Furto sacrilego nella Chiesa del Sacro Cuore di Trani

La denuncia social di don Raffaele Sarno

giovedì 28 agosto 2025 7.37
A cura di Tonino Lacalamita
C'è tanta amarezza nelle parole di don Raffaele Sarno che nella tarda serata di ieri ha denunciato, con un post sulla sua pagina social, il furto di un manufatto d'argento che ornava la base dell'altare della chiesa intitolata a Cristo Re, si trova in via Malcangi, meglio conosciuta a Trani come Chiesa del Sacro Cuore. Queste le parole di don Raffaele:

Piange il cuore vedere i tufi scoperti e l'altare del Sacro Cuore privo del suo bel bassorilievo in argento. L'avidità ignora i sentimenti popolari e la sacralità di questi luoghi. Andiamo avanti, vedendo come sostituire il pannello, magari con l'opera di qualche artista.

Il post diventato subito virale accende le luci su un fenomeno quello dei furti di oggetti sacri da una chiesa che è un atto che ferisce profondamente una comunità, perché non si tratta di una semplice sottrazione di beni, ma di una violazione di simboli carichi di fede, storia e identità. Le motivazioni dietro a questi gesti sono complesse e possono essere raggruppate in tre categorie principali: economiche, ideologiche/simboliche e psicologiche. Don Raffaele ha ragione quando sottolinea come un gesto del genere ignori i sentimenti popolari e la sacralità dei luoghi, un "gesto avido" l'ha definito perchè legato, come in questo caso, valore del materiale del manufatto in argento che sicuramente, se non recuperato prima, è destinato ad essere fuso e rivenduto come metallo prezioso. Questa è la fine più tragica, perché l'oggetto viene distrutto per sempre in cambio di un guadagno immediato ignorando il valore artistico e sacro dell'oggetto.