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Salute d'asporto

Mangiare meno per vivere meglio: come le restrizioni alimentari possono prevenire il cancro

Ce ne parla il biologo Giuseppe Labianca

Nel 2022, quasi 10 milioni di persone nel mondo sono morte a causa di un tumore e secondo le proiezioni, nel 2040 questa cifra potrebbe salire a oltre 16 milioni di decessi. Di fronte a questi impressionanti numeri ci si sofferma a quanto la prevenzione sia la strategia più efficace per ridurre l'impatto globale del cancro.
La ricerca scientifica è oggi concorde nel dire che tra il 30 e il 50% dei tumori potrebbe essere evitato adottando stili di vita salutari: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, riduzione del consumo di alcol e fumo, e mantenimento del peso corporeo nella norma. Oltre a tutto questo la letteratura scientifica fornisce numerosi studi che sottolineano come le restrizioni alimentari e il digiuno controllato possano attivare meccanismi biologici capaci di proteggere le cellule e rallentare l'invecchiamento.

Il corpo umano reagisce costantemente alla quantità e alla qualità del cibo che riceve, infatti le cellule possiedono veri e propri "sensori nutrizionali" che rilevano i livelli di zuccheri, grassi e proteine, e regolano di conseguenza i processi di crescita e riparazione. Quando questi sensori funzionano in modo corretto, mantengono l'equilibrio. Ma quando sono sovraccaricati da un eccesso di nutrienti, come spesso accade con l'alimentazione moderna, favoriscono la proliferazione cellulare incontrollata, terreno fertile per il cancro.

Le restrizioni caloriche e i regimi di digiuno agiscono proprio su questi meccanismi, "riprogrammando" il metabolismo cellulare: riducono l'infiammazione, migliorano la capacità di riparare il DNA e promuovono l'eliminazione delle cellule danneggiate. In pratica, un po' di "fame" aiuta l'organismo a rigenerarsi.

È opportuno sottolineare che restrizione calorica non è sinonimo di malnutrizione e iponutrizione, poiché la prima identifica una riduzione controllata delle calorie o dei nutrienti, mantenendo tutti gli elementi essenziali per la salute. Esistono diverse strategie per attuare un deficit calorico:
Restrizione calorica (CR): riduzione del 20–40% delle calorie giornaliere senza carenze nutrizionali.
Dieta mima-digiuno (FMD): regimi di pochi giorni a basso contenuto calorico (circa 300–1000 kcal/die), poveri di proteine e zuccheri ma ricchi di grassi "buoni", che simulano gli effetti del digiuno.

Digiuno intermittente (IF): alternanza di ore o giorni di digiuno e alimentazione normale, come nel popolare schema "16:8" (16 ore di digiuno, 8 di alimentazione).

Tutti questi approcci hanno mostrato, in studi su animali e modelli cellulari, di ridurre l'incidenza di tumori e prolungare la vita. Nei roditori, per esempio, la restrizione calorica dimezza il rischio di sviluppare linfomi, tumori al fegato e al seno.

Negli esseri umani, i risultati sono più complessi ma comunque promettenti. Gli effetti positivi si osservano su diversi fronti, come la diminuzione dei livelli di insulina e IGF-1, due ormoni che stimolano la crescita cellulare; la riduzione delle cicitochine infiammatorie, l'aumento della sensibilità all'insulina e dell'adiponectina, un ormone che protegge da obesità e infiammazione, ed il miglioramento dei processi di autofagia, cioè la pulizia interna delle cellule.

In sintesi, il corpo in modalità "restrizione" entra in un assetto di protezione cellulare, meno incline a errori genetici e più efficiente nella rimozione delle cellule danneggiate.
Tra le strategie più promettenti c'è la dieta mima-digiuno (FMD), infatti studi clinici pilota hanno mostrato che pochi cicli annuali di FMD riducono glicemia, pressione arteriosa e IGF-1, migliorando anche i parametri infiammatori e lipidici. In modelli animali, la FMD non solo rallenta la crescita dei tumori, ma aumenta l'efficacia della chemioterapia, proteggendo al tempo stesso le cellule sane.

Nonostante i benefici delle restrizioni caloriche, le strategie alimentari hanno bisogno di personalizzazione e devono essere supervisionate da un medico o nutrizionista, soprattutto per chi soffre di diabete, disturbi alimentari o patologie croniche.
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