Pubblicità abusiva, Paolillo chiede fondi per le rimozioni

Non c'è più il totem davanti al Castello svevo. «Tutti gli impianti installati non dovrebbero essere dotati di autorizzazione»

lunedì 10 ottobre 2011 14.55
Il totem pubblicitario che copriva la visuale del Castello Svevo è stato rimosso, così come non c'è più la struttura collocata in piazza Libertà davanti alla chiesa di San Francesco. Primi segnali, ovviamente non sufficienti, di ripristino della legalità.

Dopo l'operazione del commissariato di Polizia di Trani (che ha ha provveduto ad informare il sindaco al fine di diffidare gli autori delle violazioni a rimuovere i mezzi pubblicitari a loro spese nei prossimi dieci giorni), l'assessore alla polizia locale, Giuseppe Paolillo, ha scritto ai dirigenti comunali, al sindaco ed all'assessore alle finanze per chiedere risorse economiche finalizzate all'affidamento di incarico per la rimozione per lo meno degli ultimissimi impianti pubblicitari installati, in particolare i tanti 6x3 spuntati negli ultimi giorni e da noi segnalati.

«Tutti gli impianti installati non dovrebbero essere dotati di alcuna autorizzazione amministrativa» scrive Paolillo che ricorda come esistano oggi i riferimenti normativi per punire sia il proprietario degli impianti che il soggetto pubblicizzato. «A fronte del nuovo quadro normativo, chiedo agli organi comunali di attivarsi, ognuno per le proprie competenze, al fine di addivenire ad una definitiva risoluzione del problema. In alternativa, come già suggerito in numerosissime mie missive, propongo di affiggere sulle pubblicità apposte sugli impianti pubblicitari abusivi un manifesto in cui scrivere che si tratta di affissione abusiva così da scoraggiare anche il soggetto pubblicizzato e dare un segnale alla cittadinanza».

Paolillo auspica che sia velocizzato l'iter di approvazione del nuovo piano generale degli impianti pubblicitari «in modo tale da consentire ai soggetti titolari di imprese pubblicitarie ed alle attività commerciali interessate alla pubblicità di lavorare in ossequio alle disposizioni di legge ed, infine, al Comune di Trani di ricavare gli introiti spettanti».