Trani, 800 euro per un libro su Garibaldi

Hauze denuncia, Lucia Rosa Pastore scrive. «Mai chiesto l’acquisto del libro. Estranea ai fatti»

martedì 13 settembre 2011
La determina deve ancora uscire ma già fa discutere e molto. Nell'ultimo numero del Dr. Hauze (il 99), il senatore e leader del movimento Forza Trani ha denunciato l'ennesima spesa sui generis partorita dall'amministrazione comunale: l'acquisto di un libro da 800 euro. Si tratta della «Vita di Garibaldi» (Armando Curcio editore), un'edizione limitata a 500 pezzi numerati con «legatura artigianale in legno e pelle, coperta con impressioni in oro e cammeo a colori, carta Ferrigoni arcoprint edizioni 1.7 avorio da 130 grammi, segnalibro in raso verde, bianco e rosso».

Nella rubrica, Dr Hauze-Visibelli aveva chiesto numi sul costoso acquisto all'assessore alla cultura, Andrea Lovato, ed alla responsabile di palazzo Beltrani, Lucia Rosa Pastore: «Chi è il prodigo capoccione che ha avuto l'alzata d'ingegno per questo acquisto? A quale titolo?».

La prima risposta è arrivata dalla Pastore che, con una prolissa nota, disconosce la paternità dell'investimento: «E' necessario subito chiarire – scrive la Pastore - la personale assoluta estraneità alla vicenda da parte della scrivente che non ha mai richiesto il testo in questione, né tanto meno ne ha consigliato l'acquisto».

«E' noto – prosegue la Pastore - che il principio ispiratore del palazzo delle arti Beltrani, messo a punto dalla sottoscritta fin dal suo sorgere e che ne ha determinato l'attuale configurazione, è quello della corresponsabilizzazione sociale, grazie a cui il palazzo ha acquisito nel tempo una raccolta di tutto rispetto, in grado, peraltro, di garantire e difendere quel carattere identitario che la nuova istituzione orgogliosamente rivendica. Il nucleo fondante è stato costituito con la dotazione Scaringi, poi la struttura museale si è arricchita della donazione del compianto Michele Ladogana, di prestigiosi prestiti elargiti da un collezionista che ha richiesto l'anonimato e di tante altre acquisizioni, piccole e grandi, espressione, sempre, di quell'empito di generosa, addirittura commovente partecipazione dimostrata dai privati cittadini nei confronti di un'istituzione posta al servizio della collettività che, proprio per le ragioni esposte, in essa si riconosce, si identifica e vi collabora fattivamente».

«Grazie all'attuazione del principio della corresponsabilizzazione sociale – scrive la responsabile - il palazzo, caso più unico che raro, non ha mai acquistato un'opera, un dipinto, seppur l'operazione dell'acquisto rientrerebbe nella normale, oltre che auspicabile programmazione di qualsiasi analoga struttura museale. Per dovere di cronaca preme anzi precisare che, in seguito a un ciclo di conferenze da me realizzato nella primavera dell'anno scorso, un pittore colto e raffinato come Matteo Masiello ha deciso di donare un pregevole dipinto a olio che, pubblicato nella recente monografia a cura dell'Università degli studi di Bari, con prefazione del rettore Corrado Petrocelli, reca la dicitura dell'attuale, definitiva collocazione nella Pinacoteca comunale. Va inoltre segnalato che un progetto dal titolo Infanzia e fruizione dell'arte, da me elaborato lo scorso anno e presentato al Monte dei Paschi di Siena ha determinato, da parte della banca in questione, il dono, poco prima di Natale, di un videoproiettore, di uno schermo, di un tavolino e di 24 sedie. Il materiale ricevuto è stato proficuamente utilizzato nelle attività espositive e, soprattutto, nei laboratori con le scuole, sempre attente ed entusiaste nei confronti delle iniziative che la struttura propone. E ancora, il funzionario che si fece tramite dell'operazione, favorevolmente colpito dal modus operandi dell'istituzione museale, ha deciso in seguito di donare, insieme alla consorte, acquistandola direttamente da una galleria, un'acquaforte di Antonio Piccinni. L'acquisto veniva effettuato alla memoria dei genitori quasi a voler affermare che il senso civico, un bene dal valore inestimabile, trae origine innanzi tutto dall'ambiente che si respira e dall'esempio di chi ci ha preceduto. Con lo stesso spirito erano stati in precedenza donati al Palazzo (che dovrebbe peraltro essere obbligatoriamente dotato, come tutte le strutture museali che si rispettino, di una propria biblioteca specializzata) dagli eredi dell'avvocato Angelo Pastore, oltre cinquecento volumi a contenuto storico-artistico. Dalla figura paterna deriva l'attitudine a svolgere il proprio lavoro con dignità, rigore e dedizione: il che ha portato la sottoscritta ad acquistare a proprie spese, per poter svolgere le attività avviate al Palazzo - ironia della sorte – proprio su Giuseppe Garibaldi, numerosi libri che lo riguardano, come può agevolmente riscontrarsi dalle fatture che si custodiscono, tutte intestate a nome della sottoscritta. E tutto questo è oggettivamente confliggente con l'idea di accollare alla collettività l'acquisto del volume al quale si riferisce il senatore Visibelli che, si ribadisce, non è mai stato richiesto da me».