"Tutti contro gli avvocati difensori", così il presidente della Camera Penale

«Bisogna difendere il difensore per difendere la democrazia»

sabato 3 ottobre 2015 7.45
A cura di Martina Tortosa
"Difendere il difensore per difendere la democrazia". Come accade sempre più spesso, anche le notizie relative agli sviluppi delle indagini sull'omicidio di Biagio Zanni sono state accompagnate da deliranti invettive nei confronti degli avvocati difensori. Giudizi negativi nei confronti degli avvocati difensori, ecco come commenta il fatto il presidente della Camera Penale di Trani, Giuseppe Losappio: «Gravi e minacciose affermazioni sono fiorite qui e là sul web. Oltre al tono becero, il tratto comune di questi "commenti" è l'assunto che la difesa dell'indagato consista in una forma di complicità con il delitto del cliente sottoposto alle indagini. La Camera penale di Trani non ha nulla da replicare alla fanghiglia smossa da questa (ennesima) ondata di idiozie giuridiche social-mediatiche».

«Piuttosto - prosegue - coglie l'occasione per esecrare ogni forma di violenza, grave o meno grave che sia. Chi uccide, in particolare, compie la più radicale negazione dei principi che fondano la nostra associazione; la difesa delle persone attraverso la difesa dei diritti/garanzie del procedimento e del processo; togliere la vita ad una persona significa sopprimere lo scopo del nostro stare insieme. Deve essere chiaro, però, che il difensore dell'indagato di un assassinio non è un assassino; chi difende un indagato di usura non è un usuraio; si può, anzi si deve, essere strenui nemici della corruzione e assistere chi è sottoposto a indagini, processi o carcerazione per un delitto di corruzione; persino la difesa relativa ai fatti commessi in danno di minori non significa affatto difendere la pedofilia.

Ogni avvocato decide se e quali confini dare alla propria professione, ma dev'essere chiaro che, espressa nei limiti delle regole della procedura penale e della deontologia, l'esercizio della difesa nel processo penale è l'esercizio di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione e riconosciuto dalle principali dichiarazioni universali o regionali dei diritti umani. È un principio inderogabile: non esiste delitto per il quale possa essere negata la difesa; non esiste indagato, imputato, condannato al quale possa essere negato il difensore.

Queste affermazioni fondano la nostra civiltà giuridica. È una lezione - conclude Losappio - che abbiamo appreso dai totalitarismi, dalle dittature e da tutti i regimi comunque liberticidi: non esiste democrazia senza il riconoscimento universale del diritto di difesa; difendere il difensore vuol dire difendere la democrazia».