Chiaro e Tondo

Teatro delle mie brame... brama di senso pratico

Chiaro e Tondo 28

L'idea di fare il nuovo teatro è senz'altro quella più progressista, innovativa, degna d'un governo cittadino attento alla cultura e alla tradizione, alla lingua, alla parola, al gesto e al richiamo della recitazione come specchio della vita di tutti i giorni (politica compresa, nella quale si recita, si finge, si simula fino al paraculismo o, volendo, fino all'esterma arte della dissimulazione).

Prendete il triangolo dialettico dei giorni scorsi tra me, Nolasco e Pinuccio Tarantini: non è stato un pezzo degno del miglior teatro satirico? Non sarebbe un pezzo da mettere in scena, in questo panorama socio - politico tanto piatto? Ma l'esistenza reale, scherzi a parte, incombe: quella della deviazione rispetto al percorso più lineare: perchè il Comune dovrebbe avviare ex novo un'edificazione per la costruzione di un teatro, quando questo ci sarebbe già, con qualche piccola modifica? Il Supercinema, che ora langue, sarebbe acquistabile e adattabile unicamente a teatro, invece di farne, come ci riferisce un consigliere comunale, un parcheggio (altra boutade come quella immaginaria di piazza Plebiscito o reale come la ciofeca di piazza XX Setembre?)

Carlo Alberto, mio bis nonno, antico e indimenticato maestro tranese, nonchè appassionato di teatro e lirica, soleva affermare che l'acustica del Supercinema fosse di fattura e qualità elevatissima, degna di una grande platea. Lo prendo in parola e giro la segnalazione ai nostri amministratori. Vedere infatti un parcheggio a ridosso degli stabili ottocenteschi di Via delle Crociate, dopo le già note presenze inquetanti dei palazzoni multipiani agli angoli di Piazza della Repubblica, sarebbe un ulteriore affronto all'estetica della nostra città. Con la proprietà del Supercinema si potrebbe ragionevolmente trattare e impiantare un struttura di tutto rispetto laddove ci sarebbero già i connotati per una dimensione teatrale adatta, perfetta, piuttosto che imbarcarsi in un'impresa da zero e che offerirebbe più o meno la stessa capienza e non sappiamo se anche la stessa qualità acustica.

Proprio Gae Aulenti, noto architetto che sarebbe stato contattato per la realizzazione di un nuovo teatro, ha recentemente affermato che il termine Cultura è riconducibile all'idea di rispetto dell'ambiente e del contesto in cui si vive. Ecco, non credo che sarebbe felice di sapere che il teatro che starebbe per progettare sfrutta come parcheggio ad esso collegato un'area presso la quale è stato abbattuto un pezzo di storia della nostra città e pone una mostruosità moderna, un parcheggio appunto, a ridosso di edifici ottocenteschi. Non vorrei sembrare il guastafeste della situazione, ma ragazzi, un po' di senso pratico a volte è più utile della smania di buttare giù ciò che già esiste, per tirare su piccoli mostri o per imbarcarsi in avventure che potrebbero richiedre molti anni per la realizzazione.

Se poi abbandoniamo il discorso culturale e intraprendiamo quello morale, sarebbe anche giusto spendere quella cifra a disposizione (5 milioni di euro) per riavviare il martoriato welfare tranese. E' difficile prendere una posizione. Teniamo conto ( e qui mi butto nel fuoco del disprezzo di molti, con questa tesi impopolare) che a Trani sussiste un welfare sotterraneo e "abusivo", fatto di lavoro nero e quant'altro, quindi è facile a volte strumentalizzare certe situazioni per dire no ad un'opera che da troppo attendiamo qui a Trani, pur di opporsi e fare i pladini del popolo.

E allora siccome non mi ritengo un ignavo dell'opinione, che dà insomma ragione a tutti, e resta a metà del guado, atteggiamento che fa di solito girare i "cosiddetti" a tutti, propenderei per l'inaugurazione di un nuovo teatro, cercando di trarre da un'operazione come quella suggerita sopra, una nuova immagine per Trani dal cui "indotto", compreso il rilancio di un' edilizia pulita (rispettosa cioè degli spazi da vivere, del verde e dei beni architettonici locali, a cominciare, ad esempio, dal quartiere ottocentesco ), trae nuova linfa per sostenere quelle esigenze addotte dalle opposizioni (sono infatti tre o quattro a Trani) per dire no al teatro.

Senso pratico, chiediamo a voi signori politici e non desiderio da una parte (la maggioranza) di servirsi di un teatro per farne un "monumentino" a se stessi o semplicemente un souvenir da parte del governo che lo inaugurerà, per i posteri, (un teatro, come detto in apertura è molto di più e Pinuccio Tarantini, che è uomo di cultura, oltre che politico, non cadrà in questa "tentazione") e dall'altra (l'opposizione), per gli stessi motivi, di servirsi del teatro per andare sulla complanare della polemica e del no a tutti i costi. Il prof. Attivissimo, docente di Letteratura Italiana, elemneto di spicco del PD locale, non cadrà in tale tranello e non farà cadere le altre opposizioni.

Vogliamo un teatro per quello che è: opera per l'affinamento di una città già troppo imbastardita dalla sete di guadagno, di potere e dalla poca attenzione per la cultura.Teatro come forma alta di poltica, senso civico e sviluppo di ricchezza morale e materiale.Con rispetto materiale e morale della città
  • Teatro di Trani
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