Processo "Revolving cards", a gennaio la sentenza di primo grado

Il pm Ruggiero chiede l’assoluzione di tutti gli imputati dalle accuse di truffa

giovedì 30 novembre 2017
E' attesa a gennaio la sentenza di primo grado del processo sulle revolving cards (gold e bleu) di American Express per cui dinanzi al Tribunale di Trani sono imputati cinque colletti bianchi del colosso bancario internazionale. Nell'udienza odierna il pubblico ministero Michele Ruggiero ha chiesto l'assoluzione di tutti gli imputati dalle accuse di truffa e tentata truffa per intervenuta prescrizione.

Quanto al reato di usura, Ruggiero ha chiesto al tribunale di condannare rispettivamente ad 1 anno e 4 mesi di reclusione e ad 1 anno ed 8 mesi, col beneficio della pena sospesa, Giglio Del Borgo, direttore generale e rappresentante legale di American Express Service Europe Limited per l'Italia nonchè responsabile area carte e viaggi dal 2005 al 12 marzo 2008; e Francesco Fontana, rappresentante legale dell'American Express Service Europe Limited, dirigente dell'area ufficio legale.

Chiesta, invece, l'assoluzione con l'equivalente della vecchia formula dell'insufficienza di prove, per gli altri tre imputati: Massimo Quarra, con lo stesso ruolo di Del Borgo dal 12 marzo 2008 in poi; Melissa Perinetti, dirigente dell'area prodotti carte di American Express; Daniele Di Febo, dirigente della "Area Compliance", area che cura la conformità alla normativa italiana dei prodotti di American Express. L'Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Postali e Assicurativi) e quattro dei dieci denuncianti costituiti parte civile hanno chiesto la condanna di tutti gli imputati e provvisionali, a seconda dei casi, tra i 10 ed i 20mila euro.

Dei difensori ha parlato, chiedendo l'assoluzione da ogni accusa, l'avvocato Maurizio Bellacosa, legale di Melissa Perinetti. I legali degli altri imputati prenderanno la parola all'udienza dell'11 dicembre. Poi, dopo l'Epifania, una nuova udienza a termine della quale sarà pronunciata la sentenza che porrà fine, almeno per il primo grado, ad un'altra echeggiante inchiesta della Procura di Trani sul mondo finanziario. Il pm Ruggero ipotizzò che "Amex" avrebbe conseguito un ingiusto vantaggio patrimoniale grazie ad artifizi e raggiri ed a clausole contrattuali insidiose e poco chiare.