Dopo la rapina, Tomasicchio chiede più sicurezza

Il consigliere di centrodestra: «Il sindaco alzi la voce con ministro e prefetto»

sabato 7 novembre 2015 13.57
Sulla questione della rapina al supermercato Dok di corso Vittorio Emanuele, è intervenuto Emanuele Tomasicchio, ex candidato sindaco del centrodestra ed esponente dell'opposizione in Consiglio comunale.

«Stamattina un delinquente - dice Tomasicchio - a mano armata ha assaltato un supermercato nel pieno centro della città ad un orario di massima affluenza, ciò a dimostrare la percezione che, anche, la delinquenza ha, ormai, della nostra città. È l'ennesimo, gravissimo episodio che non fa altro che evidenziare come la città di Trani versi in uno stato di non curanza e sciatteria istituzionale, tanto che viene costantemente trascurata, ormai in modo drammatico, la questione della sicurezza dei propri cittadini».

«Il sindaco, Amedeo Bottaro, nonostante fosse stato più che sollecitato ad attenzionare della situazione ministro dell'Interno e prefetto, da parte del consigliere del centrodestra, all'opposizione, Emanuele Tomasicchio, ad oggi - prosegue - non ha inteso rendere noti quali siano state, in concreto, le misure eventualmente richieste e i provvedimenti reclamati. Che cosa è accaduto all'incontro? Quali le richieste? Quali i provvedimenti adottati? Che cosa è stato fatto, in concreto, dalla morte del povero Zanni ad oggi?»

Secondo Tomasicchio «si percepisce un atteggiamento troppo ossequioso del sindaco nei confronti dei responsabili dell'ordine pubblico e certamente non adeguato alla gravità della situazione, di una assoluta sottovalutazione della gravità del clima di abbandono e di delinquenza dilagante, di impunità assoluta e mancanza di rispetto delle regole. Emanuele Tomasicchio chiede, quindi, immediati chiarimenti su quanto accaduto nell'incontro con il prefetto. Si chiede, inoltre, e con estrema determinazione, che il sindaco - rimarca Tomasicchio - si faccia portatore delle istanze che in questa sede si reiterano nei confronti delle istituzioni e "alzi la voce" per far giungere il dolore di un'intera città. Il primo cittadino deve esigere un confronto con il ministro e, se del caso, chiedere anche la sostituzione del prefetto. In caso contrario, duole doverlo ammettere, ci si troverebbe di fronte alle solite, ormai insopportabili, chiacchere a cui - conclude - ci sta abituando l'amministrazione Bottaro».