Trani ricorda i cittadini liberali uccisi il 25 marzo del 1799

Cerimonia davanti all'epitaffio a loro dedicato in piazza Libertà

lunedì 26 marzo 2018
«A rifermare che i morti per fini civili a nessuna età passano ignoti. Il municipio di Trani volle qui nominati dopo un secolo i nostri antenati Tranesi che nel 1799 in faccia ai carnefici non disdissero la dichiarazione dei diritti umani». Questo epitaffio è nel cuore della nostra città sotto gli occhi di tutti ma passa inosservato ignorato da molti, forse troppi. Siamo in Piazza Libertà e quei versi ricordano i liberali Tranesi uccisi senza motivo da facinorosi realisti il 25 marzo del 1799.

Millesettecentonovantanove: una data tragica, che, senza ombra di dubbio, segna l'inizio del declino della nostra città, l'esercito francese devasta la città. Oltre mille persone perdono la vita, buona parte della nostra documentazione viene distrutta, il teatro gli antichi palazzi dati alle fiamme. Pagina chiave e tragica del nostro tessuto, troppo spesso relegata nel dimenticatoio. Esempio lampante la condizione in cui versa l'epitaffio in Piazza Libertà ormai da decenni.

Realizzato nel primo centenario ed inaugurato il 31 dicembre del 1899, l'epitaffio è una di quelle, permettetemi il termine, "cose" di cui nessuno si cura. Pochissimi conoscono il motivo per cui è stato realizzato, del resto quanti si soffermano sulla motivazione dell'intitolazione della piazza alla Libertà? Credo sia doveroso ricordare quegli Uomini, quei momenti. Non mi stanco mai di ripetere una cosa: "Siamo solo custodi", se iniziamo a conoscere la nostra città, inevitabilmente ci appassioneremo alla sua storia e diventeremo dei cittadini più attenti.

Ad oggi troppe cose mi fanno rendere conto che l'amore per la città viene sbandierato a parole, magari strumentalizzato per fini politici, ma nel pratico, anche quando si hanno le possibilità, non si fa nulla. Vogliamo invitarvi, lunedì 26 marzo alle 9.30, per non dimenticare chi ha creduto in nobili ideali. Vorrei estendere l'invito in modo particolare agli insegnanti, che possano spiegare a grandi linee ai loro alunni, anche se fuori dai programmi, i fatti del '99. A rifermare che i morti per fini civili a nessuna età passano ignoti.

- Andrea Moselli