Procura di Trani
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Cronaca

«Un sistema che comandava in città», l'accusa della Procura

Indagini avviate dall'incendio del capannone di un consigliere comunale

Un sistema «che comandava in città» fatto di interferenze nelle gare d'appalto, intimidazioni e ritorsioni. Così la Procura di Trani descrive le circostanze che hanno portato questa mattina la divisione Digos della Polizia di Stato a dare esecuzione ad un provvedimento cautelare nei confronti di pubblici amministratori e dirigenti del Comune di Trani. Tra i sei arrestati, c'è anche il primo cittadino, Luigi Riserbato, per cui sono scattati i domiciliari. E come lui anche il funzionario comunale Edoardo Savoiardo. Mentre sono finiti in carcere l'ex vicesindaco Giuseppe Di Marzio, il consigliere comunale Nicola Damascelli, l'ex consigliere Maurizio Musci (che però si era dimesso alcuni mesi fa) e l'ex amministratore unico dell'Amiu, Antonello Ruggiero.

Gravi le ipotesi di reato: associazione a delinquere, concussione, corruzione elettorale (c.d. voto di scambio), turbata libertà. Accuse che rientrano in un sistema «che comandava in città». Con modalità varie: dall'imposizione di« assunzioni lavorative – secondo logiche clientari di scambio e asservimento alla loro parte politica e dietro minaccia di ritorsioni – presso società operanti a servizio del comune all'interferenza nelle gare d'appalto. Gli indagati avrebbero sollecitato anche la corresponsione di tangenti in denaro o di altre utilità in cambio dell'aggiudicazione di gare d'appalto.

Le indagini fanno emergere anche risvolti politici: la Procura parla di «intimidazioni nei confronti di avversari politici ed oppositori interni alla maggioranza mercé ritorsioni (quali licenziamenti) in danno di cittadini/elettori vicini a detti avversari politici/oppositori». Gli odierni provvedimenti cautelari costituiscono una prima e urgenti risposta ad un diffuso ed insidioso sistemi di condizionamenti ed interferenze illeciti nella gestione di appalti e, più in generale, della cosa pubblica del Comune di Trani.

Tutto ebbe inizio dall'incendio del capannone dell'azienda gestita da un noto consigliere comunale: «Nel corso di approfondimenti investigativi- si legge nel comunicato della magistratura - è emersa una connessione di quel drammatico episodio con la procedura di aggiudicazione dell'appalto milionario bandito per la vigilanza agli immobili comunale di Trani.

Un'analisi accurata da parte degli investigatori della procedura adottata ha portato alla luce sia prassi e metodiche criminose costituenti tipica manifestazione del fenomeno noto come "voto di scambio", sia meccanismi di inquietante turbativa nella gestione degli appalti pubblici (non solo in quello menzionato della vigilanza) e nella condizione della stessa vita politica dell'amministrazione cittadina, ad opera di taluni appartenenti della classe dirigente. I risultati investigativi appena indicati sono stati resi possibili, oltre che dall'impegno profuso dal personale della Digos, dalla coraggiosa e leale collaborazione con l'Autorità Giudiziaria di cittadini che hanno compreso e consapevolmente scelto l'importanza del potere di denunzia del malaffare. Questo Ufficio come sempre assicura il proprio deciso impegno nella prosecuzione delle investigazioni per accertare eventuali ulteriori fatti- reato e profili di responsabilità ad ogni livello».
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