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Il divorzio del Cavaliere

Di Massimo Pillera

Aprendo i giornali stranieri ci si accorge che è iniziata l'era del "dopo – Berlusconi". Un Paese non può reggere a lungo la performance mediatica globale cui è sottoposto il suo leader. Ed ancora sono in giro migliaia di foto di Villa Certosa tra la Colombia e chissà quali altri paesi. Vi sono delle Ragioni, più grandi degli uomini che dispongono il destino degli Stati, al di là delle convenienze elettorali del momento, al dì là degli interessi personali degli stessi uomini. Il silenzio di Gianni Letta, la mancanza di evidenti contatti quotidiani con il Premier, ci lasciano presupporre che nei Palazzi romani già sono allo studio le "exit strategy". E' il divorzio all'italiana che miete le sue vittime come in una pellicola neorealista ben fatta. Non mi riferisco al divorzio con la Veronica….attenzione!. Quello ha poca importanza.

E' il divorzio del Cavaliere dalle cosiddette mamme d'Italia….le ziette….le tantissime casalinghe, giovani, mature o anziane, che tra un suo spot rassicurante, in mezzo a giochi e ruote senza fortuna, tra processi artificiali condotti dalla Rita nazionale, hanno cambiato l'Italia in questi ultimi anni. Loro l'hanno consegnata al Cavaliere fiduciose e sognatrici per il futuro dei propri figli e nipoti; loro oggi, divorziano con quell'eterno mito di plastica che gli era sembrato mandato "dal cielo" per risolvere i problemi in terra. E' questo quello temuto dal Premier, non quello milionario con la Veronica. Il divorzio dalle donne d'Italia, che lo hanno adorato per anni e che non sopportano l'idea che una loro nipote possa sedergli in grembo durante festicciole tra cantanti e champagne.

Uno Statista è un uomo pubblico che non può "lasciarsi andare" mai soprattutto in momenti drammatici per interi settori sociali del paese che governa. Le foto dei facili approdi a Villa Certosa capitano proprio quando il Paese è in una fase drammatica di stallo economico e finanziario con pesanti ricadute sul morale dei cittadini, soprattutto di quelle fasce, le più preoccupate per il futuro di figli e nipoti, che non sarà sufficiente incantare con la quattordicesima di luglio. Il divorzio da questi settori di popolazione non implica l'immediato senso di sfiducia.

Ma ti mostra "nudo dentro", quando ti presenti dinnanzi a loro per prospettare il futuro, per governarne anche le emozioni, per rassicurarli. Hai sempre l'impressione che ti stiano guardando, li incravattato, incipriato nello schermo che parli di promesse infrastrutturali, e ti immaginino invece con il cappellino in testa, la trombetta tra danze e canti, belle giovani in tanga leopardati. Non è un film di Totò, il governo di un Paese. E poi le immagini che girano il mondo di una nostra pilotina dei Carabinieri che scorta il motoscafo del premier che sembra lo yacht di Playboy… Si d'accordo sono questioni private ma…."l'Italia prima di tutto", mi verrebbe di dire…Vedete a volte il senso dell'eternità e del potere illimitato compie danni irreparabili.

Noi siamo diventati prestigiosi "Grandi nel mondo", grazie alla sobrietà di Statisti che hanno dato molto al Paese, ricevendone molto meno. Dovrebbe essere il motto per ogni buon politico: "bisogna dare molto di più di quello che poi si riceve". Allora si che si è reso un ottimo servizio allo Stato. La sobrietà di molti nostri politici oggi è mitica. Si pensi a Pertini , Andreotti, Berlinguer, Moro, Amato, Ciampi, e tantissimi uomini che hanno mandato avanti a testa alta il Paese. Sono rimasti ad invecchiare tra gli onori ma senza Ville, sfarzi ed abbaglianti luccichii.

Si sono addormentati in notti buie, pensierosi e preoccupati su ciò che li aspettava l'indomani. Preoccupati perché da ogni loro decisione dipendevano le sorti di noi comuni mortali. Non hanno dormito per noi…oserei dire…come succedeva ai nostri padri nelle nostre umili case. Uno statista deve avere le notti più limpide dei suoi giorni e tutti devono immaginarle insonni e preoccupate, perché Lui deve governare. E' come quando obblighiamo a non bere chi ci porta in macchina dopo una festa. Stesso senso di responsabilità collettiva. Noi ti votiamo sembrano dirgli gli italiani, ma tu che "guidi" il Paese…mi raccomando sempre sobrio e lucido….ti stiamo affidando la nostra vita! E le nonnette adesso divorzieranno dal Cavaliere. C'è tutto…Questa storia sembra una ballata di De Andrè…con i pennacchi…

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Scrive il giornalista Massimo Pillera

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