Cronaca
Processo S&P: in aula Padoan, fuori gli attivisti Forza Nuova
Hanno lasciato uno striscione ai piedi del campanile della Cattedrale
Trani - giovedì 10 dicembre 2015
14.44
E' durata poco più di un'ora la deposizione del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nell'ambito dell'udienza di oggi del processo S&P. Padoan è stato sentito da accusa e difese sul contenuto di un articolo, pubblicato nel marzo 2012 dal Corriere della Sera e firmato da Federico Fubini, in cui si disse "sorpreso" del doppio declassamento dell'Italia operato proprio dall'agenzia di rating americana. Padoan ha confermato la sua sorpresa, rispondendo alle domande del pm Michele Ruggiero.
«Se non mi sorprendeva – ha spiegato - il declassamento di molti Paesi della Zona Euro, mi sorprendeva il doppio declassamento dell'Italia in un momento in cui governo stava affrontando molte situazioni, con un'inversione di tendenza della politica economica che andava verso un miglioramento». Il ministro è arrivato nel palazzo di giustizia da un ingresso secondario, tra imponenti misure di sicurezza. Tutte le persone – compresi gli avvocati e i giornalisti – ammesse in aula sono state perquisite e hanno lasciato il documento d'identità alle forze dell'ordine. Padoan, pur confermando il contenuto dell'intervista, non ha però avallato la tesi di un "attacco" dell'agenzia all'Italia e ai Paesi dell'Eurozona. Il tutto mentre fuori manifestano alcuni attivisti di Forza Nuova, che hanno denunciato l'elargizione di 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley da parte del governo Monti, dopo il declassamento dell'Italia del 2012. Davanti alla Cattedrale, gli esponenti di Forza Nuova hanno lasciato uno striscione nel quale promettono: "Prodi, Padoan, Monti ci sarà la resa dei conti". Forza Nuova ha già presentato per questo un esposto alla Procura di Trani contro l'ex governo di Mario Monti.
«Il 3 gennaio 2012, infatti, il governo italiano (presidente del Consiglio, appena insediatosi, e ministro dell'Economia e delle Finanze ad interim Mario Monti) pagò alla banca d'affari statunitense Morgan Stanley 2,5 miliardi di euro - ha spiegato il movimento in un volantino diffuso questa mattina - proprio a causa del declassamento subito da Standard & Poor's, il pagamento era previsto, sotto forma di sanzione, da una clausola del prestito concesso al Ministero dell'Economia dalla banca d'affari americana. Peccato, però, che Morgan Stanley risulti tra gli azionisti di Mc Graw Hill, gigante dell'informazione che controlla proprio Standard Poor's. C'è qualche conflitto d'interessi?», chiede Forza Nuova in una nota.
«Morgan Stanley - sostiene - possiede Standard & Poor's che declassa l'Italia che, quindi, deve pagare 2 miliardi e mezzo proprio a Morgan Stanley, sì avete capito bene. Ma non è tutto qui, come rilevammo in un esposto dell'aprile 2012, presentato da Roberto Fiore sempre alla Procura di Trani: il figlio di Monti, Giovanni, fino a pochi giorni prima del bonifico autorizzato in gran fretta dal padre, era vice presidente della stessa Morgan Stanley», viene denunciato dal movimento. «Monti padre, inoltre, in qualità di ministro dell'Economia, pur sapendo del procedimento penale in corso, che metteva in discussione la legittimità della misura presa dall' agenzia di rating, pagava quella cifra spropositata in fretta e furia. Infine, non è da sottovalutare la natura del prestito, in pacchetto di derivati, altrimenti detti "titoli spazzatura", chiesto e ottenuto dall'Italia nel 1994, grazie ad un'operazione pensata e voluta da Draghi (al tempo anche lui in Morgan and Stanley)».
«Politica e finanza italiane, troppo spesso rappresentate dalle stesse persone, sono coinvolte - spiga ancora Forza Nuova - a vario titolo in questa vicenda: Prodi, Monti, Padoan, Draghi (che hanno già sfilato o sfileranno a Trani) non hanno né denunciato pubblicamente né, tanto meno, avuto nulla da ridire sui prestiti usurai e virtuali della grande finanza speculativa e hanno solo accennato al colpo di stato contro Berlusconi, ordito dalla finanza americana, che si attuò in quella fase; un golpe contro cui, del resto, neanche lo stesso Berlusconi osò protestare più di tanto: i bond spazzatura di Morgan and Stanley furono infatti acquistati dal suo governo. Nessuno parla di questo processo, solo Forza Nuova - da sempre favorevole alla sovranità monetaria e alla proprietà popolare della moneta, unica cura contro questi giochi sporchi - è in prima fila anche oggi per denunciare - conclude - la regia occulta della grande finanza speculativa, il servilismo dei politici italiani di destra e di sinistra e chiedere chiarezza sulle connivenze passate, presenti e future».
«Se non mi sorprendeva – ha spiegato - il declassamento di molti Paesi della Zona Euro, mi sorprendeva il doppio declassamento dell'Italia in un momento in cui governo stava affrontando molte situazioni, con un'inversione di tendenza della politica economica che andava verso un miglioramento». Il ministro è arrivato nel palazzo di giustizia da un ingresso secondario, tra imponenti misure di sicurezza. Tutte le persone – compresi gli avvocati e i giornalisti – ammesse in aula sono state perquisite e hanno lasciato il documento d'identità alle forze dell'ordine. Padoan, pur confermando il contenuto dell'intervista, non ha però avallato la tesi di un "attacco" dell'agenzia all'Italia e ai Paesi dell'Eurozona. Il tutto mentre fuori manifestano alcuni attivisti di Forza Nuova, che hanno denunciato l'elargizione di 2,5 miliardi di euro a Morgan Stanley da parte del governo Monti, dopo il declassamento dell'Italia del 2012. Davanti alla Cattedrale, gli esponenti di Forza Nuova hanno lasciato uno striscione nel quale promettono: "Prodi, Padoan, Monti ci sarà la resa dei conti". Forza Nuova ha già presentato per questo un esposto alla Procura di Trani contro l'ex governo di Mario Monti.
«Il 3 gennaio 2012, infatti, il governo italiano (presidente del Consiglio, appena insediatosi, e ministro dell'Economia e delle Finanze ad interim Mario Monti) pagò alla banca d'affari statunitense Morgan Stanley 2,5 miliardi di euro - ha spiegato il movimento in un volantino diffuso questa mattina - proprio a causa del declassamento subito da Standard & Poor's, il pagamento era previsto, sotto forma di sanzione, da una clausola del prestito concesso al Ministero dell'Economia dalla banca d'affari americana. Peccato, però, che Morgan Stanley risulti tra gli azionisti di Mc Graw Hill, gigante dell'informazione che controlla proprio Standard Poor's. C'è qualche conflitto d'interessi?», chiede Forza Nuova in una nota.
«Morgan Stanley - sostiene - possiede Standard & Poor's che declassa l'Italia che, quindi, deve pagare 2 miliardi e mezzo proprio a Morgan Stanley, sì avete capito bene. Ma non è tutto qui, come rilevammo in un esposto dell'aprile 2012, presentato da Roberto Fiore sempre alla Procura di Trani: il figlio di Monti, Giovanni, fino a pochi giorni prima del bonifico autorizzato in gran fretta dal padre, era vice presidente della stessa Morgan Stanley», viene denunciato dal movimento. «Monti padre, inoltre, in qualità di ministro dell'Economia, pur sapendo del procedimento penale in corso, che metteva in discussione la legittimità della misura presa dall' agenzia di rating, pagava quella cifra spropositata in fretta e furia. Infine, non è da sottovalutare la natura del prestito, in pacchetto di derivati, altrimenti detti "titoli spazzatura", chiesto e ottenuto dall'Italia nel 1994, grazie ad un'operazione pensata e voluta da Draghi (al tempo anche lui in Morgan and Stanley)».
«Politica e finanza italiane, troppo spesso rappresentate dalle stesse persone, sono coinvolte - spiga ancora Forza Nuova - a vario titolo in questa vicenda: Prodi, Monti, Padoan, Draghi (che hanno già sfilato o sfileranno a Trani) non hanno né denunciato pubblicamente né, tanto meno, avuto nulla da ridire sui prestiti usurai e virtuali della grande finanza speculativa e hanno solo accennato al colpo di stato contro Berlusconi, ordito dalla finanza americana, che si attuò in quella fase; un golpe contro cui, del resto, neanche lo stesso Berlusconi osò protestare più di tanto: i bond spazzatura di Morgan and Stanley furono infatti acquistati dal suo governo. Nessuno parla di questo processo, solo Forza Nuova - da sempre favorevole alla sovranità monetaria e alla proprietà popolare della moneta, unica cura contro questi giochi sporchi - è in prima fila anche oggi per denunciare - conclude - la regia occulta della grande finanza speculativa, il servilismo dei politici italiani di destra e di sinistra e chiedere chiarezza sulle connivenze passate, presenti e future».