Emergenza neve, i medici di famiglia denunciano le carenze per la continuità assistenziale

Drago (segretario regionale Fimmg): «Siamo stati lasciati soli»

lunedì 9 gennaio 2017 0.08
«I colleghi della continuità assistenziale di tutta la Puglia stanno sostenendo da molte ore il peso di una Regione che non ha saputo gestire un'emergenza annunciata». A dirlo è il segretario regionale di Fimmg continuità assistenziale Puglia, Pietro Drago. «I direttori generali di tutte le Asl - spiega - non hanno fatto nulla per garantire ai medici in servizio la possibilità di fornire in sicurezza un'assistenza adeguata al cittadino: si sono limitati all'invio di una nota protocollata, in cui si chiedeva di prendere contatto con Protezione civile ed organi di sicurezza».

«Ma, nei fatti - prosegue - i colleghi sono stati abbandonati a loro stessi. La sicurezza di chi presta cure mediche è uno dei principi fondamentali su cui si basa l'organizzazione di un servizio di tutela della salute del cittadino. Ciò che invece è sta accadendo è che viene messa a rischio l'incolumità di tanti colleghi che devono raggiungere le sedi di lavoro e devono fornire cure spesso a domicilio, in un momento per giunta "caldo" come quello di epidemia influenzale. Non è di certo sufficiente dichiarare agibili (nei casi in cui avviene) le grandi arterie stradali, quando contemporaneamente deve essere in piena attività un servizio di cura che è capillare sul territorio».

«Fimmg Continuità Assistenziale Puglia - prosegue Drago - intende denunciare questo abbandono, questo disinteresse da parte di amministratori, i quali percepiscono compensi per scaricare il peso dell'emergenza su operatori che lavorano con grande senso di responsabilità e che, per esempio, vanno ben oltre il previsto orario di lavoro, garantendo così la continuità dell'assistenza lì dove i colleghi hanno difficoltà a raggiungere le sedi per il cambio turno. È necessario programmare con tutte le parti in causa l' assistenza medica in caso di calamità (come quella che stiamo vivendo) senza attendere la prossima emergenza, per evitare altri martiri. Perché il rischio, in un clima esasperato, è che si alimentino tensioni fra utenza e medici laddove l'assistenza arrivi in ritardo per cause di forza maggiore».

«Il nostro ringraziamento - conclude - e la nostra vicinanza vanno a tutti i colleghi che hanno sopperito alle carenze del sistema per un unico scopo, che per noi è sempre stato una priorità: essere vicini alla cittadinanza, avendo a cuore innanzitutto la salute del prossimo».