Toni², Tony al quadrato

La smorfia della libertà

Caro Esopo: ha rubato qualcosa il tordo?

Il caldo nido della mamma accoglieva dentro sé quattro bellissimi tordi appena nati. I piccoli aspettavano costantemente il cibo con il beccuccio spalancato fiduciosi di ciò che la loro premurosa madre gli avrebbe portato e accogliendola sempre con gridolini di gioia. L'unico a non essere soddisfatto era il più grandicello dei fratellini. Egli pretendeva qualcosa di meglio per placare la propria fame. Quei vermicelli e quelle bacche marce che la solerte mamma gli portava ogni giorno non andavano certo bene per soddisfare un palato fine come il suo.

Quando giunse finalmente all'età giusta per poter volare e procurarsi il cibo che desiderava, il tordo si allontanò dal nido e così si diede subito da fare per cercare prelibate leccornie. Cominciò a svolazzare da una pianta all'altra arricciando il becco disgustato alla vista di insulse bacche o frutta appassita.

Durante uno dei suoi giri d'ispezione però, il tordo capitò su una rarissima pianta di mirto. Attirato da quella prelibatezza, l'uccellino si tuffò tra i suoi rami e fece una bella scorpacciata. Soddisfatto per l'ottimo cibo, decise di tornare in quel luogo anche il mattino successivo. Con quel proposito nel cuore rientrò nel suo nido senza accorgersi di essere stato spiato da un uccellatore! Quest'uomo appassionato di volatili, notando la predilezione che il tordo aveva per quella pianta, spalmò di nascosto un po' di vischio su alcuni rami. Il giorno seguente il giovane tordo volò sicuro verso la pianta di mirto pronto a farsi una nuova scorpacciata, ma appena posò le zampine sui rami rimase imprigionato dalla sostanza collosa. Terrorizzato egli cominciò a piangere e gridare così forte che fu possibile udire la sua voce a miglia di distanza. Fortunatamente prima dell'arrivo dell'uccellatore la mamma accorse dal suo figliolo riuscendo con pazienza a liberargli le zampine e a riportarlo al nido.

Caro Esopo: ha rubato qualcosa il tordo? Ha insultato qualcuno? Se n'è rimasto come fermo quando era finalmente autonomo? Ha chiesto alla madre di provveder per lui quand'era in grado di volare? Qualche legge naturale gli impediva di preferire il mirto a delle bacche marce? Non è stato bello il volo che ha portato il tordo giovane, solo, a vedere coi suoi soli occhi com'era fatto il viso della libertà prima di succhiare il miglior balsamo della natura? Non furono, quegli occhi mossi da fame e da bellezza, costretti a diventare grandi in mezzo alla freschezza della prima età? E' un problema se si rischia di morire, per vivere?

Attendo ansioso tua risposta, tuo Tony D'Ambrosio.
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