Del Curatolo
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Qui ridiamo noi, Dardo intervista Giuseppe del Curatolo

Un viaggio nella comicità in Puglia

Da Lino Banfi a Checco Zalone. Dalla A di Arbore alla Z di Zelig, passando dalla C di Gianni Ciardo alla doppia T di Toti e Tata. È un viaggio nel mondo della risata quello che propone Repubblica Bari con il libro Qui ridiamo noi. La comicità in Puglia da Lino Banfi a Checco Zalone - a cura del capo della redazione barese Domenico Castellaneta con il coordinamento editoriale del giornalista Antonio Di Giacomo - che sarà distribuito in omaggio acquistando il giornale domani ( si consiglia la prenotazione nell'edicola di fiducia).

L'onda lunga della comicità made in Puglia può generare un infinito alfabeto di nomi che - fra protagonisti e spalle - hanno lasciato una traccia ben riconoscibile nel mondo dello spettacolo. A partire da Radio Bari, nel dopoguerra, passando per i teatri dell'avanspettacolo e finendo al cinema degli ultimi anni: un viaggio per celebrare e ricordare veri e propri fenomeni nazionalpopolari che fanno ormai parte dell'immaginario degli italiani.

Facce, voci, cadenze, slang e tic chiaramente riconoscibili grazie alla bravura di decine di artisti che, partiti dalla Puglia o con solide radici pugliesi (due su tutti Walter Chiari e Diego Abatantuono), fra cinema, teatro, radio e televisione hanno scritto una storia densa e avvincente. E ora viene raccontata da giornalisti, scrittori, studiosi e, in presa diretta, dalla voce di alcuni degli stessi protagonisti.E tanti di questi attori, prima di arrivare sulla ribalta nazionale, sono partiti dai piccoli teatri baresi: di loro l'attore e regista Vito Signorile racconta i primi passi. Oppure sono partiti dalle tv locali dando vita a veri e propri fenomeni che hanno addirittura modificato il linguaggio come ricostruisce l'attore Totò Onnis. Campioni di questa evoluzione sono stati sicuramente Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, Toti e Tata, che come ricostruisce lo scrittore Premio Strega Mario Desiati sono stati protagonisti di una lunga stagione i cui effetti hanno attraversato un trentennio. "L'epopea delle televisioni private italiane - scrive Desiati - non può prescindere da costoro (...) La qualità della loro satira era al passo coi tempi, pure troppo. Talmente avanti che Toti e Tata probabilmente sono tra i comici più saccheggiati di questi anni".

Il primo a entrare nelle case degli italiani con il suo accento marcatamente pugliese è stato indubbiamente Lino Banfi grazie alle trasmissioni televisive a cavallo fra gli anni '60 e '70: "Ho italianizzato il dialetto parlato dai nostri contadini " , spiega l'attore nell'intervista a Gianni Messa. " All'inizio - racconta ancora l'attore - risultai parecchio antipatico a un certo tipo di élite pugliese che non perdeva occasione per rinfacciarmelo. Però quel tipo di linguaggio mi aiutò a farmi strada da solo nel mondo dello spettacolo " . E ricorda come Checco Zalone abbia più volte detto: " Lino Banfi ci ha aperto la strada". E proprio di Luca Medici/ Checco Zalone, con cui ha dato vita al personaggio dell'onorevole Nicola Binetto nel film campione di incassi " Quo Vado", dice: " Lo adoro".

Il capitolo dedicato all'attore-regista di Capurso è firmato da Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st, che - numeri alla mano - racconta i grandi successi cinematografici da Cado dalle nubi a Tolo Tolo definendo i contorni di un fenomeno che va ben oltre le sale cinematografiche diventando virale sul web con le sue canzoni e performance da milioni di visualizzazioni. Una strada pugliese è anche tracciata nella radio, non solo come realtà locale grazie alla storica trasmissione La Caravella andata in onda sulla Rai regionale dal 1947 al 1976, ma anche come punto di riferimento nazionale soprattutto grazie a Renzo Arbore e al suo amico e compagno di giochi Mario Marenco che, nel mitico Alto gradimento, insieme a un gruppo di ineguagliabili artisti hanno creato una vera e propria scuola della goliardia. E a proposito di artisti a tutto tondo come non ricordare Maurizio Micheli ( si racconta in un'intervista a Vito Marinelli), Gianni Ciardo (nel ritratto curato da Nicola Signorile) o Lucio Montanaro, caratterista e spalla in decine di film, ricordato da Giuseppe del Curatolo. O ancora Lucia Zotti, Nietta Tempesta, Mariolina De Fano, Carmela Vincenti, Tiziana Schiavarelli, alcune fra le attrici bandiera del made in Puglia citate da Lucia Di Roma.

" La comicità in Puglia - sintetizza in un suo contributo la professoressa Angela Bianca Saponari, storica del cinema e docente all'Università di Bari - ha trovato nel tempo un'ampia radicalizzazione attraverso il lavoro di attori, registi, autori che hanno contribuito a declinare varianti sempre nuove della maschera del pugliese doc. Spettatori privilegiati del mondo che rappresentavano, questi artisti sono stati capaci di interpretare le dinamiche sociali di un territorio periferico come la Puglia, individuandone ingenuità, difetti e storture, per raccontarli attraverso canali mediatici differenti".Tutto questo solo per cominciare. Nei capitoli di Qui ridiamo noi c'è tanto altro a partire dall'analisi delle maschere pugliesi per finire con Trani capitale del cinema sexy anni '70 (una ricostruzione di Vito Santoro), passando per una lingua che da punto di debolezza è diventata punto di forza come spiegano Marco Giusti, nell'intervista rilasciata ad Antonella W. Gaeta ("Fu Lacapagira a ribaltare tutto"), e il regista Nico Cirasola che ricostruisce l'evoluzione del dialetto ricordando il personaggio del "terrunciello nato nel Derby di Milano che usava un linguaggio rubato da pugliesi trapiantati nella metropoli". E infine la televisione degli ultimi anni che, racconta Anna Puricella, con Zelig ha trovato una fucina di talenti da esportazione made in Puglia.

Francesco Porcelli / Dardo per Traniviva intervista Giuseppe Del Curatolo, racconta la genesi di questo volume e il capitolo composto da lui e dedicato a Lucio Montanaro. Qui il podcast su youtube. Nel dialogo telefonico con Giuseppe, l'autore ricorda anche il contributo di Vito Santoro per questa importante pubblicazione per Repubblica. Santoro ha narrato la nostra Trani degli anni settanta, vero e proprio set cinematografico della commedia sexy all'italiana. L'intervista poi prende una piacevole piega verso la grafica, il fumetto e la satira. Del Curatolo ci parla di Lucca Comics, Frigidaire, Il Male, Frigolandia, Hurricane Ivan, Mad Magazine, Vincenzo Sparagna e Frigolandia che oggi più che mai ha bisogno del nostro sostegno.
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Riportare la satira nella realtà quotidiana

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