Castello di Trani, spunta un'opera di Arnaldo Pomodoro
Nel piazzale antistante il monumento l’Obelisco per "La passione di Cleopatra"
venerdì 4 luglio 2014
7.22
All'improvviso, spunta a Trani un'opera del famoso artista emiliano Arnaldo Pomodoro. Uno dei più grandi scultori contemporanei ha realizzato l'Obelisco, originariamente destinato alla scenografia de "La Passione di Cleopatra", di Ahmed Shawqi, ora raffigura l'apertura simbolica della mostra "Nei Castelli di Federico II", che sarà inaugurata martedì 8 luglio a Bari, presso il Castello Svevo alla presenza dell'artista e che offrirà una presentazione anche a Trani, il giorno seguente (mercoledì 9 luglio alle 18.30). Anche
Margherita Pasquale Direttrice del Castello di Trani, interverrà nei due eventi.
Arnoldo Pomodoro, si diceva sopra, è uno dei più grandi scultori viventi: ha esposto in tutto il mondo (New York, Parigi, Hakone in Giappone), vinto prestigiosi premi, insignito della Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte nel 2005, insegnato a Berkeley e Stanford. Il suo stile, fatto di "spirito geometrico", richiama le essenzialità volumetriche e racchiude tutto il concetto nelle "viscere" del corpo solido, rese visibili da spaccature, tagli che rompono le superfici levigate. Un segno inequivocabile di libertà.
Nel frattempo, sui social network già ci si chiede se la città non potesse trovar modo migliore di spendere i soldi. Tranquilli, probabilmente almeno questa volta i soldi non li ha tirati fuori Trani.
Margherita Pasquale Direttrice del Castello di Trani, interverrà nei due eventi.
Arnoldo Pomodoro, si diceva sopra, è uno dei più grandi scultori viventi: ha esposto in tutto il mondo (New York, Parigi, Hakone in Giappone), vinto prestigiosi premi, insignito della Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte nel 2005, insegnato a Berkeley e Stanford. Il suo stile, fatto di "spirito geometrico", richiama le essenzialità volumetriche e racchiude tutto il concetto nelle "viscere" del corpo solido, rese visibili da spaccature, tagli che rompono le superfici levigate. Un segno inequivocabile di libertà.
Nel frattempo, sui social network già ci si chiede se la città non potesse trovar modo migliore di spendere i soldi. Tranquilli, probabilmente almeno questa volta i soldi non li ha tirati fuori Trani.