A "Scrittori nel tempo" il più famoso storico italiano: Piero Bevilacqua

Appuntamento l'11 aprile. E il 9 c'è l'abbandonologa Carmen Pellegrino

mercoledì 5 aprile 2017
Ormai superati i cinquanta appuntamenti, "Scrittori nel tempo. Letture della contemporaneità", rassegna letteraria curata da Vito Santoro e dalla Libreria Luna di sabbia (via Mario Pagano, 193), continua a ospitare i più importanti scrittori italiani (e prossimamente anche stranieri), costituendo un polo importante di diffusione e di promozione della lettura. È questo in assoluta indipendenza, senza godere di alcun patrocinio e contributo pubblici.

Di grande prestigio i prossimi due appuntamenti. Domenica 9, ore 19:00, l'abbandonologa Carmen Pellegrino presenta il suo secondo romanzo, "Se mi tornassi questa sera accanto". È il racconto del delicato rapporto tra padre e figlia. Un romanzo sulla distanza, a volte abissale, che può esserci tra gli esseri umani, specie se si sono amati. Ecco in breve la trama. Giosuè Pindari - uomo antico, legato alla terra, alla famiglia e a un ideale politico - scrive lettere alla figlia Lulù, che se ne è andata e non dà più notizie di sé, e le affida alla corrente del fiume, arriveranno mai? Non è importante saperlo. In fondo il fiume, con le sue piene improvvise, sa sempre come arrivare a destinazione.

In quella distanza vive Lulù che d'un tratto, dalle sponde di un altro fiume - dopo l'incontro con Andreone, l'uomo "leggero" che aspetta la piena - è come se rispondesse alle lettere paterne, seguendo la corrente.
Introduce e coordina Vito Santoro.

Altro incontro da segnalare è quello di martedì 11, ore 19:00, con uno dei più famosi e prestigiosi storici italiani, Piero Bevilacqua, a proposito delle "Felicità d'Italia. Paesaggio, arte, musica, cibo" (questo il titolo del suo saggio edito da Laterza). Che cosa sono le felicità d'Italia? La musica, il cibo, la biodiversità agricola, il paesaggio, la tradizione artistica e culturale. Ovvero tutto ciò che rende il nostro Paese e i suoi costumi speciali agli occhi degli stranieri che vengono a visitarlo o di quelli che ne apprezzano e adottano lo stile di vita.

Ma perché queste 'felicità' hanno avuto origine proprio qui? Come mai la Penisola possiede una eredità tanto ricca e varia di questi tesori? Carlo Cattaneo sosteneva che la cultura e la felicità dei popoli non dipendano tanto dai mutamenti della 'superficie politica' quanto dall'influsso di alcune 'istituzioni' che agiscono inosservate nel fondo delle società. Sono creazioni del popolo (norme consuetudinarie, strutture organizzative, tradizioni culturali) che sono state elaborate dal basso e che contano più delle scelte dei governi per il progresso dell'umanità.

Il libro racconta la storia di quattro di queste 'felicità': l'alimentazione, dipendente dall'originalità storica e geografica dell'agricoltura italiana; le città, con il loro patrimonio di bellezza, che per secoli hanno costituito la forma più alta di organizzazione della vita sociale; la musica e la canzone napoletana, esempi della creazione di un immaginario poetico da parte di un popolo; la tradizione cooperativa, che ha dato un'impronta di egualitarismo sociale e di avanzato civismo.
Dialogano con l'autore Vito Santoro e Luigi Vavalà.