Monitor
Storie da primo Maggio
L'editoriale di Giovanni Ronco
martedì 2 maggio 2006
Vincenzo (nome fittizio), tranese di quarant'anni, fino a due anni fa ha lavorato per un'azienda nella provincia di Bari. Un bel giorno i suoi capi gli cambiano ufficio e posizione professionale. Da un ruolo di responsabilità e da una certa considerazione guadagnata sul campo e con l'esperienza di anni passati a fare il proprio dovere, Vincenzo nel giro di poche settimane viene spostato in un ufficio più piccolo: rispetto alle mansioni precedenti, che non specifichiamo per non far risalire all'identità effettiva del protagonista, dal momento che vi è una delicata causa in corso, ora deve solo rispondere al telefono e fare praticamente da centralinista.
Dopo aver preso un lungo periodo di malattia (la dolorosa avventura lo aveva portato alla depressione e ad una cura di psicofarmaci), l'azienda lo licenzia e parte una vertenza da parte dell'interessato: un lungo braccio di ferro che dura tutt'oggi. E chissà quanti altri come lui, protagonisti di ordinario mobbing. E chissà quanti altri costretti al lavoro nero. Una volta chi scrive, realizzando un'inchiesta su quest'ultimo tema, ebbe modo d'intervistare diversi rappresentanti sindacali. Ebbene, in svariati settori lavorativi della provincia, i casi di lavoro "sommerso" sono parecchi e ci sono svariate famiglie appese ad un filo, senza garanzie contro infortuni o licenziamenti last minute. Come per il nostro Vincenzo, mobbizzato perché avrebbe dovuto far posto, nel suo ruolo ad un esimio raccomandato.
Dopo aver preso un lungo periodo di malattia (la dolorosa avventura lo aveva portato alla depressione e ad una cura di psicofarmaci), l'azienda lo licenzia e parte una vertenza da parte dell'interessato: un lungo braccio di ferro che dura tutt'oggi. E chissà quanti altri come lui, protagonisti di ordinario mobbing. E chissà quanti altri costretti al lavoro nero. Una volta chi scrive, realizzando un'inchiesta su quest'ultimo tema, ebbe modo d'intervistare diversi rappresentanti sindacali. Ebbene, in svariati settori lavorativi della provincia, i casi di lavoro "sommerso" sono parecchi e ci sono svariate famiglie appese ad un filo, senza garanzie contro infortuni o licenziamenti last minute. Come per il nostro Vincenzo, mobbizzato perché avrebbe dovuto far posto, nel suo ruolo ad un esimio raccomandato.