Stabilizzazioni dirigenziali al Comune, cinque indagati

Contestato l'abuso di ufficio a Tarantini, Russo, Chiarello, Modugno e Affatato. Le denunce di Capurso sono finite in procura

mercoledì 1 agosto 2012 12.04
La vicenda delle stabilizzazioni dei due ex dirigenti Antonio Modugno e Giuseppe Affatato finisce al centro di un'inchiesta giudiziaria. E nel registro degli indagati, per abuso di ufficio, sono iscritti i nomi dell'ex sindaco Giuseppe Tarantini, dell'ex assessore al contenzioso, Pina Chiarello, del segretario generale Luca Russo e dei due ex dirigenti Giuseppe Affatato e Antonio Modugno, che avrebbero voluto essere stabilizzati e, invece, sono tornati ad essere semplici funzionari.

Tutto nasce dalla loro richiesta che Tarantini avrebbe voluto chiudere con una conciliazione davanti all'ufficio provinciale del lavoro di Bari, evitando così una causa in tribunale. Ma la vicenda stabilizzazioni, nel novembre 2011, diventò un caso anche politico dal momento che l'allora sindaco aveva chiesto il via libera della giunta per poter stabilizzare Modugno e Affatato. Non tutti gli assessori erano d'accordo. E alla fine in tre ne fecero le spese: Andrea Lovato, che aveva la delega alla cultura e si dimise, mentre Ugo Betti, ai lavori pubblici, e Nicola Pappolla, alle finanze, furono estromessi dallo stesso Tarantini. Ma le stabilizzazioni non furono mai realizzate.

A «consigliare» la procedura di conciliazione erano stati due consulenti legali esterni del Comune, attraverso altrettanti pareri pro veritate decisamente in contrasto con quello del legale di Palazzo di città. Pareri che passavano sulla testa dell'avvocato del Comune, Michele Capurso, che definì la procedura illegittima. Capurso inviò il suo parere al sindaco, al segretario generale e dirigente al contenzioso e al personale, ai due assessori al ramo e alla direzione provinciale del lavoro, presso la quale dovrebbe essere esperito lo stesso tentativo di conciliazione. A dire di Capurso ci sarebbero state «palese e indiscutibile inammissibilità, infondatezza e illegittimità della pretesa delle controparti, a prescindere da qualsivoglia parere o consulenza richiesta a professionisti esterni all'ente».

Le denunce di Capurso - che peraltro è stato trasferito dall'ufficio legale alla polizia municipale per occuparsi di multe proprio in seguito al caso stabilizzazioni - sono finite però in procura insieme a quelle dell'allora consigliere comunale di Fli, Dino Marinaro. Sono poi state riunite al fascicolo aperto d'ufficio dalla stessa procura. L'inchiesta del procuratore aggiunto, Francesco Giannella, deve ora accertare se l'operazione mai completata abbia prodotto danni al Comune.