Monitor

Uomini, mezzi uomini, ominicchi e pignanculo

L'editoriale di Giovanni Ronco

Il caso delle lettere anonime che mandano messaggi inquietanti alla cittadinanza e alla magistratura sono una triste consuetudine per la nostra città. Accusare qualcuno tramite l'anonimato, fomentare la diceria, senza fornire una prova, sono, alla fine, azioni che finiscono per rafforzare la posizione di chi si vorrebbe infangare. Quindi, in definitiva, farebbero ottenere l'effetto contrario, rispetto a quello sperato, da parte di persone che non portano alcun beneficio a questa città. Tanto ci affanniamo a rilevare i problemi e ad esaltare le bellezze di Trani, tanto questi episodi ci fanno, oltre che una cattiva pubblicità, anche una gran tristezza. Questi atti rafforzano quell'atmosfera da città degna di un romanzo di Sciascia. In un suo famoso romanzo, "Il giorno della civetta", si descriveva un paesino della Sicilia stretto nella morsa del pettegolezzo, dell'anonima accusa, dell'omertà, della diceria. Ciò favoriva l'immunità di colpevoli veri, le ombre della colpa su persone innocenti, in modo tale che la società potesse essere divisa in "uomini, mezzi uomini, ominicchi e pignanculo".

Invece di favorire lo sviluppo di una Trani dal respiro sempre più nazionale e "internazionale", passateci l'ambizione, qui si continua a parlare di nulla, di beghe di cortile, di lotte fratricide che, poi la verità dovrebbe essere questa, con un'ipotesi tutta personale, sfociano nel giochetto delle lettere anonime. Le pagine dei giornali locali si riempiono di episodi come questi. La gente commenta col gusto del pettegolezzo e della notizia che vorrebbe far sensazione e invece non porta riscontri. Si parla di nulla. E di nullità. Tutto come in un cortile, in un androne, in un quartierino insignificante alla periferia della periferia della vera politica, delle discussioni serie, dei valori di un certo rilievo cui dare spazio per promuovere quotidianamente questa città. Godiamo ancora sul passaparola che poi viene ingigantito e storpiato come nel vecchio gioco del telefono senza fili. Al di là dell'episodio circostanziato delle denuncie anonime, che già quattordici anni fa contribuirono a presentarci come un paese da "Giorno della civetta", salvo vedere quasi tutti gli accusati assolti o "baciati" dalla prescrizione e noi col marchio di città appestata da infiltrazioni mafiose, siamo una città che ama, come si dice in gergo locale "mettere le cornici" e ridere alle spalle dei potenti o della gente comune che cade in disgrazia. Tutto col gusto provinciale dell'ipocrisia e del pettegolezzo.
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