Toni², Tony al quadrato
La macchina
C’era una volta una macchina che non riusciva a funzionare...
mercoledì 9 novembre 2011
C'era una volta una macchina che non riusciva a funzionare. Era una macchina bellissima, serviva a rendere la vita un po' migliore. Carrucole e pianali, centraline di comando per la scioglimento dei processi operativi: sostanzialmente produceva buon umore. Si entrava in una stanza scura, dei bottoni, un bunker delle meraviglie che nascondeva queste articolazioni di pietre, legni, tubi, acciaio, plexiglass, fibre ottiche, maniglie e pulsantini: le immagini che rifletteva dentro l'aria, eran queste che rendevano migliore questa vita, che creavan buon umore. Eppure s'era inceppata.
Dentro c'eran mille cose: piccoli monumenti, piccole chiese, piccoli viali, piccola gente, piccoli sorrisi, piccole fatiche. Per produrre immagini questa meraviglia doveva avere, come dire, matrici materiali, formine di bellezza, stampi: sembrava, a dir la verità, una piccola città al buio che produceva luce ingrandendo se stessa, le sue cose, i suoi significati, dentro l'atmosfera che stava intorno a lei. A guardarla con la lente che ingrandisce, e con una luce da minatore sulla fronte, si vedevan scuole, ospedali, negozi e mare, tanto mare! Tanto mare in miniatura, al buio, che aspettava d'essere sparato a fare immagine per chi guardasse da lontano. Una macchina che fondeva in armonia stranissima barocco e cielo, romanico e consumo, cavalli e spiagge, pietre e pesci. Ma non funzionava, questo assemblaggio alla mercè di occhi grati per veder dipinta dentro l'aria la fusione di tutti questi elementi, non funzionava.
C'ero io in quel momento dentro quella enorme stanza al buio, e il rumore flebile, vivo ma malato, d'un mostro di bellezza e di potenza che non ingranava. Ero rimasto dentro con la scusa d'aver dimenticato il portafoglio, e guardavo guardavo guardavo. Ops, il presepio nella minuscola cattedrale, piccin piccin piccino: ma tu guarda un po' sta macchina che s'è inventata, pure il presepio! E pure quello, però, sembrava avesse qualcosa non andasse: la stella che non s'accendeva, il bue che non fiatava caldamente sul Bambino, Giuseppe steso a terra fischiettante e la Madonna con il mal di testa. Ma che c'era nei paraggi della grotta? Metto ancor più a fuoco la mia vista e vedo un signore ovviamente non più alto di un paio di millimetri che camminava fra laghetti e pecorelle, pastori e pastorelle. Lei chi è? Gli chiedo. Era vestito in abiti moderni, davvero non sembrava entrarci nulla dentro quel paesaggio. Il sindaco, rispose. Lo tolsi da lì, la stella s'accese, il bue ricominciò a respirare, a Maria passò l'antipatica emicrania e - meraviglia delle meraviglie - ...
Devo aggiungere che cosa accadde a tutta la macchina, a tutte le strade, a tutti i mari, a tutte le pietre, tutta la città?
Dentro c'eran mille cose: piccoli monumenti, piccole chiese, piccoli viali, piccola gente, piccoli sorrisi, piccole fatiche. Per produrre immagini questa meraviglia doveva avere, come dire, matrici materiali, formine di bellezza, stampi: sembrava, a dir la verità, una piccola città al buio che produceva luce ingrandendo se stessa, le sue cose, i suoi significati, dentro l'atmosfera che stava intorno a lei. A guardarla con la lente che ingrandisce, e con una luce da minatore sulla fronte, si vedevan scuole, ospedali, negozi e mare, tanto mare! Tanto mare in miniatura, al buio, che aspettava d'essere sparato a fare immagine per chi guardasse da lontano. Una macchina che fondeva in armonia stranissima barocco e cielo, romanico e consumo, cavalli e spiagge, pietre e pesci. Ma non funzionava, questo assemblaggio alla mercè di occhi grati per veder dipinta dentro l'aria la fusione di tutti questi elementi, non funzionava.
C'ero io in quel momento dentro quella enorme stanza al buio, e il rumore flebile, vivo ma malato, d'un mostro di bellezza e di potenza che non ingranava. Ero rimasto dentro con la scusa d'aver dimenticato il portafoglio, e guardavo guardavo guardavo. Ops, il presepio nella minuscola cattedrale, piccin piccin piccino: ma tu guarda un po' sta macchina che s'è inventata, pure il presepio! E pure quello, però, sembrava avesse qualcosa non andasse: la stella che non s'accendeva, il bue che non fiatava caldamente sul Bambino, Giuseppe steso a terra fischiettante e la Madonna con il mal di testa. Ma che c'era nei paraggi della grotta? Metto ancor più a fuoco la mia vista e vedo un signore ovviamente non più alto di un paio di millimetri che camminava fra laghetti e pecorelle, pastori e pastorelle. Lei chi è? Gli chiedo. Era vestito in abiti moderni, davvero non sembrava entrarci nulla dentro quel paesaggio. Il sindaco, rispose. Lo tolsi da lì, la stella s'accese, il bue ricominciò a respirare, a Maria passò l'antipatica emicrania e - meraviglia delle meraviglie - ...
Devo aggiungere che cosa accadde a tutta la macchina, a tutte le strade, a tutti i mari, a tutte le pietre, tutta la città?