Optional
Capirro kaput
La nostra segnalazione ha rianimato il dibattito sulla "ridente" zona invasa dal cemento.
venerdì 10 febbraio 2006
In effetti non se ne parlava più. E con una rassegnazione e un disincanto tipici di noi meridionali, come in una "novella" di Giovanni Verga, abbiamo assistito impotenti, rassegnati e confusi e infelici, alla snaturata e svergognata colata di marmi pregiati, cemento e colonnati "texani", nella zona di Capirro, per via della costruzione di massa di ogni genere e grado di ville. Ora, l'idea della zona residenziale è un "concetto urbanistico" applicato e felicemente coniugato con tantissime realtà cittadine d'Italia, ma tutto questo ha un senso e un ritorno d'immagine e comodità per la gente del luogo, se nell'edificazione viene seguito un criterio, viene mantenuto un rispetto seppur minimo dell'originaria conformazione della zona interessata dai progetti. Viene mantenuto un equilibrio tra costruzioni e verde...
E invece: Capirro Kaput. Addio alle schiere d'ulivi, alla vigna selvatica e a quella coltivata, alle piccole stradine di campagna ai bordi delle quali, già grazie ai primi tepori, si possono (si potevano) ammirare piccole prime testimonianze della Primavera alla porte. Invece nulla di tutto questo. Non ci siamo resi conto subito della devastazione in atto. E ha ragione un nostro lettore intervenuto nel sempre più affollato e partecipe Forum di Traniweb: "Ormai è tardi per lamentarsi". E qui le responsabilità sono molteplici, a cominciare da una stampa locale completamente muta sull'argomento, ma si sa, quando ci sono in ballo questioni edilizie, è meglio non rompere le palle a nessuno. Anche noi giornalisti siamo colpevoli per non aver scritto una riga quando avremmo fatto in tempo a farci sentire e le parti politiche, quelle che secondo qualcuno sarebbero le sole deputate ad esprimersi (solo chi è eletto può dire la sua? Balzana idea da feudalesimo politico e sudditanza psicologica verso politici in realtà incapaci) non hanno mosso un unghia. Ma su questo argomento torneremo.
Per il momento diamo l'addio a Capirro Vecchia. PS: A proposito: Che senso ha continuare a chiamare l'uscita Sud di Trani dalla 16 /bis, "Trani Capirro"? Quella dicitura, secondo segnalazioni giunte ad Optional, crea disorientamento nei forestieri che cercando una normale dicitura "Trani Sud" e che non sanno cos'è "Capirro", se in effetti devono lasciare in quel punto la statale, rischiano di tirare dritto e avere disagi.
E invece: Capirro Kaput. Addio alle schiere d'ulivi, alla vigna selvatica e a quella coltivata, alle piccole stradine di campagna ai bordi delle quali, già grazie ai primi tepori, si possono (si potevano) ammirare piccole prime testimonianze della Primavera alla porte. Invece nulla di tutto questo. Non ci siamo resi conto subito della devastazione in atto. E ha ragione un nostro lettore intervenuto nel sempre più affollato e partecipe Forum di Traniweb: "Ormai è tardi per lamentarsi". E qui le responsabilità sono molteplici, a cominciare da una stampa locale completamente muta sull'argomento, ma si sa, quando ci sono in ballo questioni edilizie, è meglio non rompere le palle a nessuno. Anche noi giornalisti siamo colpevoli per non aver scritto una riga quando avremmo fatto in tempo a farci sentire e le parti politiche, quelle che secondo qualcuno sarebbero le sole deputate ad esprimersi (solo chi è eletto può dire la sua? Balzana idea da feudalesimo politico e sudditanza psicologica verso politici in realtà incapaci) non hanno mosso un unghia. Ma su questo argomento torneremo.
Per il momento diamo l'addio a Capirro Vecchia. PS: A proposito: Che senso ha continuare a chiamare l'uscita Sud di Trani dalla 16 /bis, "Trani Capirro"? Quella dicitura, secondo segnalazioni giunte ad Optional, crea disorientamento nei forestieri che cercando una normale dicitura "Trani Sud" e che non sanno cos'è "Capirro", se in effetti devono lasciare in quel punto la statale, rischiano di tirare dritto e avere disagi.