Vita di città
Strettoia di Pozzopiano, un vincolo idrogeologico blocca tutto
Il Comitato di Quartiere ha incontrato Amministrazione e proprietari del terreno interessato
Trani - domenica 26 ottobre 2014
20.12
Giovedì 23 ottobre il Comitato di quartiere Pozzopiano ha incontrato l'Amministrazione per discutere del "caso strettoia". Erano presenti anche i proprietari del terreno interessato, oltre al Sindaco e agli assessori Marco Capurso e Giulio Suzzi rispettivamente assessore ai Lavori Pubblici e all'Urbanistica, oltre al consigliere Stefano Di Modugno.
«Alla nostra richiesta di conoscere i motivi per cui quel tratto di strada non possa, ad oggi, essere allargato – scrivono in una nota Enzo Scaringi e Rosanna Nenna del Comitato Pozzopiano - ci hanno risposto che sussiste un vincolo idrogeologico, un reticolo definito che richiede opere di mitigazione delle acque. Un reticolo che parte da Capirro. Pur volendo, con la disponibilità dei proprietari, realizzare l'allargamento l'autorità di bacino non lo consentirebbe.
C'è quindi la necessità di presentare un progetto a cui, dopo l'approvazione da parte dell'autorità di bacino competente, dovranno seguire le opere necessarie. Ad oggi però nessun progetto è stato approntato. L'amministrazione ci ha assicurato che sono disponibili i fondi per affidare l'incarico ad un professionista affinché possa redigere il progetto e che ciò avverrà entro dicembre 2014.
Quindi – continuano -, in sostanza, c'è una situazione di "pericolo" per la mancanza delle opere necessarie. Un pericolo, tuttavia, come ci dice l'assessore Suzzi che potrebbe prevedere un evento di picco di 30 cm di acqua. Ricordiamo che la strettoia, costituisce un "imbuto" e quindi, attualmente, non potrebbe che aggravare una eventuale situazione di pericolo. Quindi un pericolo che sussiste per la zona pozzo piano e che, a detta dell'amministrazione, non è di elevata preoccupazione. Ma noi diciamo sufficiente per tenere "in scacco" un quartiere.
Ci chiediamo come mai questo vincolo e la mancanza di opere di mitigazione possa conciliarsi con la progressiva costruzione di ville proprio in quel tratto mentre è così stringente per allargare una strada. Ricordiamo che la "strettoia" ha nelle immediate vicinanze tre scuole e una chiesa con annesso oratorio. Ci chiediamo, dato il pericolo e l'assenza di opere, se sono state previsti piani di evacuazione.
Le costruzioni rappresenterebbero un ostacolo ai deflussi idrici in caso di alluvioni con possibilità di allagamento del piano cantinato e terra. L'abbattimento del muro, al contrario, agisce a favore della sicurezza. Il suo abbattimento potrebbe rientrare in una delle opere di mitigazione. In tal caso chiediamo l'immediato allargamento della strettoia. Chiederemo alla Autorità di bacino un incontro per chiarire gli aspetti.
Accogliamo con favore – concludono i due nella nota - la volontà di iniziare a "muovere i primi passi" per la risoluzione della atavica problematica. Dopo la presentazione del progetto e la sua approvazione aspettiamo immediata concretezza nella esclusiva logica dell'interesse collettivo. Solleciteremo l'Autorità di Bacino affinché possa autorizzare in tempi ristretti le opere necessarie».
«Alla nostra richiesta di conoscere i motivi per cui quel tratto di strada non possa, ad oggi, essere allargato – scrivono in una nota Enzo Scaringi e Rosanna Nenna del Comitato Pozzopiano - ci hanno risposto che sussiste un vincolo idrogeologico, un reticolo definito che richiede opere di mitigazione delle acque. Un reticolo che parte da Capirro. Pur volendo, con la disponibilità dei proprietari, realizzare l'allargamento l'autorità di bacino non lo consentirebbe.
C'è quindi la necessità di presentare un progetto a cui, dopo l'approvazione da parte dell'autorità di bacino competente, dovranno seguire le opere necessarie. Ad oggi però nessun progetto è stato approntato. L'amministrazione ci ha assicurato che sono disponibili i fondi per affidare l'incarico ad un professionista affinché possa redigere il progetto e che ciò avverrà entro dicembre 2014.
Quindi – continuano -, in sostanza, c'è una situazione di "pericolo" per la mancanza delle opere necessarie. Un pericolo, tuttavia, come ci dice l'assessore Suzzi che potrebbe prevedere un evento di picco di 30 cm di acqua. Ricordiamo che la strettoia, costituisce un "imbuto" e quindi, attualmente, non potrebbe che aggravare una eventuale situazione di pericolo. Quindi un pericolo che sussiste per la zona pozzo piano e che, a detta dell'amministrazione, non è di elevata preoccupazione. Ma noi diciamo sufficiente per tenere "in scacco" un quartiere.
Ci chiediamo come mai questo vincolo e la mancanza di opere di mitigazione possa conciliarsi con la progressiva costruzione di ville proprio in quel tratto mentre è così stringente per allargare una strada. Ricordiamo che la "strettoia" ha nelle immediate vicinanze tre scuole e una chiesa con annesso oratorio. Ci chiediamo, dato il pericolo e l'assenza di opere, se sono state previsti piani di evacuazione.
Le costruzioni rappresenterebbero un ostacolo ai deflussi idrici in caso di alluvioni con possibilità di allagamento del piano cantinato e terra. L'abbattimento del muro, al contrario, agisce a favore della sicurezza. Il suo abbattimento potrebbe rientrare in una delle opere di mitigazione. In tal caso chiediamo l'immediato allargamento della strettoia. Chiederemo alla Autorità di bacino un incontro per chiarire gli aspetti.
Accogliamo con favore – concludono i due nella nota - la volontà di iniziare a "muovere i primi passi" per la risoluzione della atavica problematica. Dopo la presentazione del progetto e la sua approvazione aspettiamo immediata concretezza nella esclusiva logica dell'interesse collettivo. Solleciteremo l'Autorità di Bacino affinché possa autorizzare in tempi ristretti le opere necessarie».