Dimissioni, il Pd chiarisce le motivazioni della spaccatura

Ferrante, Laurora e Cognetti: «Senza le 17 firme non hanno alcun senso»

mercoledì 31 dicembre 2014 7.37
«Sentiamo la necessità di fornire alcuni chiarimenti rispetto alla grave situazione politico amministrativa che sta attraversando la nostra Città a causa dei noti fatti di cronaca rispetto ai quali manteniamo la massima neutralità auspicando che gli organi preposti facciano chiarezza nel più breve tempo possibile nell'interesse della cittadinanza». Inizia così la nota inviata dai tre consiglieri del Partito Democratico, Fabrizio Ferrante, Tommaso Laurora e Mimmo Cognetti, che ieri, al contrario dei colleghi, Carlo Avantario e Mimmo De Laurentis, hanno deciso di non dimettersi. Una spiegazione c'è ed eccola affidata a queste righe.

«All'indomani - scrivono i tre nella nota - dei citati fatti e constatando un'oggettiva difficoltà al corretto funzionamento delle istituzioni locali, abbiamo sin da subito garantito la nostra disponibilità alla sottoscrizione delle contestuali 17 dimissioni che avrebbero determinato lo scioglimento anticipato del consiglio comunale considerandolo l'unico atto in grado di sbloccare la situazione di stallo creatasi. Abbiamo al contempo garantito la nostra presenza nelle sedute dl 23 e 29 dicembre all'unico fine di consentire l'approvazione del piano del diritto allo studio contenente interventi importanti di natura sociale.

Il numero di 17 sottoscrizioni - continuano - di dimissioni contestuali non è stato mai raggiunto e successivamente nella giornata del 30/12 sono intervenute le dimissioni del Sindaco che di fatto hanno tracciato un percorso verso nuove elezioni. A questo punto, non essendo state raggiunte le famose 17 firme contestuali, abbiamo ritenuto, come riteniamo, inutili qualunque tipo di dimissioni poiché, se depositate in un numero inferiore , non avrebbero comunque consentito nessun effetto; al contempo abbiamo preso atto delle dimissioni di 8 consiglieri che non implicano alcuna svolta istituzionale a cominciare dallo scioglimento del consiglio. Di fatto oggi se cesserà la consigliatura sarà unicamente per effetto delle dimissioni del Sindaco non potendosi più auspicare la contestualità di 17 firme visto che in 8 hanno già rassegnato le proprie.

Noi rispettiamo questa decisione dei nostri colleghi- conclude la nota di Ferrante, Lauora e Cognetti -, anche se perfettamente ininfluente ai fini delle sorti dell'Amministrazione, ma al contempo desideriamo rispetto per la nostra; infatti abbiamo deciso di consegnare le nostre dimissioni agli organi cittadini , provinciali e regionali preposti affinché le possano utilizzare al meglio nello sviluppo di uno scenario ancora incerto: infatti il Sindaco ha 20 giorni di tempo per revocare le proprie dimissioni e se così fosse, per una qualsivoglia causa, l'istituto delle surroghe già in atto determinerebbe di fatto solo il risultato della nostra estromissione dal Consiglio e della nostra parte politica con profonda incertezza sugli assetti consiliari e sugli eventuali sviluppi. Tanto tenevamo a precisare alla cittadinanza per evitare che qualche considerazione ignara della situazione effettiva potesse alterare i contorni del Nostro comportamento».