Vita di città
Settantesimo anniversario dell'Unesco nel segno della pace
Celebrazione in Cattedrale ieri, a tre giorni dalle stragi di Parigi
Trani - martedì 17 novembre 2015
0.19
"Parliamo di pace". Questo il tema scelto per ricordare il 70 esimo anniversario della fondazione dell'Unesco, celebrato ieri durante la "giornata della pace". L'evento organizzato dai club Unesco di Trani e Canosa, insieme l'Arcidiocesi di Trani, si è tenuto in Cattedrale e ha visto presenti le istituzioni militari, religiose e politiche, nonché l'associazione musicale Domenico Sarro, club Giovani Unesco di Trani e l'associazione Ivo Scaringi.
La serata si è aperta con un minuto di raccoglimento per ricordare la strage di Parigi e le vittime tutte del terrorismo. Momento solenne con l'esecuzione dell'inno d'Italia, d'Europa e Onu eseguito dalla Brigata Pinerolo di Bari e la lettura del preambolo dell'atto costitutivo dell'Unesco a cura del vicepresidente club Unesco Trani, Vincenzo Camporeale. A fare gli onori di casa la presidente del club Unesco Trani, che ha sottolineato l'importanza della cultura e dell'educazione nel vincere la violenza e le barbarie. L'assessore alla Pubblica istruzione, Maria Grazia Distaso, ha sostituito il sindaco Amedeo Bottaro. assente perché impegnato nel Consiglio comunale. «L'Unesco – ha dichiarato - non avrebbe potuto scegliere tema più appropriato per celebrare il 70esimo anniversario. Parlare di pace significa introdurre un concetto di armonia e di formazione culturale: non c'è niente di più bello e significativo della musica per richiamare il concetto di pace».
Dopo l'intervallo musicale del quartetto dei fiati a cura dei giovani dell'associazione Domenico Sarro e le letture di alcuni studenti delle scuole superiori tranese, altro momento alto con il discorso del poeta, scrittore, drammaturgo e regista Zaccaria Gallo che in un discorso rivolto metaforicamente alla Cattedrale, quale tempio promotore della pace, ha elencato i quattro elementi senza i quali non ci sarebbe pace: rispetto, etica, libertà e giustizia.
«La parola pace contiene in se diverse dimensioni che non fanno altro che rilevarne la ricchezza e complessità: conduce a un'idea di pienezza e totalità, essa ci rimanda alla realtà che ognuno di noi desidererebbe», ha detto monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l'Italia, che ha introdotto la sua lectio magistralis presentata dal giornalista Rai Enzo Quarto. Il soprano Clara Papagno ha poi incantanto i presenti con la sua maestosa voce e dopo un secondo intermezzo di letture a cura del poeta e scrittore Nicola Accettura, la parola è passata all'arcivescovo, monsignor Giovan Battista Picchierri. «Questa commemorazione - ha detto - coincide con gli atroci fatti di Parigi. Siamo davvero in una guerra che si presenta con un metodo nuovo. Mostriamo indignazione pertanto indignazione per l'atto di guerra e per ogni azione che uccide la persona, innocenti in particolare. La guerra è un atto contro Dio e l'umanità e con fermezza va condannata».
A Pietro Agnusdei, vicepresidente vicario del Ficlu (la federazione dei club Unesco italiani), il compito di chiudere i lavori. «L'Unesco attraversa - ha detto - una fase densa di cambiamenti, si trova ad affrontare una realtà diversa da quella espressa 70 anni fa. Nonostante la missione fondativa racchiusa nel brano dell'atto costitutivo, le trasformazioni che hanno distinto il mondo intero in tutti questi anni hanno fatto sì che si modificasse lo scenario in cui si trova ad operare l'Unesco. Nel '45 la parola pace significava per lo più assenza di conflitti armati. Oggi invece ha un significato più ampio: significa l'assenza di scontro tra culture, classi sociali, tra i Nord e il Sud del mondo. La cultura italiana - ha concluso Agnusdei - sarà alla base dell'ispirazione e della visione dell'Unesco per i prossimi anni e, per questo, la società civile deve divenire protagonista assoluta per costruire la storia».
La serata si è aperta con un minuto di raccoglimento per ricordare la strage di Parigi e le vittime tutte del terrorismo. Momento solenne con l'esecuzione dell'inno d'Italia, d'Europa e Onu eseguito dalla Brigata Pinerolo di Bari e la lettura del preambolo dell'atto costitutivo dell'Unesco a cura del vicepresidente club Unesco Trani, Vincenzo Camporeale. A fare gli onori di casa la presidente del club Unesco Trani, che ha sottolineato l'importanza della cultura e dell'educazione nel vincere la violenza e le barbarie. L'assessore alla Pubblica istruzione, Maria Grazia Distaso, ha sostituito il sindaco Amedeo Bottaro. assente perché impegnato nel Consiglio comunale. «L'Unesco – ha dichiarato - non avrebbe potuto scegliere tema più appropriato per celebrare il 70esimo anniversario. Parlare di pace significa introdurre un concetto di armonia e di formazione culturale: non c'è niente di più bello e significativo della musica per richiamare il concetto di pace».
Dopo l'intervallo musicale del quartetto dei fiati a cura dei giovani dell'associazione Domenico Sarro e le letture di alcuni studenti delle scuole superiori tranese, altro momento alto con il discorso del poeta, scrittore, drammaturgo e regista Zaccaria Gallo che in un discorso rivolto metaforicamente alla Cattedrale, quale tempio promotore della pace, ha elencato i quattro elementi senza i quali non ci sarebbe pace: rispetto, etica, libertà e giustizia.
«La parola pace contiene in se diverse dimensioni che non fanno altro che rilevarne la ricchezza e complessità: conduce a un'idea di pienezza e totalità, essa ci rimanda alla realtà che ognuno di noi desidererebbe», ha detto monsignor Santo Marcianò, ordinario militare per l'Italia, che ha introdotto la sua lectio magistralis presentata dal giornalista Rai Enzo Quarto. Il soprano Clara Papagno ha poi incantanto i presenti con la sua maestosa voce e dopo un secondo intermezzo di letture a cura del poeta e scrittore Nicola Accettura, la parola è passata all'arcivescovo, monsignor Giovan Battista Picchierri. «Questa commemorazione - ha detto - coincide con gli atroci fatti di Parigi. Siamo davvero in una guerra che si presenta con un metodo nuovo. Mostriamo indignazione pertanto indignazione per l'atto di guerra e per ogni azione che uccide la persona, innocenti in particolare. La guerra è un atto contro Dio e l'umanità e con fermezza va condannata».
A Pietro Agnusdei, vicepresidente vicario del Ficlu (la federazione dei club Unesco italiani), il compito di chiudere i lavori. «L'Unesco attraversa - ha detto - una fase densa di cambiamenti, si trova ad affrontare una realtà diversa da quella espressa 70 anni fa. Nonostante la missione fondativa racchiusa nel brano dell'atto costitutivo, le trasformazioni che hanno distinto il mondo intero in tutti questi anni hanno fatto sì che si modificasse lo scenario in cui si trova ad operare l'Unesco. Nel '45 la parola pace significava per lo più assenza di conflitti armati. Oggi invece ha un significato più ampio: significa l'assenza di scontro tra culture, classi sociali, tra i Nord e il Sud del mondo. La cultura italiana - ha concluso Agnusdei - sarà alla base dell'ispirazione e della visione dell'Unesco per i prossimi anni e, per questo, la società civile deve divenire protagonista assoluta per costruire la storia».