Monitor

Partitopoli

L'editoriale di Giovanni Ronco

Il titolo non tragga in inganno e non faccia spaventare nessuno. La parte finale della parola "partito" (da intendersi politico), non richiama la lugubre eco inflazionata per parole tipo "tangentopoli" o "calciopoli". Nient'affatto.
Quel "poli" finale richiama la parola greca cui si riferisce e cioè "città". Città dei partiti. Città in mano ai partiti. Come scrissi qualche tempo fa, dopo la brutta scottatura della parentesi Avantario, la società civile, (termine che il sindaco gradisce pochissimo se accostata alla vita politica) ha definitivamente "abdicato", ha rinunciato a fare capolino in quest'ultimo settore, e sta, in modo preoccupante, e per la gioia di segretari di partito e galoppini di varia schiatta, delegando tutto: decisioni, progettazioni, ipotesi di lavoro in vista della nuova provincia ai vecchi, immortali, immarcescibili partiti. Bravi a fare e disfare. Ma non sempre a cogliere i reali problemi della cittadinanza.

Ma un po' ce la siamo voluta: le ultime liste civiche si sono apparentate al governo, perdendo di fatto, pur con gli interventi ad hoc di Forza Trani, su varie deficienze della città, quella spinta autonomista e sbarazzina, di fatto dalla parte della gente, marchio col quale nascono. Il vecchio esperimento di "Cittaperta" ( i più giovani già non sanno cosa sia) si è squagliato nel giro di un paio di valzer. Le associazioni che gravitano intorno alle aree politiche appaiono timide, poco incisive; in una parola hanno forse paura di bruciare qualche loro elemento in vista delle prossime elezioni, più vicine di quanto non si pensi. E allora cosa si fa? Il Sindaco, primo propugnatore, in teoria giustamente dopo ciò che si era visto negli ultimi anni, della politica dei professionisti, al 99,99 % non si ricandiderà alle prossime elezioni, lasciando campo libero o ad un uomo "di partito" e già sindaco in passato (si parla di Di Marzio) o ad una ex rappresentante, di una di quelle liste civiche, che forse ci proverà anche stavolta e forse con risultati migliori che in passato (si parla della Chiarello). Il Sindaco pare che punti alla poltrona di Presidente della Provincia BAT, ma forse dovrà fare i conti con i vari e propri clan partitici, quelli tosti di matrice andirese e baralettana e di sinistra ( lobby niente male da abbattere). A proposito di sinistra tranese: pare che in seno ad essa si sia ufficialmente aperto il dibattito Primarie sì Primarie no, con un'altra "lobby" (absit iniuria…) quella dei segretari di partito, non molto propensa all'idea, foriera di "sorpresine" tipo Vendola (e ho detto tutto..).

Da questa parte pare poi che si profili la solita candidatura di massa con facce vecchie e nuove, alla faccia ( scusa il gioco di parole, caro lettore) della cosiddetta necessaria unità della sinistra. Chi vivrà vedrà e leggerà…su monitor.

PS : a proposito della polemica dei locali, come al solito si leggono gli articoli con furia cieca… di parte. Se si legge con cura l'ultimo Monitor, si trova un giudizio a favore dei commercianti (tanto che si consigliano siti alternativi, per rispettare il lavoro degli altri.) La polemica è contro la concessione delle licenze senza un minimo di criterio evitando il sovraffollamento, foriero di caos e smog. Nelle vere località turistiche di richiamo (forse chi dice il contrario non c'è stato veramente e ha vistoselo qualche volantino) ci sono locali di diversa tipologia, non addossati a chiese e monumenti e con un minimo di distanza tra l'uno e l'altro. A Trani mi pare che movida o no, le cose non stiano così. E poi vent'anni fa sappiamo tutti benissimo perché al porto non c'era nessuno. Non era questione di locali… Documentarsi please dalle cronache dell'epoca. Qui spazio non sufficiente. I commericianti lavorino, ma rispettino, a cominciare da chi gli concede la licenza lo spazio vitale del cittadino e dell'arte.
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