Monitor
Le invasioni barbariche
L'editoriale di Giovanni Ronco
venerdì 9 giugno 2006
Se il prezzo del cosiddetto turismo d'elites (?), della movida e dell'immagine di città ricca di locali alla moda, di ricchi premi e cotillons, deve consistere nell'assalto barbarico e ignobile ai luoghi o alle opere d'arte, nella scriteriata concessione di licenze su licenze per locali su locali, allora forse sarebbe meglio rinunciare a questa ormai pacchiana etichetta. Il prezzo da pagare è sotto gli occhi di tutti: tavolini strabordanti dappertutto, divani e divanetti, poltronazze in vimini, cassonetti stracarichi nelle ore "di punta" del passeggio, pedane in legno più o meno mastodontiche sparse qua e là in un centro storico e una zona – porto tanto caratteristici e unici dal canto loro, quanto invasi e "alterati", nei loro tratti originari, dall'invasione barbarica di tavoli e tavolini.
È notizia di queste ore che, due notti fa, un incendio che i vigili urbani hanno ipotizzato "doloso", oltre a mandare in fiamme uno di questi noti locali sul porto, avrebbe sfiorato la chiesa di Ognissanti, che attualmente sta ospitando l'Arciconfraternita dell'Addolorata, per via dei restauri a Santa Teresa, rischiando di danneggiare uno dei gioielli della nostra arte sacra. La domanda di noi allibiti cittadini agli amministratori è se s'intenda ancora a lungo perseguire la politica della "cassa piena" attraverso la concessione di montagne di licenze per locali a ridosso di monumenti o presenti in zone nevralgiche del centro storico, o se finalmente non si voglia usare un po' di rispetto per la nostra arte, la nostra cultura, violentate quotidianamente dalla logica del profitto e dell'ignoranza. Altro che assessorati al centro storico, altro che lezioni di tradizione e orgoglio tranese… L'ultima voce, in tal senso, se vera, sarebbe disarmante, aberrante, avvilente.
Si starebbe per costruire un ristorante sul fortino della villa comunale, con vista mare e cucine a ridosso della chiesa di Sant'Antuono, con tutti i rischi analoghi a quelli di cui sopra. Sinceramente non ho nemmeno il coraggio di andare a verificare una notizia del genere. Spero solo venga smentita e che il ristorante, se proprio vogliamo rispettare tutti e permettere alla gente di lavorare, si costruisca da un'altra parte, magari sempre con vista mare. Tanta gente qui a Trani, relata refero, avrebbe nostalgia di quel ristorante allo "Scoglio di frisio", un posto con ottima panoramica e che non andrebbe a violentare opere d'arte e storia tranese. Guarda che ci tocca fare: pure le guide alla collocazione dei ristoranti. Che vergogna.
È notizia di queste ore che, due notti fa, un incendio che i vigili urbani hanno ipotizzato "doloso", oltre a mandare in fiamme uno di questi noti locali sul porto, avrebbe sfiorato la chiesa di Ognissanti, che attualmente sta ospitando l'Arciconfraternita dell'Addolorata, per via dei restauri a Santa Teresa, rischiando di danneggiare uno dei gioielli della nostra arte sacra. La domanda di noi allibiti cittadini agli amministratori è se s'intenda ancora a lungo perseguire la politica della "cassa piena" attraverso la concessione di montagne di licenze per locali a ridosso di monumenti o presenti in zone nevralgiche del centro storico, o se finalmente non si voglia usare un po' di rispetto per la nostra arte, la nostra cultura, violentate quotidianamente dalla logica del profitto e dell'ignoranza. Altro che assessorati al centro storico, altro che lezioni di tradizione e orgoglio tranese… L'ultima voce, in tal senso, se vera, sarebbe disarmante, aberrante, avvilente.
Si starebbe per costruire un ristorante sul fortino della villa comunale, con vista mare e cucine a ridosso della chiesa di Sant'Antuono, con tutti i rischi analoghi a quelli di cui sopra. Sinceramente non ho nemmeno il coraggio di andare a verificare una notizia del genere. Spero solo venga smentita e che il ristorante, se proprio vogliamo rispettare tutti e permettere alla gente di lavorare, si costruisca da un'altra parte, magari sempre con vista mare. Tanta gente qui a Trani, relata refero, avrebbe nostalgia di quel ristorante allo "Scoglio di frisio", un posto con ottima panoramica e che non andrebbe a violentare opere d'arte e storia tranese. Guarda che ci tocca fare: pure le guide alla collocazione dei ristoranti. Che vergogna.