
Politica
Banchi con lo sponsor, Pompeo Camero difende la scelta
«La scuola va sostenuta con tutte le risorse possibili, anche private»
Trani - mercoledì 13 ottobre 2010
L'assessore alle politiche attive del lavoro, alle politiche scolastiche e della pubblica istruzione della Provincia di Barletta, Andria, Trani Pompeo Camero, ha risposto all'assessore al diritto allo studio della Regione Puglia, Alba Sasso, in merito alla sponsorizzazione degli arredi didattici nelle scuole della Bat.
«Ero certo che a quest'Italia a più voci, nel dibattito intessutosi sulla mia proposta di sponsorizzazione dei banchi di scuola, non avresti di certo fatto mancare la tua. Pur nelle differenti sensibilità, avverto però un comune denominatore nella percezione sociale del problema risorse per la scuola pubblica, ma temo che accadrà fra non molto che ancora il tema risorse scarse da noi tornerà al centro del dibattito pubblico quando si tratterà di chiudere in Puglia 22 nosocomi per sopprimere circa 2.400 posti letto. Se soltanto 5 anni fa avessimo seguito Fitto, probabilmente oggi avremmo razionalizzato già la nostra rete ospedaliera, rimesso a posto i livelli essenziali di assistenza, stabilizzato i lavoratori con le internalizzazioni e, nella spesa sanitaria, avremmo reso meno bollenti spiriti per gli scottanti affari.
D'altronde il rischio default in Italia purtroppo incombe; lo abbiamo già vissuto sulla nostra pelle anche per la previdenza, per via di una riforma del sistema pensionistico tanto avversato dalla tua parte politica da far cadere un Governo di centrodestra, per poi ritrovarcelo comunque applicato in maniera ancor più dura ed inesorabile, proprio perché ineludibile. I tagli in finanziaria sono lacrime e sangue per tutti e quando poi sono lineari possono persino produrre macelleria sociale.
Sappiamo che il nostro è un Paese che produce più debito che ricchezza, consumando, purtroppo, prodotto interno lordo. All'interno crescono però le comunità che gestiscono con rigore, effettuando tagli alla spesa pubblica ed investendo in maniera mirata. In Puglia occorre che la Regione, secondo un modello di condivisione delle responsabilità, con Province e Comuni, vada verso una governance multilevel, facendo massa critica affinché si possa andare oltre la soglia quantitativa minima per ottenere l'auspicato mutamento qualitativo.
E' evidente che abbiamo necessità di integrare le risorse pubbliche ed a questa regola la scuola non fa di certo eccezione. E allora affrontiamo il momento contingente approvvigionandoci di danaro che comunque consenta l'acquisto di sedie, cattedre e banchi nuovi, meglio se adeguati alle norme antisismiche. La mia weltanschauung (visione del mondo) mi porta ad andar oltre gli steccati, tanto da considerare la sponsorizzazione dei banchi un fatto assolutamente normale. In questi giorni, nell'arena mediatica, mi è capitato di leggere sull'argomento di tutto: dalla svendita dell'indipendenza conoscitiva alle sovvenzioni degli anfitrioni locali, alla vendita di pentole in classe. Una sorta di demonizzazione di tutto ciò che sa di privato. Mi domando: ma la famiglia, ancor prima della scuola, non è agenzia educativa? Forse i genitori fra le mura domestiche impediscono che si acceda ad Internet, si acquistino giornali, si accenda la televisione? È pensabile che si somministri ai propri figlioli la nutella occultandone il brand sul barattolo? Dovremmo forse dotare i docenti di una sorta di parental o teacher control od impedire che a scuola si acceda con indumenti griffati?
La scuola non è un enclave, bensì parte attiva della nostra società della quale ne studia le dinamiche, con pregi e difetti sviluppando, specie nei ragazzi dell'istruzione superiore, il senso critico. Rimettiamo la scuola pubblica al centro degli interessi della nostra società. Difendiamola modernizzandola secondo i paradigmi tecnologici del nostro secolo, riconvertiamola innovandone l'approccio formativo, sosteniamola con tutti i mezzi possibili. E' questo che contribuirà alla sua crescita.
E dunque, assessore Sasso, tiriamoci fuori da sterili polemiche sul danaro pubblico statale che c'è ma non si spende. Cosa dovrei dire io, che per la mia Provincia attendo ancora dalla Regione Puglia, proprio per la formazione professionale, l'erogazione in conto anno 2010 di circa 6 milioni di euro del Fondo sociale europeo nonostante detta somma sia già nelle sue disponibilità?».
«Ero certo che a quest'Italia a più voci, nel dibattito intessutosi sulla mia proposta di sponsorizzazione dei banchi di scuola, non avresti di certo fatto mancare la tua. Pur nelle differenti sensibilità, avverto però un comune denominatore nella percezione sociale del problema risorse per la scuola pubblica, ma temo che accadrà fra non molto che ancora il tema risorse scarse da noi tornerà al centro del dibattito pubblico quando si tratterà di chiudere in Puglia 22 nosocomi per sopprimere circa 2.400 posti letto. Se soltanto 5 anni fa avessimo seguito Fitto, probabilmente oggi avremmo razionalizzato già la nostra rete ospedaliera, rimesso a posto i livelli essenziali di assistenza, stabilizzato i lavoratori con le internalizzazioni e, nella spesa sanitaria, avremmo reso meno bollenti spiriti per gli scottanti affari.
D'altronde il rischio default in Italia purtroppo incombe; lo abbiamo già vissuto sulla nostra pelle anche per la previdenza, per via di una riforma del sistema pensionistico tanto avversato dalla tua parte politica da far cadere un Governo di centrodestra, per poi ritrovarcelo comunque applicato in maniera ancor più dura ed inesorabile, proprio perché ineludibile. I tagli in finanziaria sono lacrime e sangue per tutti e quando poi sono lineari possono persino produrre macelleria sociale.
Sappiamo che il nostro è un Paese che produce più debito che ricchezza, consumando, purtroppo, prodotto interno lordo. All'interno crescono però le comunità che gestiscono con rigore, effettuando tagli alla spesa pubblica ed investendo in maniera mirata. In Puglia occorre che la Regione, secondo un modello di condivisione delle responsabilità, con Province e Comuni, vada verso una governance multilevel, facendo massa critica affinché si possa andare oltre la soglia quantitativa minima per ottenere l'auspicato mutamento qualitativo.
E' evidente che abbiamo necessità di integrare le risorse pubbliche ed a questa regola la scuola non fa di certo eccezione. E allora affrontiamo il momento contingente approvvigionandoci di danaro che comunque consenta l'acquisto di sedie, cattedre e banchi nuovi, meglio se adeguati alle norme antisismiche. La mia weltanschauung (visione del mondo) mi porta ad andar oltre gli steccati, tanto da considerare la sponsorizzazione dei banchi un fatto assolutamente normale. In questi giorni, nell'arena mediatica, mi è capitato di leggere sull'argomento di tutto: dalla svendita dell'indipendenza conoscitiva alle sovvenzioni degli anfitrioni locali, alla vendita di pentole in classe. Una sorta di demonizzazione di tutto ciò che sa di privato. Mi domando: ma la famiglia, ancor prima della scuola, non è agenzia educativa? Forse i genitori fra le mura domestiche impediscono che si acceda ad Internet, si acquistino giornali, si accenda la televisione? È pensabile che si somministri ai propri figlioli la nutella occultandone il brand sul barattolo? Dovremmo forse dotare i docenti di una sorta di parental o teacher control od impedire che a scuola si acceda con indumenti griffati?
La scuola non è un enclave, bensì parte attiva della nostra società della quale ne studia le dinamiche, con pregi e difetti sviluppando, specie nei ragazzi dell'istruzione superiore, il senso critico. Rimettiamo la scuola pubblica al centro degli interessi della nostra società. Difendiamola modernizzandola secondo i paradigmi tecnologici del nostro secolo, riconvertiamola innovandone l'approccio formativo, sosteniamola con tutti i mezzi possibili. E' questo che contribuirà alla sua crescita.
E dunque, assessore Sasso, tiriamoci fuori da sterili polemiche sul danaro pubblico statale che c'è ma non si spende. Cosa dovrei dire io, che per la mia Provincia attendo ancora dalla Regione Puglia, proprio per la formazione professionale, l'erogazione in conto anno 2010 di circa 6 milioni di euro del Fondo sociale europeo nonostante detta somma sia già nelle sue disponibilità?».
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