Ricerche di petrolio al largo di Trani, il Comune fa ricorso al Tar

Chiesto l'annullamento delle autorizzazioni del Ministero dell'Ambiente

venerdì 24 marzo 2017
A cura di Martina Tortosa
Tutelare i beni naturali e paesaggistici del territorio. È questo l'obiettivo del Comune di Trani che ha proposto il ricorso contro il Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare, di fronte al Tar Lazio-Roma, per annullare le autorizzazioni per i sondaggi petroliferi al largo della costa tranese. Il 27 agosto del 2013, la società Global Petroleum Limited aveva avanzato la richiesta di effettuare ricerche di idrocarburi nel mar Adriatico meridionale, non molto distanti dalle coste pugliesi dunque.

A scatenare l'ira funesta dell'ente tranese è la tecnica con la quale la società porterebbe avanti le ricerche: la Air-gun. Si tratta di una specie di "cannone" che spara in acqua bolle di aria ad alta compressione producendo addirittura delle piccole onde sismiche che si scontrano con il fondale marino, vengono riflesse dagli strati della costa terreste e tornano infine a dei sensori chiamati idrofoni. I dati raccolti rivelerebbero l'eventuale presenza sotto il fondale di gas o di petrolio. Una tecnica che per il Comune di Trani risulta essere troppo invasiva e pericolosa sia sotto il profilo ambientale, sia per le attività di pesca. A difendere l'Amministrazione sarà l'avvocato Isabella Loiodice del Foro di Bari. A lei spetterà la cifra di oltre 2mila euro.