Sciopero generale del pubblico impiego

Venerdì 11 dicembre, per otto ore

domenica 6 dicembre 2009
Per tutta la giornata di venerdì 11 dicembre i settori del pubblico impiego si fermeranno per lo sciopero generale della categoria indetto dalla Fp Cgil.

Gli organizzatori spiegano il motivo dello sciopero: «Il perdurare di un atteggiamento di totale chiusura da parte del Governo, il mancato finanziamento dei contratti in finanziaria, la volontà del Governo di perseguire una linea che esclude il dialogo ed impone le scelte ha esasperato i lavoratori pubblici che vogliono dimostrare che il lavoro pubblico è una questione che riguarda tutti e che colpire i lavoratori pubblici non rende migliore la pubblica Amministrazione. Il vero obiettivo del governo, invero, è lo smantellamento dello stato sociale, la riduzione dello Stato a semplice soggetto di mercato alle stesse condizioni del privato. Per migliorare la qualità della Pubblica Amministrazione occorre investire risorse non tagliare, occorre indirizzare la spesa pubblica per offrire servizi di qualità e non sperperare con le consulenze. È per queste ragioni che l'11 dicembre effettueremo uno sciopero generale di 8 ore di tutti i comparti pubblici, che culminerà in tre manifestazioni interregionali a Milano, Roma e Napoli".

La manifestazione interregionale del Sud si terrà a Napoli con concentramento alle ore 9 in piazza Trento e Trieste ed arrivo del corteo a piazza del Gesù Nuovo, dove confluiranno i lavoratori delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Pullmans partiranno anche dal territorio della Bat. La Fp Cgil Bat ha inteso organizzare delle assemblee cittadine: per i lavoratori pubblici di Trani l'assemblea si svolgerà presso il Comune, mercoledì 9 dicembre dalle ore 11.30 alle ore 13.30.

La Fp Cgil rivendica un'azione di contrasto ad una Finanziaria che non prevede i rinnovi dei contratti pubblici, ai tagli del salario accessorio e le decurtazioni per assenza per malattia, alla controriforma Brunetta che elimina i contratti nazionali e mortifica il lavoro, per chiedere la sua abrogazione, per il diritto al contratto nazionale e la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari in tutti i comparti pubblici, per un incremento tabellare di 150 euro nel prossimo triennio, per sostenere il ruolo delle Rsu e rivendicarne la convocazione delle elezioni.