Trani città balneare blindata, Branà (M5S): «Accessi al mare negati»

Dallo Scoglio di Frisio alle Matinelle, il candidato sindaco: «Manca un serio piano delle coste»

lunedì 27 luglio 2020 6.22
Trani città balneare blindata. No, non dobbiamo spingerci troppo lontano: se si volesse davvero una città vivibile e che lo sia per tutti, dovremmo iniziare proprio da quello che abbiamo sotto gli occhi. Immaginiamo di cominciare un viaggio a piedi sul nostro lungomare partendo dall'area denominata "Scoglio di Frisio", spiaggia frequentata da tempo immemore da famiglie e bambini. Lo "Scoglio" dell'"acqua di Cristo", una fascia costiera dove alle rocce si insinua un percorso misto tra sassi e sabbia, creando una lingua stretta di sabbia fine che per raggiungere il largo produce a pochi passi dalla battigia una vera e propria piscina naturale. E tutto questo proprio su quella scogliera che da sempre è frequentata da bambini di tutte le età, ma non si sa perché presenta da tempo indeterminato una discesa a mare che, dopo qualche scalino, scende pericolosissima con sterpaglie a ridosso del muro che cinge quel tratto, e sparsi un po' qua e un po' là corpi contundenti e arrugginiti.

Ma proseguiamo il nostro percorso, e dopo il tratto di costa chiamato "Grotta azzurra" (per entrarvi è necessario scendere una serie di rampe di scale) assistiamo ad una serie di accessi al mare che ci sono e non ci sono, o meglio ci sono, ma non è dato a noi comuni mortali che siamo anche cittadini di accedervi. Tra privatizzazioni, lidi annessi a circoli privati oppure con servizi che pochi possono permettersi, cancelli, cancelletti (che capita di vedere scavalcati oppure che impediscano soccorsi –notizia fresca di qualche settimana fa-) porte di metallo che si affacciano su tratti inaccessibili per rampe pericolanti, arriviamo all'ex sciala Torelli: qui, notizia anch'essa freschissima, sono stati avvistati bagnanti e ragazzini che, entrandovi di nascosto, hanno improvvisato tuffi in un mare stranamente limpido da quelle parti, mettendo tra l'altro a serio rischio la propria incolumità, all'interno di un'area per niente sorvegliata dove il degrado regna sovrano tra resti, vasche e ruderi dell'ex impresa di stabulazione dei mitili. Dopo il "Monastero" arriviamo alla nostra penisola di Colonna.

Bene, qua se il comune mortale di prima provasse minimamente a pensare di voler fare un bagno e godere una giornata di sole e mare, deve stringersi nella spiaggia della "Baia del Pescatore" che ormai si è ridotta tra gli storici lidi riversi da una parte e recenti concessioni di lidi (attrezzatissimi, ma onerosi) dall'altra. Passato lo storico "Lido di Colonna", ci immettiamo sul lungomare Mongelli dove anche qua l'incuria fa la sua parte, per "ammirare" subito dopo un bel rudere risalente ad epoca non conosciuta sulla "Seconda Spiaggia". Poi le "Matinelle" dove oltre quel tratto il nostro viaggio si ferma perché il mare in quella zona (Conche) non puoi vederlo nemmeno da un parapetto.

E questo è ciò che accade sul nostro bel lungomare e a proseguire, per non parlare di quello che c'è a partire dalla Villa Comunale verso il centro storico (ma questa è un'altra storia). Cosa manca, cosa non è stato fatto e cosa non si riesce a fare da sempre? Una cosa semplice semplice: un serio piano delle coste!

Ripascimento (laddove i lavori vengano fatti nel rispetto del nostro patrimonio sia naturale che architettonico) bonifica e risanamento, attenzione ai servizi – un accesso negato è anche e soprattutto la presenza di scale che costituisce un serio problema per chi non può permettersi di scenderle – ed infine accesso del primo soccorso, senza dover mettere toppe di facciata come siamo purtroppo abituati ad assistere.

Beatrice Chieppa attivista M5S,
Luisa Di Lernia e Vito Branà portavoce del Movimento 5 stelle Trani


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