Ore 7, in via Andria 300 inizia la dura giornata del detenuto

Carceri al collasso, l'Oasi2 racconta l'esperienza dei reclusi. «Il sovraffollamento carcerario è un dramma che si consuma nel dramma »

lunedì 30 maggio 2011 20.18
La vita del carcere raccontata dai diretti protagonisti con una fedele ricostruzione dei luoghi e delle condizioni in cui si trovano i reclusi della struttura pentienziaria di Trani. La simulazione è stata organizzata dalla comunità Oasi2 di Trani che porta avanti il progetto Dedalo alternative con il quale gli operatori offrono a chi è in stato detentivo o a chi lo è appena stato di cambiare vita o cercare un'altra possibilità.

La giornata tipo di un detenuto inizia alle 7 del mattino. Qualcuno prepara la colazione nel bagno, perché la cucina si trova li. Dalle 9 alle 11.30 c'è un po' di tempo libero per qualche passeggiata nel cortile. Pranzo, piccola passeggiata fino alle 15 e poi in cella fino a nuovo ordine che solitamente coincide con i raggi del sole del mattino dopo. Una vita in gabbia che non alimenta speranze per un futuro migliore. Prima c'era una saletta adibita a palestra ed una mini biblioteca, «ora non ci sono più neanche libri di narrativa» racconta sconsolato un altro detenuto che ha già scontato la sua pena in carcere ed ora è seguito dai ragazzi dell'Oasi2 in un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro.

Il sovraffollamento carcerario è un dramma che si consuma nel dramma della detenzione. Esso non è il sintomo della recrudescenza del crimine ma della difficoltà del sistema giudiziario italiano di essere efficace. La punizione e la rieducazione, i due pilastri su cui si fonda il carcere, sono irrealizzabili se continuano a scontrarsi con leggi carcerogene come quella sulla tossicodipendenza e quella sull'immigrazione. La Comunità Oasi2 che da 25 anni si impegna nella lotta contro la discriminazione, avviando progetti di reinserimento sociale anche per persone detenute o in pena alternativa, esprime la propria preoccupazione per una situazione che ha raggiunto un livello di quasi disumanità: le condizioni delle persone detenute devono essere argomento di discussione per tutta la comunità, per questo chiediamo, di nuovo, che la Regione istituisca al più presto la figura del garante dei diritti dei detenuti, affinché si rompa il silenzio colpevole sul mondo della detenzione e sul sistema che su di esso si fonda. Intanto, si sta portando avanti il progetto Dedalo alternative.