Chiaro e Tondo

Liceo o suk?

Chiaro e Tondo 153

Ho tanti piacevoli ricordi legati al Liceo De Sanctis, che ho frequentato tra la fine degli anni '80 ed i primi anni '90. Conquistai la maturità classica nel 1992. Furono cinque anni indimenticabili. Il rito delle matricole che cantavano nella sabbia del riquadro destinato al salto in lungo, nella grandissima palestra scoperta; i primi scioperi; le lezioni di Nicola Pepe, Isa Scarpelli, Franco Caiati; gli amici; le feste; le partite di calcio con gli studenti delle ultime classi; il mitico preside Renato Guarriello… con l'accento alla De Mita; il profumo intenso di quei grandi alberi in fioritura, appena la primavera faceva capolino, nel grande cortile; le merende portate da un omino pelato; le interminabili versioni di latino e greco, le terribili interrogazioni di chimica e storia dell'arte e tanto altro ancora.

Ogni volta che ancora oggi, immagino come tanti altri ex, passo dalle parti del Liceo, questa lieta carrellata mi attraversa velocemente la mente. Ma da qualche domenica a questa parte, uno stridore, un pungo nello stomaco mi raggiunge; cerco di non guardare, di voltare la testa dall'altra parte del finestrino, in auto, guardando il mare o altro; ma non c'è scampo: quella visione mi rifila una stretta al cuore; non per infierire sugli ambulanti che devono pure loro guadagnarsi un tozzo di pane, per carità; ma non riesco a vedere la parte esterna del Liceo ridotta ad un piccolo suk, coi tappeti persiani, originali o taroccati, appesi alle ringhiere esterne delle finestre; con i cd di D'alessio a tutto volume ai piedi del Liceo; con qualche altra cianfrusaglia made in China intorno a quel "gioiello" dell'edilizia fascista che il De Sanctis rappresenta. Mia madre mi racconta spesso del vecchio professor Prologo che, rivolgendosi a coloro che riteneva poco adeguati alla frequenza del Liceo stesso, era solito ripetere: "Potete aspirare alla polvere del Liceo".

Ecco: non vorrei che sia proprio Trani, col suo poco rispetto per l'istituzione in questione, a rischiare di dover seguire quell'invito. Un'aspirante città d'arte, che aspira a vedersi riconosciuta, almeno per il centro – storico, come patrimonio dell'Unesco, non può "maltrattare" un edificio storico, un simbolo dell'architettura del Ventennio (sorvoliamo sulle aiuole esterne spesso invase da deiezioni canine), un emblema della cultura tranese, che ospita un'aula intitolata all'eroe Massimo Pillera, che cercando di salvare i suoi amici da un'esplosione procurata da un esperimento, fu investito dalla stessa rimettendoci la vita giovanissimo. Per questo e molto altro ancora: no al Liceo suk.
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