Trani Giovani, il loro pensiero contro la politica scorretta

In coro: «Una nuova coscienza sta per nascere, deve nascere»

venerdì 17 ottobre 2014 7.24
«Toc toc, stiamo sbirciando dalla porta socchiusa. C'è qualcuno? Possiamo dire la nostra, in punta di piedi? Continuiamo ad osservarvi, ma vediamo che la musica non cambia». I ragazzi del gruppo Trani Giovani, con rispetto ma senza paura, tornano a parlare di come, ancora una volta, «l'irresistibile bramosia di potere abbia spinto gli adulti, gli stessi che dovrebbero fungere da guida per i più giovani, ad impadronirsi della democrazia e della libertà dei cittadini, in particolare della loro libertà di eleggere i proprio rappresentanti».

Il riferimento è chiaro. Lo scorso 12 ottobre i sindaci e i consiglieri comunali sono stati chiamati alle urne per l'elezione di secondo grado del presidente della Provincia e dei 12 componenti del Consiglio provinciale. Per il gruppo Trani Giovani si è trattato dell'ennesimo esempio di politica scorretta.

«È passato solo qualche giorno – afferma Nicola Losciale, responsabile del gruppo costituente - dalla nomina dei nuovi governanti della Provincia Bat. Queste elezioni rappresentano un vero e proprio "furto" dei diritti dei cittadini. Gli stessi diritti per la difesa dei quali nel mondo, molti giovani, magari proprio in queste ore, stanno combattendo e rischiando la loro vita, anche se i media ne parlano sempre troppo poco».

«Se il tema della festa è la spartizione dei poteri, assistere ai festeggiamenti dei nostri rappresentanti non è bello. Si tratta, del resto, degli stessi rappresentanti ai quali affidiamo la gestione dei nostri risparmi, divorati tra l'altro, dalla tassazione locale sempre più insostenibile».

«Il nostro – conclude Losciale – è un pensiero semplice e spontaneo. Stiamo osservando la situazione ed intervenendo in punta di piedi, con il massimo rispetto. Questo nostro atteggiamento, però, non deve essere scambiato né per timidezza, né per sottomissione. Una nuova coscienza sta per nascere, deve nascere. Le cerchie ristrette di gestione del potere non appartengono alla nostra democrazia. Questo è un film già visto e il teatrino dove si esibiscono personaggi, dai quali non vogliamo essere rappresentati, sta per giungere all'ultimo atto e nessuno chiederà il bis».