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Bandiere blu e vele: non solo immagine, ma obiettivi per la nuova economia della Bat

Intervento di Emmanuele Daluiso, vice presidente Euro*IDEES-Bruxelles

Nei giorni scorsi si è tenuto a Roma presso il Ministero dell'Ambiente un incontro con i Comuni costieri della BAT, la Provincia BAT, la Regione Puglia per la definitiva intesa sull'utilizzo di 15 milioni di euro previsti dalla Legge di Stabilità 2016 a valere sul triennio 2016-2018, di cui un terzo dovrà essere impegnato entro la fine del 2016. Si tratta di una notizia importante sotto un duplice punto di vista: il primo riguarda la possibilità di affrontare le emergenze di difesa della costa della BAT, il secondo riguarda l'avvio del processo di elaborazione di una strategia di lungo periodo di sviluppo sostenibile del sistema costiero della BAT.

L'accordo sulla difesa della costa e il finanziamento di 15 milioni di euro

La disponibilità di 15 milioni di euro per interventi di difesa della costa BAT è un primo risultato importante dell'accordo siglato nel 2014 fra i comuni di Bisceglie, Trani, Barletta, Margherita di Savoia, la Regione Puglia, la Provincia BAT, il Politecnico di Bari e Università di Pescara-Chieti.
Si tratta di un accordo finalizzato ad affrontare le grandi sfide dello sviluppo sostenibile del sistema costiero della BAT, che sono sfide di natura ambientale, ma anche di natura economica, sociale, urbanistica; tutte sfide da affrontare per il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali, così come per rendere il territorio della BAT più attrattivo.
L'intesa fra i comuni per l'utilizzo dei primi fondi ottenuti, atteso il criterio fissato dal Ministero dell'Ambiente di finanziare solo interventi di più immediata cantierabilità, privilegia scelte per affrontare le maggiori emergenze di natura ambientale e di difesa costiera. Si tratta di una prospettiva programmatica di corto respiro rispetto alle ambizioni dell'accordo del 2014, ma che già pone i comuni interessati sotto pressione, attesa la carenza di progetti immediatamente cantierabili.
Adesso incombe l'obiettivo di predisporre quanto prima la progettualità richiesta dal Ministero per evitare di perdere i finanziamenti ottenuti. Ma la vera grande sfida che si apre alle comunità locali, agli operatori economici, alle istituzioni locali è quella di intraprendere un percorso programmatico in grado di elaborare e attuare una strategia che punti all'attuazione locale della politica europea per gli affari marittimi e la pesca, così come all'attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

La strategia e i fondi dell'Ue per l'economia del mare: la strategia per la macroregione Adriatica Ionica

Occuparsi di coste e di mare apre le porte a quella che nei tempi attuali viene definita "economia del mare" o "blu economy", un'economia che coinvolge un'articolata filiera di attività, dai contorni sfumati, ma in cui rientrano certamente il trasporto di merci e persone, la pesca e l'acquacoltura, la cantieristica, i servizi di alloggio e ristorazione, la ricerca e la tutela ambientale, le estrazioni marine, le attività sportive e ricreative. In Italia la filiera dell'economia del mare rappresenta attualmente oltre il 3% delle imprese iscritte al Registro delle imprese e il 3,5% del valore aggiunto dell'economia nazionale, un valore che si eleva sino al 9%, considerando l'insieme delle attività dirette e indirette (fonte UNIONCAMERE- V Rapporto sull'economia del mare, maggio 2016). Si tratta di un pezzo dell'economa nazionale che meglio ha reagito alla crisi mondiale scoppiata nel 2008.

L'importanza dell'economia del mare è stata riconosciuta dall'Unione europea che ha creato un fondo specifico che si occupa della pesca e più in generale degli affari marittimi. Si tratta del FEAMP, dotato per il periodo 2014-2020 di 6,4 miliardi di euro, di cui 537 milioni assegnati all'Italia, che sostiene i pescatori nella transizione verso una pesca sostenibile, aiuta le comunità costiere a diversificare le loro economie, finanzia i progetti che creano nuovi posti di lavoro e migliorano la qualità della vita nelle regioni costiere europee, agevola l'accesso ai finanziamenti.

Le risorse specifiche del FEAM saranno utilizzate in forma integrata e coordinata con gli altri fondi dell'Unione, finalizzati a finanziare l'occupazione e la crescita economica, in particolare interventi infrastrutturali e interventi di sostegno alle imprese, in una logica di sviluppo sostenibile. A partire dall'economia marittima è stata anche lanciata dall'Ue la Strategia della Macroregione Adriatica Ionica (EUSAIR è l'acronimo in inglese), fondata sulla collaborazione fra quattro Paesi UE (Croazia, Grecia, Italia, Slovenia) e quattro Paesi non Ue (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia), che si interessa di crescita blu, connettività terra-mare, connettività dell'energia, protezione dell'ambiente e turismo sostenibile, tutti settori destinati a svolgere un ruolo cruciale nel creare posti di lavoro e stimolare la crescita economica nella macroregione.

La programmazione delle risorse del FEAMP e degli altri fondi strutturali e d'investimento europei e dei fondi di preadesione per i Paesi candidati e la strategia EUSAIR rappresentano un contesto importante per la progettazione di interventi di sviluppo del sistema costiero della BAT e l'accordo raggiunto nel 2014 dai comuni costieri della BAT rappresenta un importante tassello in tale direzione.

Il Progetto Strategico della Costa della Provincia BAT e la rigenerazione urbana

Un altro quadro di riferimento programmatico per lo sviluppo della costa della BAT è quello del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di recente approvazione, che al proprio interno contempla il Progetto Strategico Territoriale 3 – Il sistema costiero, finalizzato a creare uno scenario programmatico di interventi di varia natura fra loro integrati e coordinati. Rilevante ai fini della definizione e attuazione del PST 3 è la normativa regionale sulla rigenerazione urbana, la legge 21/2008, finalizzata a rigenerare "parti di città e sistemi urbani in coerenza con strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani, mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati".

Le certificazioni ambientali Bandiera blu e Vele blu

Quello che si intende porre al centro dell'attenzione delle istituzioni locali in questa sede è l'importanza di ancorare il processo programmatico e progettuale del sistema costiero della BAT a obiettivi dal forte valore evocativo quali possono essere l'ottenimento per la costa della BAT della Bandiera Blu assegnata dall'organizzazione internazionale FEE, e delle 5 Vele Blu assegnate da Legambiente e dal Touring Club Italiano. Si tratta di obiettivi in grado di esaltare il protagonismo delle popolazioni e delle istituzioni locali, come mostra l'esperienza sin qui maturata.

La Bandiera blu dell'organizzazione internazionale FEE e le Vele blu di Legambiente e Touring Club Italiano aprono scenari di sviluppo basati sulla creazione di valori territoriali, che sono valori ambientali, valori sociali, valori economici, in altri termini valori identitari di un territorio. Queste certificazioni ambientali, come emerge da alcune analisi valutative d'impatto, di per sé non modificano sostanzialmente la capacità di attrazione turistica, almeno nel breve termine, ma innescano una capacità di mobilitazione dei cittadini, degli operatori economici, sociali e ambientali, e delle istituzioni per promuovere e realizzare politiche di sviluppo sostenibile che tornano a vantaggio principalmente delle comunità locali.

Le procedure per l'assegnazione di queste certificazioni puntano infatti a qualificare i sistemi territoriali costieri, che al fine del miglioramento della qualità delle acque e della attrattività turistica devono avviare un processo virtuoso in grado di incidere su vari aspetti della vita quotidiana delle popolazioni locali costiere, dall'uso del suolo, alla mobilità, ai consumi idrici, alla depurazione delle acque reflue, all'energia, ai rifiuti, ai servizi socio-sanitari, all'educazione ambientale.
Ma l'aspetto forse più sfidante è la capacità di mantenere nel tempo questi riconoscimenti che vengono fatti annualmente. Per esempio, in Puglia negli ultimi 17 anni, a partire dal 2000 nessun comune è riuscito permanentemente a mantenere la Bandiera blu per tutto il tempo. I comuni più virtuosi sono quelli di Ginosa e Ostuni che hanno mantenuto il riconoscimento per 15 anni, seguiti da Castrignano del Capo con 12 anni. Nella BAT i soli comuni che hanno avuto il riconoscimento della Bandiera blu sono Bisceglie e Margherita di Savoia. Bisceglie però è dal 2006 che non ha più questo prestigioso riconoscimento, mentre Margherita di Savoia è entrata a far parte di questo club a partire dal 2004.

Per quanto riguarda il riconoscimento delle Vele blu solo Trani nella BAT ha questo riconoscimento, ma in una scala che va da 1 a 5 Vele si è fermata negli ultimi anni al massimo a 2, rispetto a Polignano a Mare, Otranto, Melendugno e Castro che veleggiano a 5 Vele.

Obiettivi condivisi dalle comunità locali
Quello che ora è importante è che questi possibili obiettivi di puntare in modo stabile alla Bandiera Blu e alle 5 Vele Blu diventino obiettivi delle intere comunità locali. Come è successo in altre realtà anche nella BAT le istituzioni locali possono farsi promotori di un grande dibattito pubblico sul futuro del territorio costiero, sulla sua rigenerazione ambientale, economica e sociale. Nella misura in cui questo processo verrà attivato potranno essere colti risultati corrispondenti in termini di occupazione e di qualità della vita che poi sono le questioni che principalmente interessano alle persone che vivono sul territorio, così come ai turisti che vi arrivano.

Emmanuele Daluiso
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
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