Polizze vita: la scelta di alcuni risparmiatori oculati

Il funzionamento della cosiddetta polizza “rivalutabile”

martedì 9 luglio 2019 9.28
La polizza vita non solo mette al riparo l'intera famiglia da eventi nefasti quali inabilità fisica o morte prematura del titolare, ma rappresenta anche un valido investimento per chi voglia, dopo il pensionamento, continuare a mantenere un tenore di vita adeguato con un'entrata regolare. Esistono delle varianti diverse che riguardano le differenti polizze, come spiegato in questa guida: https://www.chescelta.it/rendimento-polizze-vita/. Prima di scegliere una polizza, quindi, vanno decisi determinati parametri che riguardano la copertura: se le cause naturali quali la malattia o la morte sono le motivazioni principali per cui si stipula, è anche vero che molti decidono, come già accennato, di accenderne una cosiddetta "caso vita", di cui usufruire dopo il termine dell'attività lavorativa. L'erogazione può essere immediata, in un'unica soluzione oppure rateizzata e partire da una data prestabilita in fase di stipula. In alcuni casi, viene accesa una polizza quando si stia pagando il mutuo di un immobile per garantire la continuità dei pagamenti qualora si verifichi un evento nefasto.

Per ottenere il massimo da una polizza vita, alcuni risparmiatori estremamente oculati decidono di stipularne una cosiddetta "rivalutabile". Le rate versate, con la cadenza desiderata, si accumulano in una gestione separata dell'azienda assicurativa che le investe per ottenere un profitto, proteggendole al contempo dalle flessioni economiche della compagnia stessa. Se l'andamento del mercato è favorevole, il premio verrà rivalutato di anno in anno, mentre se non dovesse essere così esiste un tasso minimo garantito. Quest'ultimo, per l'appunto, garantisce una soglia minima sotto alla quale la rivalutazione non potrà mai scendere, mettendo il contribuente al riparo da rischi e assicurandogli l'erogazione adeguata. Ovviamente, tali parametri andranno determinati preventivamente, in fase di stipula. Le polizze rivalutabili possono avere costi fissi o meno e sono soggette a tassazione come qualsiasi altra polizza. In tal senso, l'aliquota è pari al 26% e coinvolge anche la differenza tra gli importi versati e quelli già maturati (plusvalenza); le polizze vita ordinarie, invece, saranno tassate solo nel momento in cui inizi l'erogazione. Ma i costi di una polizza dipendono anche da altri fattori, quali ad esempio quelli di rischio che coinvolgono chi la stipuli: professioni pericolose, problemi più o meno gravi di salute e stile di vita in generale. Il vantaggio di questo tipo di assicurazione è nell'essere completamente slegato da testamenti o assi ereditari, quindi il beneficiario (o i beneficiari) non dovranno temere rivalse da terzi per nessun motivo. Anzi, in alcuni casi potrebbero persino non essere a conoscenza della polizza a loro favore. Solitamente il contratto si rinnova di anno in anno, e nessuno vieta anche a persone oltre i 70 anni di stipularne uno: l'età avanzata, però, potrebbe inevitabilmente far lievitare il costo del premio e limitarne la durata.

Tra i vari tipi di polizza, una di quelle maggiormente utilizzate è senz'altro la polizza mista: oltre a garantire l'erogazione della rendita in caso di eventi nefasti, quali morte o inabilità per malattia, può anche prevedere una data precisa dalla quale cominciare a trarne il beneficio, anche se il contraente è ancora in vita. I risparmiatori più prudenti, prima di sottoscrivere una polizza, prevedono comunque un periodo di ricerca al fine di individuare la migliore, valutando le opzioni più adeguate alle proprie esigenze, i costi e la rendita delle singole Compagnie Assicurative.