Politica
Lavoro ed emancipazione femminile: «Italia in ritardo»
Margherita Mastromauro (Pd): «Lontani anni luce dalla media europea»
Trani - mercoledì 13 ottobre 2010
«Il dato che emerge dalla classifica sul Gender gap del World economic forum (che misura il divario di genere in termini di opportunità) è molto negativo e non può lasciarci indifferenti. Oltre alla questione meridionale è evidente che esiste una questione femminile nel nostro Paese e ciò che è peggio è che non se ne parla nelle sedi istituzionali se non per fare pura demagogia». A dirlo è l'onorevole del Pd, Margherita Mastromauro.
«Nell'ultimo trentennio - continua l'onorevole tranese - un percorso di emancipazione femminile c'è sicuramente stato. Il nostro Paese è cambiato ed anche il nostro sud è cambiato. La Puglia, per esempio, oggi è una regione straordinaria, all'avanguardia, alla ricerca di un nuovo modo diverso di essere il sud Italia. Tuttavia i dati sulla disoccupazione femminile restano davvero preoccupanti. Con il 46% di donne impiegate in Italia siamo ben 11 punti sotto la media europea. Al sud siamo al 31%, quindi 26 punti sotto la media europea e lontani da quel 60% entro il 2010 stabilito dall'agenda di Lisbona».
Ma a preoccupare non è solo il dato legato alla carenza occupazionale: «Le proposte di legge per la parità di ingresso nel mondo del lavoro, di trattamento economico, di un welfare moderno che permetta alla donna di conciliare maternità, lavoro e carriera, non mancano: il fatto è che giacciono da anni in Parlamento e le risorse per le pari opportunità nel frattempo sono state drasticamente ridotte. Occorrono, al contrario e con urgenza, incentivi fiscali all'occupazione femminile e un serio potenziamento dei servizi che consentano alla donna di conciliare lavoro e famiglia. Investire in questo settore è d'obbligo per una società che vuole dirsi civile e che voglia guardare al futuro con ottimismo».
«Nell'ultimo trentennio - continua l'onorevole tranese - un percorso di emancipazione femminile c'è sicuramente stato. Il nostro Paese è cambiato ed anche il nostro sud è cambiato. La Puglia, per esempio, oggi è una regione straordinaria, all'avanguardia, alla ricerca di un nuovo modo diverso di essere il sud Italia. Tuttavia i dati sulla disoccupazione femminile restano davvero preoccupanti. Con il 46% di donne impiegate in Italia siamo ben 11 punti sotto la media europea. Al sud siamo al 31%, quindi 26 punti sotto la media europea e lontani da quel 60% entro il 2010 stabilito dall'agenda di Lisbona».
Ma a preoccupare non è solo il dato legato alla carenza occupazionale: «Le proposte di legge per la parità di ingresso nel mondo del lavoro, di trattamento economico, di un welfare moderno che permetta alla donna di conciliare maternità, lavoro e carriera, non mancano: il fatto è che giacciono da anni in Parlamento e le risorse per le pari opportunità nel frattempo sono state drasticamente ridotte. Occorrono, al contrario e con urgenza, incentivi fiscali all'occupazione femminile e un serio potenziamento dei servizi che consentano alla donna di conciliare lavoro e famiglia. Investire in questo settore è d'obbligo per una società che vuole dirsi civile e che voglia guardare al futuro con ottimismo».
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