Protesta dei lavori Don Uva davanti alla Cattedrale
Striscioni fuori dalla basilica. L'intento è di investire della responsabilità anche i vertici religiosi
mercoledì 31 ottobre 2012
20.51
Come preannunciato nel corso di una recente conferenza stampa, una delegazione sindacale dei lavoratori della casa della Divina Provvidenza di Bisceglie ha manifestato davanti alla Cattedrale di Trani mentre era in corso la solenne celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato (prefetto della Congregazione vaticana delle cause dei Santi) a devozione di Monsignor Raffaele Dimiccoli, suor Maria Chiara Damato e don Pasquale Uva.
Muniti di striscioni, i lavoratori hanno espresso con slogan e frasi la preoccupazione per il loro futuro, compressi tra la decisione del tribunale di Trani circa l'istanza di fallimento dell'Ente, ed il piano di ristrutturazione proposto dalla Regione e che prevede l'azzeramento degli attuali vertici della Casa Divina Provvidenza.
A rischiare di perdere il posto di lavoro, 587 dipendenti (per i quali è stata annunciata la messa in mobilità), ma anche tutti quei lavoratori dell'indotto che si muove attorno alla Casa della Divina Provvidenza.
L'intento della protesta è di investire della responsabilità di un sostegno anche i vertici religiosi. Nei giorni scorsi, l'Arcivescovo Giovan Battista Pichierri aveva testimoniato «grande attenzione nei confronti della complessa problematica della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie». L'Arcivescovo, in forza del suo dovere di vigilanza sulle opere di carità del venerabile don Pasquale Uva, è in contatto assiduo con la dirigenza istituzionale e con la congregazione pontificia della vita consacrata. Pichierri ha incoraggiato i soggetti responsabili a dialogare per scongiurare l'esecuzione del verdetto fallimentare, emanato dal tribunale di Trani, e nel contempo ha invitato a proiettare la realtà dell'opera verso una ripresa imprenditoriale, assicurando innanzitutto ai degenti le cure loro dovute e a tutto il personale sanitario l'indispensabile serenità nell'esercizio dei loro doveri professionali.
Muniti di striscioni, i lavoratori hanno espresso con slogan e frasi la preoccupazione per il loro futuro, compressi tra la decisione del tribunale di Trani circa l'istanza di fallimento dell'Ente, ed il piano di ristrutturazione proposto dalla Regione e che prevede l'azzeramento degli attuali vertici della Casa Divina Provvidenza.
A rischiare di perdere il posto di lavoro, 587 dipendenti (per i quali è stata annunciata la messa in mobilità), ma anche tutti quei lavoratori dell'indotto che si muove attorno alla Casa della Divina Provvidenza.
L'intento della protesta è di investire della responsabilità di un sostegno anche i vertici religiosi. Nei giorni scorsi, l'Arcivescovo Giovan Battista Pichierri aveva testimoniato «grande attenzione nei confronti della complessa problematica della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie». L'Arcivescovo, in forza del suo dovere di vigilanza sulle opere di carità del venerabile don Pasquale Uva, è in contatto assiduo con la dirigenza istituzionale e con la congregazione pontificia della vita consacrata. Pichierri ha incoraggiato i soggetti responsabili a dialogare per scongiurare l'esecuzione del verdetto fallimentare, emanato dal tribunale di Trani, e nel contempo ha invitato a proiettare la realtà dell'opera verso una ripresa imprenditoriale, assicurando innanzitutto ai degenti le cure loro dovute e a tutto il personale sanitario l'indispensabile serenità nell'esercizio dei loro doveri professionali.