Pop Corn
La nostra vita
…e la vita continua anche senza di noi
martedì 1 giugno 2010
Che sia la mia vita, la tua o quella di qualcun altro, non sappiamo mai cosa il futuro abbia in serbo per noi… e questo non deve abbatterci o spaventarci, dobbiamo guardare avanti con fiducia e speranza anche quando le cose non vanno come abbiamo previsto, perché anche questo è "La nostra vita". Quest'anno a Cannes si è vista un'Italia sconcertante e per certi versi subdola se si pensa alla proiezione, fuori concorso, del documentario di Sabina Guzzanti: Draquila, l'Italia che trema. Ma la 63° edizione del Festival ha visto anche la partecipazione – in concorso – del nuovo film, tutto italiano, di Daniele Lucchetti.
Dura ed emozionante, appassionante ma mai banale, sognatrice e spesso ingannatrice… è come vede la vita lo straordinario Lucchetti che torna nelle sale cinematografiche con un film toccante, commovente e che arriva dritto al cuore.
E' la storia di Claudio (un intenso Elio Germano) un operaio edile che si guadagna da vivere lavorando duramente nei cantieri della periferia romana. E' un lavoro faticoso ma Claudio, con la sua vitalità, riesce a trasformarlo in un gioco… C'è crisi e lui sa fare solo quello. Il suo personaggio domina tutto il film e pur passando attraverso diverse personalità (un papà imbranato, un marito premuroso, un uomo disperato) resta la stessa anima di sempre: fragile. Un'interpretazione che gli ha permesso di aggiudicarsi la "palmetta d'oro" come miglior attore.
Quando, però, la vita lo separerà dal suo affetto più grande, Claudio reagirà al lutto percorrendo – forse – la strada peggiore. Intenzionato a dare ai figli e a se stesso tutto quello che avrebbero voluto e che non avevano mai potuto permettersi, cerca e trova – macchiandosi l'anima – il modo di guadagnare molti soldi. Si caccerà, così, in un affare più grande di lui che lo porterà a un passo dalla disperazione. E' a questo punto che intervengono i suoi parenti e grazie alla premura di un giovane cognato, alla bontà di suo fratello (un insolito Raoul Bova) e all'amicizia vera e sincera di un vicino di casa, Claudio ricomincerà a sperare che ci sia anche per lui una seconda possibilità.
Anche lui, come un'anima fragile, sembrava essere arrivato a un punto di non ritorno per poi capire (meglio tardi che mai) che la vita continua anche senza di noi… indimenticabile ritornello della straordinaria canzone di Vasco Rossi che, a squarciagola, Claudio canta al funerale della sua giovane moglie: la sequenza (a mio avviso) è di una forza tragica senza eguali. La macchina da presa fissa il suo volto disperato, i suoi occhi colmi di lacrime; un'immagine che rimarrà impressa nella memoria degli spettatori. Preparate i fazzoletti. Correte al cinema e buona visione.
Dura ed emozionante, appassionante ma mai banale, sognatrice e spesso ingannatrice… è come vede la vita lo straordinario Lucchetti che torna nelle sale cinematografiche con un film toccante, commovente e che arriva dritto al cuore.
E' la storia di Claudio (un intenso Elio Germano) un operaio edile che si guadagna da vivere lavorando duramente nei cantieri della periferia romana. E' un lavoro faticoso ma Claudio, con la sua vitalità, riesce a trasformarlo in un gioco… C'è crisi e lui sa fare solo quello. Il suo personaggio domina tutto il film e pur passando attraverso diverse personalità (un papà imbranato, un marito premuroso, un uomo disperato) resta la stessa anima di sempre: fragile. Un'interpretazione che gli ha permesso di aggiudicarsi la "palmetta d'oro" come miglior attore.
Quando, però, la vita lo separerà dal suo affetto più grande, Claudio reagirà al lutto percorrendo – forse – la strada peggiore. Intenzionato a dare ai figli e a se stesso tutto quello che avrebbero voluto e che non avevano mai potuto permettersi, cerca e trova – macchiandosi l'anima – il modo di guadagnare molti soldi. Si caccerà, così, in un affare più grande di lui che lo porterà a un passo dalla disperazione. E' a questo punto che intervengono i suoi parenti e grazie alla premura di un giovane cognato, alla bontà di suo fratello (un insolito Raoul Bova) e all'amicizia vera e sincera di un vicino di casa, Claudio ricomincerà a sperare che ci sia anche per lui una seconda possibilità.
Anche lui, come un'anima fragile, sembrava essere arrivato a un punto di non ritorno per poi capire (meglio tardi che mai) che la vita continua anche senza di noi… indimenticabile ritornello della straordinaria canzone di Vasco Rossi che, a squarciagola, Claudio canta al funerale della sua giovane moglie: la sequenza (a mio avviso) è di una forza tragica senza eguali. La macchina da presa fissa il suo volto disperato, i suoi occhi colmi di lacrime; un'immagine che rimarrà impressa nella memoria degli spettatori. Preparate i fazzoletti. Correte al cinema e buona visione.