Optional
Barbarie sanitaria
Continua il gioco a rimpiattino tra i partiti sulla pellaccia dei tranesi
venerdì 27 gennaio 2006
E' l'ennesima prova d'immaturità, quella dei partiti locali, abituati a strumentalizzare tutto, a cominciare naturalmente da questa imbarazzante situazione che sta coinvolgendo da diversi anni l'Ospedale di Trani.
Il "dagli all'untore" che puntualmente si scatena ad ogni avvisaglia di provvedimento politico, specialmente, anzi quasi sempre di segno contrario, chissa' perchè... ai danni della nostra sanità, non costituisce mai l'occasione per rimboccarsi le maniche e trovare una cura, proporre subito soluzioni alternative, cercare di avviare rapporti diplomatici e distensivi nei confronti di chi deve poi decidere. Si scatena solo questa infantile lotta all'ultimo manifesto che ripete la stessa vuota solfa: scippo e ruberia; fregatura e rapina; scippati e gabbati. Tutto questo sulla pellaccia di una comunità come quella tranese, già di per se incapace di far sentire la sua voce come collettività, a cominciare dai flosci organi di stampa, per arrivare alle manifestazioni di piazza, ritenute dai patetici snob locali, delle cafonate, delle perdite di tempo.
Se, come dicevano i nostri nonni, è l'interessato che deve muovesi, è inutile prendersela, dopo, solo col decisionismo di facciata di un Fitto, preoccupato di ben figurare nei quartieri alti come uno che fa quadrare i conti, ma che non guarda in faccia la realtà, o col filosofo e poeta Vendola, che chiaramente ha un'altra impostazione mentale, ma che per un' altra strada si fa comunque condizionare dallo strapotere delle lobby e dei partiti. Certo il tichet parzialmente abolito e la ginecologia che deve (dovrebbe) ritornare a Trani sono segnali positivi; la decisione di segare il reparto di ematolgia, secondo una notizia confermata da un medico tranese da noi interpellato, sarebbe stata persa non per un'imposizione poitica, ma per un dato, segnalato dall'interno, di scarsa fruizione da parte dell'utenza. Ancora una volta una questione di bilanci insomma e non un cieco taglio dall'alto.
E' inutile piangere dopo, servendosi di qualsaisi pelo per attaccare una parte politica, fregandosene sostanzialmente di tutto un percorso di bisogni, disservizi, esigenze di una popolazione.
Siamo realisti: le magagne, le storture e il menefreghismo nei confronti del nostro Ospedale, ridotto per lo più ad una struttura fantasma, vengono da molto ma molto più lontano. E' tardi per prenderesela con i vari Fitto o Vendola, che oggi sono chiamati a ragionare in termini di cifre. Era l'amor proprio della classe politica locale, che nell'arco degli ultimi quindici, vent'anni, avrebbe dovuto curare con attenzione, idee e proposte di programmazione e maggior attenzione alla qualità, le sorti del "San Nicola Pellegrino".
Ora possiamo giocare al dottore e all'ammalato quanto vogliamo, per cui il finto dottore è il politico preoccupato (per fini propri) del paziente in agonia (l'ospedale tranese). Per la gioia dei tipografi che continuano a stamapare da dieci anni sempre gli stessi manifesti, una volta rossi, una volta azzurri. Palle, palle, palle rosse e gialle (e azzurre).
Il "dagli all'untore" che puntualmente si scatena ad ogni avvisaglia di provvedimento politico, specialmente, anzi quasi sempre di segno contrario, chissa' perchè... ai danni della nostra sanità, non costituisce mai l'occasione per rimboccarsi le maniche e trovare una cura, proporre subito soluzioni alternative, cercare di avviare rapporti diplomatici e distensivi nei confronti di chi deve poi decidere. Si scatena solo questa infantile lotta all'ultimo manifesto che ripete la stessa vuota solfa: scippo e ruberia; fregatura e rapina; scippati e gabbati. Tutto questo sulla pellaccia di una comunità come quella tranese, già di per se incapace di far sentire la sua voce come collettività, a cominciare dai flosci organi di stampa, per arrivare alle manifestazioni di piazza, ritenute dai patetici snob locali, delle cafonate, delle perdite di tempo.
Se, come dicevano i nostri nonni, è l'interessato che deve muovesi, è inutile prendersela, dopo, solo col decisionismo di facciata di un Fitto, preoccupato di ben figurare nei quartieri alti come uno che fa quadrare i conti, ma che non guarda in faccia la realtà, o col filosofo e poeta Vendola, che chiaramente ha un'altra impostazione mentale, ma che per un' altra strada si fa comunque condizionare dallo strapotere delle lobby e dei partiti. Certo il tichet parzialmente abolito e la ginecologia che deve (dovrebbe) ritornare a Trani sono segnali positivi; la decisione di segare il reparto di ematolgia, secondo una notizia confermata da un medico tranese da noi interpellato, sarebbe stata persa non per un'imposizione poitica, ma per un dato, segnalato dall'interno, di scarsa fruizione da parte dell'utenza. Ancora una volta una questione di bilanci insomma e non un cieco taglio dall'alto.
E' inutile piangere dopo, servendosi di qualsaisi pelo per attaccare una parte politica, fregandosene sostanzialmente di tutto un percorso di bisogni, disservizi, esigenze di una popolazione.
Siamo realisti: le magagne, le storture e il menefreghismo nei confronti del nostro Ospedale, ridotto per lo più ad una struttura fantasma, vengono da molto ma molto più lontano. E' tardi per prenderesela con i vari Fitto o Vendola, che oggi sono chiamati a ragionare in termini di cifre. Era l'amor proprio della classe politica locale, che nell'arco degli ultimi quindici, vent'anni, avrebbe dovuto curare con attenzione, idee e proposte di programmazione e maggior attenzione alla qualità, le sorti del "San Nicola Pellegrino".
Ora possiamo giocare al dottore e all'ammalato quanto vogliamo, per cui il finto dottore è il politico preoccupato (per fini propri) del paziente in agonia (l'ospedale tranese). Per la gioia dei tipografi che continuano a stamapare da dieci anni sempre gli stessi manifesti, una volta rossi, una volta azzurri. Palle, palle, palle rosse e gialle (e azzurre).