Un punto raccolta per i rifugiati di Manduria

Lo istituisce la comunità Oasi 2 di Trani. Guerra in Libia e accoglienza, la comunità tranese dice la sua

venerdì 8 aprile 2011 10.05
La Comunità Oasi2, da sempre impegnata a diffondere pratiche di cambiamento sociale, presente dal primo momento a Manduria, con i suoi mediatori e i suoi operatori, esprime «profonda costernazione nei confronti di quanto sta accadendo in questi giorni in terra di Puglia e in Italia in generale e vuole richiamare l'attenzione sugli articoli 10 e 11 della Costituzione italiana che dicono chiaramente che l'Italia accoglie i perseguitati per motivi politici o religiosi e che non contempla assolutamente la guerra come strumento per risolvere le controversie. Quello che sta accadendo in queste ore non è che un'estrema violazione della Costituzione da parte dei rappresentanti istituzionali. Il governo, in sintesi, sta violando la legge».

La Comunità Oasi2, in continuità con la venticinquennale storia di impegno sociale e civile, si propone come punto di raccolta territoriale per quanti vogliono contribuire all'accoglienza dignitosa dei richiedenti asilo ospitati a Manduria, raccogliendo, per ora, articoli per l'igiene. Pertanto, l'Oasi 2 chiede alle associazioni, alle cooperative, agli enti impegnati nel cambiamento sociale o a singoli cittadini che sentono doveroso essere presenti, di contribuire donando articoli per l'igiene personale: sapone, dentifrici, spazzolini, bagnoschiuma ed altro.

«La condizione in cui è costretto a vivere chi è scappato dal Nord Africa – scrivono dall'Oasi 2 - dovrebbe essere un motivo di imbarazzo e di vergogna per una società che si dice civile, perché è ignobile che decine e decine di giovani migranti debbano essere vittime di tattiche politiche e di campagne mediatiche. Le parole hanno un significato specifico e non possiamo fare finta di nulla. La parola guerra è bandita dalla Costituzione italiana, ma si continua ad usarla con una leggerezza disumana. Fare la guerra significa essere pronti a togliere la vita ad altri esseri umani. Eppure se con troppa leggerezza trattiamo la parola guerra, con troppa preoccupazione affrontiamo la parola migrazione e i suoi correlati, come rifugiato, richiedente asilo, associandola a concetti come invasione, pressione, sovraffollamento, perdendo, in estrema sintesi, la capacità di discernere ciò che accade dalla sua strumentalizzazione politica e mediatica».