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A Trani una boccata d’aria fresca, per una volta

Dalla scuola alla nuova politica (di domani). Tra un racconto ed una riflessione

Era da un po' di tempo che non mi occupavo della scuola in cui lavoro, la "Baldassarre", o come la chiamano qui, "la scuola di piazza Dante". Pensavo di evitare di sfruttare un "vantaggio" sproporzionato, rispetto ad altri colleghi, che non hanno certo una rubrica personale per poter parlare della propria scuola. In verità, negli anni precedenti avevo scritto numerosi articoli sulle iniziative organizzate da questa storica istituzione scolastica tranese, nella quale lavoro ormai dal 2008, dopo oltre sette anni di precariato, sempre a metà tra la cattedra ed il giornalismo, la lavagna e la tastiera, i voti da assegnare e le interviste ai politici ed i commenti dei lettori sui forum di discussione. Poi prevalse quella riflessione e smisi di occuparmene, se non per qualche esplicita richiesta di colleghi o dirigenti. Ma quest'anno ho pensato che non potevo farne a meno: tornare a scrivere in modo analitico e, per una volta, ampio, in uno spazio dedicato alla riflessione socio – politica, della scuola in cui lavoro. Sì, perché la scuola, in senso lato, diviene, o dovrebbe risultare a differenza che in passato, almeno nelle intenzioni di chi è al governo ora, un luogo più decisivo, più centrale per il cambiamento della società. Se si vuole cambiare, bisogna cambiare dalla scuola, dall'educazione, dalla motivazione nuova, dalla mentalità diversa che va impressa nelle menti dei futuri cittadini. Perse le speranze, o quasi, per le condizioni dell'attuale disastrosa classe dirigente, affogata nel clientelismo e nell'incompetenza dilagante, spesso camuffata da vuoto attivismo, da sterile presenzialismo, non ci resta che puntare sulla formazione di cittadini nuovi di zecca: i nostri figli, i nostri alunni. Gli investimenti sull'istruzione (quella di qualità, non quella "impiegatizia" o da "parcheggio permanente", per alunni e prof.) in tante altre nazioni, come gli Usa, la Francia, i paesi scandinavi, sono una realtà scontata. Da tempo.

Il ritorno alla "Baldassarre", in articoli come questo, sui media e nelle discussioni tra cittadini, genitori o studenti, gente comune e rappresentanti delle istituzioni, ha diverse motivazioni: l'arrivo di una nuova dirigente, Gabriella Catacchio, un gruppo di docenti stimolati a fare sempre meglio. O l'organizzazione di manifestazioni come quella di un paio di settimane fa: un evento, quello voluto dalla giovane e motivata dirigente, che è andato fuori dagli schemi rispetto alla consuete rappresentazioni scolastiche. Un tema, quello del "sogno" che può diventare realtà nelle ambizioni dei giovani, sfruttando il proprio talento, ha fatto da punto di riferimento; insieme a questo, con un'idea non fine a se stessa, ma orientata a trasmettere un messaggio pratico, (questa la novità) è arrivato l'ospite d'onore, il nostro concittadino Stefano Scarpa, affermatosi a livello nazionale attraverso il suo talento da ginnasta giocoliere del proprio fisico, l'Uomo Bandiera, che ha spiegato come crederci, come provare a tramutare un sogno in realtà. Spronato e contattato dal prof. Raffaele Musicco, docente di educazione fisica presso la stessa scuola, Stefano ha accettato di presentarsi alla "Baldassarre" col suo bagaglio di ragazzo umile, ma testardo, forte, ma sensibile, col suo messaggio di speranza e sogno, sacrificio e tenacia. Le canzoni interpretate dagli alunni con la prof. Marilena Gaudio a fare anche da presentatrice, gli striscioni in lingua inglese che inneggiano ai temi salienti della manifestazione, sono stati poi tutti ingredienti che hanno contribuito a farci capire che la scuola oggi ha un nuovo ruolo: non più imposizione di nozioni, ma luogo in cui realizzare se stessi ed i propri sogni, attraverso la conoscenza, la cultura, la capacità di sacrificio. Ecco perché ho deciso di occuparmene, questa settimana, in un luogo in cui di solito, trovano spazio valutazioni politiche o riguardanti rilevanti problemi sociali. Dalla scuola possiamo e dobbiamo ripartire, perché un domani, non dovremo piangerci l'ennesima classe dirigente incapace, da attaccare con l'ennesimo editoriale più o meno acido. Per una volta ci siamo regalati una boccata d'aria fresca.
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