Chiesa di San Martino
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Religioni

Trani la "Gerusalemme" d'Italia, alla scoperta del mondo Ortodosso

Intervista con padre Stefan Catalin Andronache parroco della chiesa di San Martino

Nonostante sia trascorso quasi un mese dalla celebrazione dei riti pasquali, sembra doveroso ricordare che, in occasione della coincidenza della festività cattolica con quella ortodossa, la città di Trani ha avuto l'onore di accogliere e custodire nello stesso periodo sensibilità religiose per certi aspetti diverse, ma ugualmente affini e complementari tra loro. Trani, infatti, può vantare di essere la Gerusalemme d'Italia, il crocevia privilegiato in cui le religioni si incontrano, dialogano e si rispettano: la dimostrazione di come le grandi analogie di fede siano il terreno comune su cui far germogliare la libertà religiosa di ognuno.

Riportiamo qui di seguito la testimonianza, che padre Stefan Catalin Andronache – parroco della chiesa ortodossa di San Martino dal 7 maggio 2012 – ha gentilmente concesso in materia di Pasqua ortodossa e non solo. Nel ringraziare le autorità civili di Trani per la loro benevolenza, monsignor Giovanni Battista Pichierri per la disponibilità mostrata, padre Enrico Sironi, Sua Eccellenza Siluan, vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d'Italia e padre Mihai Driga. Padre Stefan ricorda il 10 gennaio 2008, data in cui la parrocchia di Bari ha ricevuto per uso liturgico la chiesa san Martino di Trani come sua succursale. «Fu così – dice il parroco ritenendo necessario fare prima un po' di storia – che Sua Eccellenza Siluan dispose, a partire dal 21 dicembre 2009, che la Chiesa di san Martino diventasse la sede di una nuova realtà: parrocchia Ortodossa romena San Clemente. Da quel momento la chiesa è divenuta il punto di riferimento per i fedeli ortodossi residenti nella Bat. Il 24 novembre 2013 è stato rinnovato il contratto di comodato d'uso della chiesa tra il Comune di Trani, l'Arcidiocesi Trani-Barletta-Bisceglie e la Diocesi Ortodossa, per altri cinque anni». A tal proposito, Padre Stefan ribadisce che i rapporti «con le autorità ecclesiastiche e civili di Trani sono eccellentissimi. Periodicamente, ci sono dei momenti di incontro e condivisione nei quali viviamo una grande gioia. Nello stesso tempo – afferma riferendosi alla condizione di molti lavoratori romeni – abbiamo avvertito un miglioramento per quanto riguarda le signore che lavorano a punto fisso, che ormai possono venire la domenica mattina in chiesa, dove pregano per i loro cari, rimasti lontano, ma anche per le persone che offrono loro un lavoro, ospitandole».

Inevitabile un riferimento alla Pasqua, definita "la Festa delle feste": «La celebrazione inizia sabato a mezzanotte, quando nella chiesa si spengono le luci e il sacerdote uscendo dall'altare con una candela accesa esorta tre volte i fedeli: "Venite a prendere la luce!". Si continua fuori dalla chiesa, per il rituale iniziale dove il prete legge il vangelo e si rivolge ai fedeli dicendo: "Cristo è risorto!" (Hristos a Ȋnviat!). Dopodiché si canta il tropario di Pasqua: "Cristo è risorto dai morti, con la morte calpesta la morte, e ai morti nei sepolcri fa dono della vita!". Si rientra per la Liturgia: si leggono le parole del sermone pasquale di san Giovanni Crisostomo: "La tavola è pronta, banchettate tutti sontuosamente! Il vitello è ingrassato, nessuno se ne vada via affamato!". Infine, il celebrante si rivolge di nuovo ai fedeli tenendo la croce e una candela tra le mani, intonando: "Cristo è risorto!"». Padre Stefan ricorda inoltre quanto importante sia il tempo di Quaresima, un periodo (sette settimane per gli ortodossi) di penitenza, ma anche di riscoperta degli autentici valori di fede: «Anche se si prova tristezza, si vede già ciò che viene dopo: la luce della Pasqua. Nella prima metà, che termina con la domenica della santa Croce, ci si sofferma sulla purificazione dell'anima e, nella seconda parte, sui dogmi della Croce e della Resurrezione».

In questo percorso il cristiano deve avvicinarsi al patimento di Gesù anche attraverso delle rinunce, come ad esempio il digiuno: «La Quaresima e il digiuno significano l'intensificarsi della lotta contro il demonio. È proprio allora che noi abbiamo un forte bisogno del fuoco divino. I santi commemorati in questo periodo (fra i cui San Gregorio Palamas, San Giovanni Climaco) sono esempi di come si cammina nel digiuno. È in questo modo – prosegue Padre Stefan – che si riscoprono le relazioni tra le persone, il lavoro e l'arte». Infine, si passa a parlare della settimana Santa che costituisce un momento di avvicinamento tanto significativo quanto suggestivo: «Nel giovedì Santo la lettura dei "Dodici Vangeli" è uno degli offici più amati e frequentati: l'attenzione dei fedeli è tutta rivolta alla croce, allorché viene rimossa dall'altare con il canto "Oggi è appeso al legno della croce". Nel venerdì Santo, sono molto seguite la sepoltura di Cristo e la deposizione alla tomba e, di sera, la processione con il Lenzuolo Funebre (l'Epitaffio), intorno alla chiesa, rientrando e passandovi al di sotto, in processione verso la Tomba di Gesù».
  • Feste e celebrazioni religiose
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