Un caffè con...

Un Caffè con Francesco Ventola

Le interviste del direttore di traniweb

Lei è candidato di una Provincia che nasce da zero. Da dove cominciare?
Costruire una Provincia nuova di zecca rappresenta una sfida esaltante. Per chi fa politica è una bella responsabilità. La scommessa più grande da vincere è quella di vederci realmente al fianco dei Comuni, con la presunzione di poter fungere da coordinamento e di poter offrire opportunità concrete per il territorio. Molte Istituzioni provinciali italiane sono distanti dalla gente. Non dobbiamo commettere un simile errore.

In questi giorni la conferenza dei sindaci ha discusso i criteri di ripartizione, del personale e del patrimonio, da trasferire nella Bat dalle Province madri di Foggia e Bari.

Ancora una volta abbiamo constatato come le Province madri si stiano dimostrando, in realtà, matrigne, essendo quasi completamente inadempienti rispetto agli obblighi previsti dalla legge istitutiva della sesta Provincia. O meglio: se Foggia sta fornendo delle risposte, Bari invece non ha ancora definito né il numero e né la qualità del personale, così come non ha fatto nulla sotto il profilo patrimoniale. Ancora oggi non possiamo prendere visione dell'elenco dei beni da cui poter attingere nella misura del 23,70% che ci spetta. La conferenza dei sindaci ha reso ufficiale la nostra posizione. Abbiamo preparato una comunicazione formale al presidente Divella, auspicando che i proclami di grande e buona madre vengano tramutati in atti concreti. Fra quattro mesi si va a votare, dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter lavorare con serenità fin dal giorno dopo le votazioni.

Che beneficio darà al territorio un Ente che molti vorrebbero sopprimere?
I benefici sono tanti. Se chiedessimo alla gente i nomi degli attuali amministratori provinciali e che compiti essi avrebbero dovuto svolgere, scopriremmo come tutte e due le cose siano sconosciute ai più. In questo territorio non si ha la percezione di quali adempimenti la Provincia avrebbe dovuto assolvere. Penso agli interventi per gli edifici scolastici, alle strade provinciali percorse quotidianamente da tanti giovani, ai problemi di natura ambientale. La Provincia di Bari ha deciso di concentrare, nei nostri Comuni, le discariche di rifiuti speciali, probabilmente ritenendoci un territorio di periferia. Ecco quale sarà il beneficio per i cittadini della Bat: capacità di autodeterminazione e scoperta di tanti servizi importanti.

Dal punto di vista occupazionale?
Per quanto riguarda l'Ente in senso stretto, saranno attivate delle procedure concorsuali per completare i quadri del personale. Il problema di come affrontare la disoccupazione è ben altra cosa, non può esaurirsi a quei posti di lavoro che la Provincia, di per sé, offrirà. La Bat può rappresentare concretamente un volano per lo sviluppo e per l'occupazione, lavorando al fianco delle imprese, mettendole in condizione di poter operare senza creare ostacoli di natura burocratica. Le faccio un esempio, seppur banale: se volessi portare avanti un progetto imprenditoriale per il deflusso delle acque meteoriche, avrei bisogno dell'autorizzazione della Provincia. Se andate a Bari, scoprirete che l'ufficio preposto non esiste. La Provincia deve essere una opportunità per chi lavora, non un ostacolo, un freno.

Ogni candidato presidente spera di ottenere una spinta maggiore dal proprio Comune di appartenenza. Teme di pagare il fatto che dovrà scontrarsi con candidati espressioni di città più forti dal punto di vista elettorale?
Votiamo per la Provincia, non per eleggere il sindaco di una città. Tutto questo campanilismo esiste solo negli organi dirigenti di qualche partito. L'elettorato è molto più maturo di quanto si pensi, valuterà in base alle idee ed alle progettualità messe sul piatto dai vari schieramenti politici. Depongono a mio favore l'esperienza amministrativa maturata in questi anni da sindaco di Canosa e la buona conoscenza delle dinamiche del territorio, in virtù della costante partecipazione alla conferenza dei sindaci. Non solo: sono espressione di una coalizione ben radicata sul territorio, in grado d'essere immediatamente operativa, senza dover rincorrere accordi sottobanco o speranze di ballottaggio. Nutro grande rispetto verso i miei avversari, ma i cittadini hanno bisogno di gente motivata al governo della Provincia, non di persone a fine carriera o di politici che inseguono una vittoria da annotare sul proprio curriculum.

Le candidature della coalizione nei vari collegi saranno sottoposte ad un suo diretto controllo?
Sono per l'autodeterminazione a livello locale. Le segreterie cittadine dovranno dialogare per raggiungere un'intesa, sia essa unanime o a maggioranza. Laddove questa intesa non dovesse essere raggiunta, interverranno gli organi superiori, provinciali e regionali. Nella fase iniziale di questa campagna elettorale ho assunto un ruolo di coordinatore di tutte quelle realtà e di tutti quei movimenti che sosterranno in maniera diretta la mia candidatura. E' inevitabile che mi avvarrò di qualche altra professionalità autorevole del partito per definire e valutare tutte le scelte.

A Trani è in atto una sorta di guerra fra l'assessore all'urbanistica ed un consigliere comunale entrambi di Forza Italia. Nelle guerre di carte e di denunce è stato tirato dentro pure lei. Come pensa di poter gestire questa situazione?
Come commissario provinciale di Forza Italia verso il Pdl, non posso che nutrire grande rammarico per l'accaduto. Sono distante da questo modo di far politica.

Al di là di queste schermaglie, pensa che il partito di Forza Italia, a Trani, risponderà compatto alle elezioni?
Se parlassimo di schermaglie all'interno di partiti e movimenti piccoli ed insignificanti (e ce ne sono tanti) il problema non si porrebbe a priori. In un grande partito come Forza Italia, a Trani come in tante altre città, è in atto un fisiologico contrasto di tipo generazionale fra consiglieri giovani e meno giovani. Non mi dispiace il fatto che, in un partito come il nostro, ci siano tante anime pulsanti. Resto dell'idea che, alla fine, debba essere uno a decidere per tutti, assumendosi oneri e onori. Se questo viene fatto, anche a valle di un confronto serrato, ritengo vada bene ugualmente. Così facendo, non credo si lascino per terra né feriti e né morti.

Che pensa dell'addio di Carlo Laurora a Forza Italia?
I divorzi, se consensuali, non arrecano mai nessun danno.

Sarà argomento di campagna elettorale la sua condanna per abuso d'ufficio per un'inchiesta che riguardava alcune manifestazioni ludiche tenutesi a Canosa e che avrebbero avuto un comune denominatore: favorire il fratello di un assessore comunale, organizzatore, diretto o indiretto, di una serie di iniziative ricreative.
Le parlo con estrema serenità. Devo compiere 38 anni, sono sindaco di Canosa da 7. Non nutro nessun dubbio sul fatto di aver operato al meglio. Oggi sono un condannato ad otto mesi per abuso d'ufficio. Abbiamo fatto ricorso in appello, per cui in secondo grado confidiamo di venir fuori da questa storia. Nel merito della condanna parliamo veramente di sciocchezze. Le posso dire che, come amministrazione, abbiamo elargito pochissimi contributi economici per le iniziative ricreative, spalmati a tutti coloro che ne avevano fatto richiesta, valutando i progetti e senza guardare la vicinanza politica. Per i cartelloni dell'Estate canosina ragioniamo nell'ottica di un investimento totale che va dai 50 ai 60 mila euro, ripartiti per una quindicina di associazioni. Invito tutti coloro che vorranno strumentalizzare questa vicenda in campagna elettorale a rileggersi le carte ed a guardare il proprio percorso politico. Quasi tutti quelli che si sono occupati di politica sono stati oggetto di controllo e di attività di indagine da parte della magistratura. Questo non vuol dire che sia fiero di essere un condannato ad 8 mesi. Anzi, ne sono fortemente dispiaciuto. I cittadini di Canosa sanno come abbiamo lavorato in questi anni e ci hanno premiato con un largo consenso anche alle ultime elezioni amministrative. Ai cittadini della Bat penso che non interessino queste cose, ma cosa si ha in mente di fare per il territorio ed in che modo.

E veniamo al programma di Francesco Ventola. Sintetizziamo le sue strategie.
Come dicevo prima, il ruolo dell'Ente deve essere di coordinamento delle dieci città. In fase di avvio, il consiglio provinciale dovrà essere una sorta di Assemblea costituente: dobbiamo scrivere le regole, redigere uno statuto, decidere come dovrà funzionare la Provincia. Tutto questo non può essere fatto a colpi di maggioranza, per qualcuno o contro qualcuno. Servirà la massima sintonia fra tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Immagino una Provincia snella, che deleghi le competenze quotidiane ai Comuni, autentici front office del cittadino. Immagino, di contro, una Provincia determinante nelle scelte strategiche, in primis in materia di viabilità e per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Dovremo poi tuffarci, mani e piedi, sulle questioni ambientali, sulla raccolta dei rifiuti, dando la priorità al sistema delle autorizzazioni degli impianti, attraverso un piano concertato con le Autorità d'ambito e con le città della sesta Provincia. Non da meno, prestare attenzione alle tematiche del lavoro: la Provincia deve essere un'opportunità, deve saper creare le condizioni necessarie affinché gli imprenditori possano dar seguito alle proprie idee. Un'altra sfida avvincente ci vedrà impegnati sul campo della formazione professionale in virtù della possibilità di sfruttare le risorse finanziare del Fondo sociale europeo. Voglio una Provincia forte, con le idee chiare, che sappia dialogare con le organizzazioni sindacali e di categoria per individuare le strategie migliori, guardando con attenzione al mercato delle piccole e medie imprese che, da sole, non sono in grado di avviare un percorso di formazione professionale per i propri dipendenti.

Su cosa bisogna investire per una politica di reale rilancio?
Su un'agricoltura fiorente e sul turismo, mai realmente sviluppato. Nella Bat non manca nulla: dalle terme di Margherita ai porti turistici. E ancora: castelli, musei, spiagge, attrazioni culturali. Il nostro turismo paga il fatto di non essere mai stato inquadrato come un'attività produttiva a vantaggio di tutto il territorio, ma ad interesse dei singoli Comuni. Il mio impegno, per cambiare questo trend, sarà totale.

Alla Bit di Milano, la Puglia ha presentato dei dati oltremodo positivi: +7% di presenze. Come si sposa questo dato col fatto che nella Bat stiamo patendo enormi ridimensionamenti sotto il profilo infrastrutturale?
Quando dico che il turismo deve diventare un'attività economica strutturale, penso soprattutto al potenziamento delle vie di comunicazione. Compito della prossima amministrazione provinciale sarà quello di far sentire la propria voce nei confronti delle altre Istituzioni, senza guardare al colore politico e senza avere le mani legate. Sui dati presentati alla Bit in maniera così trionfale, andrei cauto: se andiamo ad analizzarli, scopriremo che sono "dopati", che comprendono flussi degni del più classico turismo mordi e fuggi, quello, tanto per intenderci, di chi fa la crociera, attracca a Bari e compie qualche escursione di poche ore nelle altre città senza però pernottare. Per capire come stanno realmente le cose, andate a chiedere ai nostri albergatori quanti giorni all'anno sono occupate le stanze. Trovo inoltre scandaloso il premio assegnato al portale "Viaggiareinpuglia.it" allestito dall'assessorato della Regione Puglia. Invito tutti i cittadini ad andare a guardare quanto spazio sia stato dato ai Comuni della sesta Provincia. E' il colmo che un sito di promozione artistica e culturale pugliese abbia ignorato, per esempio, il patrimonio archeologico di Canosa, o abbia destinato ad Andria solo una citazione per Castel del Monte. E' l'ennesima dimostrazione di come la Regione abbia emarginato, in questi anni, la sesta Provincia pugliese. La dice lunga il fatto che, nei programmi di intervento strutturali previsti per i prossimi anni, il governo di centrosinistra ragioni ancora nell'ottica delle cinque province.

Come si può conciliare la vocazione turistica del territorio con delle scelte, anche di tipo industriale, in materia di energia e rifiuti? Due casi su tutti: rigassificatore a Margherita e termovalorizzatore a Trani.
Per quanto riguarda la realizzazione di un rigassificatore a Margherita, mi sembra che il sindaco ed il consiglio comunale della città abbiano assunto una posizione ben precisa, di contrarietà, non all'impianto in quanto tale, ma perché ritenuto in contrasto con le politiche di sviluppo di Margherita di Savoia, più di carattere turistico che di sviluppo energetico. Per quanto mi riguarda, è sempre sovrana la volontà del territorio. Sul termovalorizzatore il discorso è diverso. Credo che tutta la fobia ideologica degli ultimi anni sia stata montata ad arte per coprire gli interessi di natura lobbystica in favore dell'ampliamento delle discariche. Ritengo sia più sicuro un impianto industriale controllato e all'avanguardia piuttosto che una serie di cave da riempire di immondizia. E' necessaria, comunque, una visione d'insieme del territorio, con la consapevolezza di dover farsi carico sia delle cose belle che di quelle che nessuno vorrebbe.

Ha incontrato gli imprenditori dell'associazione Buon Vento? Cosa pensa di questo movimento?
Porto grande rispetto nei confronti di chi ci mette la faccia in campagna elettorale, però mi sia consentita una battuta: vedo troppo "buonismo" in giro: prima la Buona Politica, poi il Buon Vento. Quando si utilizzano determinati aggettivi, avverto come la sensazione che si voglia denigrare il lavoro che altri già svolgono. Non lo trovo giusto. Detto questo, sono contento che anche gli imprenditori si stiano avvicinando alla politica. Suggerisco loro di riflettere su una cosa: in Italia esiste solo un modo per mettere in pratica il proprio interventismo ed è attraverso il partito, candidandosi. Se non sono animati da questa volontà, come credo, è giusto che vadano avanti chiarendo di essere un movimento esclusivamente d'opinione.

Crede nella nascita di un terzo polo forte?
Il terzo polo esiste solo sulla carta. Gli elettori, di recente, hanno dimostrato di non volersi più far fregare. Due anni fa abbiamo votato con un sistema di tipo proprozionale e la gente ha riposto per una semplificazione del quadro politico: non a caso, nello scenario nazionale, esistono, essenzialmente, due grandi aggregazioni come il PdL e il Pd. La riforma della legge elettorale in vista delle elezioni europee facilita questo percorso. Auspico che si intervenga nella stessa direzione anche per le amministrative. Sarebbe follia pensare di trovare due grandi partiti a livello centrale ed europeo e, di contro, un mare di scontenti con partiti dello "zero virgola" a tenere sotto scacco governi locali e provinciali.

Ha parlato di scontenti. Le faccio alcuni nomi: Caldarone, Salerno, Poli Bortone, Vendola: gente che non ha beneficiato dell'attenzione dei propri partiti di origine e che adesso si è messa in proprio. Tra l'altro: tutti paladini del Sud.
Tutti paladini di sé stessi, oserei dire. Si può essere paladini del Sud solo stando all'interno delle aggregazioni che contano e nei luoghi che contano, dove è più facile far sentire la propria voce, senza urlare. Il nostro presidente della Regione, per cavalcare l'onda del suo movimento, ha inveito contro il governo centrale, tacciandolo di essere nordista. Vendola dimentica, però, che il governo centrale, su sua sollecitazione, ha autorizzato i prelevamenti dal fondo di riserva per sanare i buchi economici che l'amministrazione regionale ha creato sotto la sua gestione. Fosse stato un governo realmente nordista, lo avrebbe lasciato appeso con i suoi debiti. Le questioni personali sono una cosa, la politica è un'altra. Non trovo corretto che certi politici, non trovando spazio e visibilità personale, creino volutamente confusione a ridosso di importanti scadenze elettorali.

Che impegno sente di poter assumere Francesco Ventola in caso di elezione?
Quello di essere un presidente disponibile nei confronti di tutti, nessuno escluso. Ho sempre avuto la capacità di ascoltare e di confrontarmi con gli altri, non ho mai preso in giro nessuno. Per Francesco Ventola esiste il sì o il no. Non esiste il "mo vediamo" politico. Spero di poter diventare un punto di riferimento per i cittadini della Bat, senza false promesse e prese per i fondelli.
10 fotoUn caffè con Francesco Ventola
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Francesco Ventola, candidato presidente della Provincia Bat per il Popolo delle Libertà, è l'ospite di questa settimana della rubrica "Un caffé con...", firmata dal direttore Biagio Fanelli. Ventola e Fanelli si sono incontrati negli studi di Radio Canale 93.
  • Francesco Ventola
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