciato dalla famiglia e dalle circa cento persone che ieri sera dalle 20 si sono ritrovate in piazza della Repubblica per sfilare in città, in un corteo pacifico che si è concluso in via Pedaggio Santa Chiara, nei pressi dell'abitazione di Pino, così come era chiamato dagli amici.
Otello Bagli fu ucciso il 29 ottobre 2013 nella zona Nord della città. L'uomo faceva parte di una cooperativa sociale specializzate nelle pulizie e, come molti ricorderanno, fu vittima di due uomini armati, che lo hanno dapprima inseguito e poi finito nei pressi di via Superga, con due colpi di arma da fuoco. Probabilmente uno scambio di persona, un errore da parte dei suoi assassini, ma ad oggi nessuno è riuscito ancora a dare una spiegazione del caso,nessuna certezza e i killer non sono ancora stati individuati.
Undici mesi dopo famigliari e amici tornano a "gridare" contro questa ingiustizia, contro la magistratura e chi si sta occupando delle indagini e lo fanno con il silenzio. Quasi surreale, infatti, la compostezza con cui queste persone hanno vissuto la manifestazione.
Otello Bagli fu ucciso il 29 ottobre 2013 nella zona Nord della città. L'uomo faceva parte di una cooperativa sociale specializzate nelle pulizie e, come molti ricorderanno, fu vittima di due uomini armati, che lo hanno dapprima inseguito e poi finito nei pressi di via Superga, con due colpi di arma da fuoco. Probabilmente uno scambio di persona, un errore da parte dei suoi assassini, ma ad oggi nessuno è riuscito ancora a dare una spiegazione del caso,nessuna certezza e i killer non sono ancora stati individuati.
Undici mesi dopo famigliari e amici tornano a "gridare" contro questa ingiustizia, contro la magistratura e chi si sta occupando delle indagini e lo fanno con il silenzio. Quasi surreale, infatti, la compostezza con cui queste persone hanno vissuto la manifestazione.